1 gennaio 2006, “Non c’è pace senza giustizia”

Karthum – Sudan

 

L’accordo di pace in Sudan ha posto le premesse teoriche per la soluzione dei principali problemi come la libertà religiosa, l’uguaglianza di tutti i cittadini indipendentemente dall’appartenenza etnica e dalla fede e la divisione delle ricchezze.

“Come senz’altro sapete dalla stampa e dalla televisione, il 2005 è stato un anno di grazia per il Sudan. In gennaio è stato firmato l’accordo di pace fra SPLA e Governo di Khartoum, definitivamente ratificato il luglio. Si respira una nuova atmosfera di relativa tranquillità e libertà dopo un cinquantennio di guerra civile. È bene perciò ringraziare il Signore. Tante immagine dell’Antico Testamento dove Israele loda il Dio che libera e salva sono appropriate per il Sud Sudan oggi. Insieme all’Antico Testamento mi viene alla mente una famosa espressione di Giovanni Paolo II: “Non c’è pace senza giustizia”. La guerra in Sudan fu a suo tempo originata da situazioni di grave ingiustizia tra Nord e Sud del Paese. L’accordo di pace ha posto le premesse teoriche per la soluzione dei principali problemi come la libertà religiosa, l’uguaglianza di tutti i cittadini indipendentemente dall’appartenenza etnica e dalla fede e la divisione delle ricchezze. Di fatto a tutt’oggi il Sud del Paese riceve le briciole dall’esportazione del petrolio che viene estratto dal proprio territorio, particolarmente dall’Alto Nilo dove si trova la nostra comunità missionaria, eppure al mercato locale non si trova un litro di kerosene per le lampade. Se le situazioni di maggiore ingiustizia non vengono risanate, non ci può essere una pace stabile. I sud sudanesi hanno una grande capacità di sopportazione e un forte senso di Dio, sanno godere la vita accontentandosi di poco, ma ora che stanno venendo a conoscenza delle possibilità offerte dalla moderna tecnologia e dalla scienza non vogliono restarne esclusi e reclamano i loro diritti.”

suor Elena