1 marzo 2007, S. Pedro – COSTA D’AVORIO – Cerchiamo di lasciarci cambiare


Cerchiamo di lasciarci cambiare il cuore di pietra che abbiamo tutti dentro

Da quattro mesi a questa parte sono alla parrocchia ND de Fatima di San Pedro, inserito in una comunità di tre preti SMA e due diocesani di San Pedro. Sono da sei mesi prete e non riesco bene a capire come il padreeterno
si sia potuto fidare, anche se in realtà non ho ancora fatto in tempo a fare grossi danni.
La situazione politica ivoriana è invariata, né pace né guerra, corruzione e racket, le solite cose purtroppo per un paese dell’Africa subsahariana; comunque per i prossimi mesi ci sono speranze grazie alla mutazione degli equilibri internazionali (elezioni in Francia e in Nigeria, posizione della repubblica Sudafricana alle Nazioni Unite, un certo cambiamento nell’atteggiamento di paesi confinanti come il Burkina etc etc).
Io sto familiarizzando con gli abitanti della bidonville detta BARDO; cercando di aiutare i cristiani ad organizzarsi, a trovare il coraggio di incontrarsi per pregare, vivere, ragionare e elaborare progetti insieme nelle Comunità di base. Il modello e l’immagine che la chiesa africana si é scelta per rappresentarsi é Chiesa famiglia di Dio e la scommessa della fratellanza e della comunione in un contesto multietnico come quello di S. Pedro e del Bardo in particolare impegna tutte le nostre forze. “I miei fratelli e mia madre sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica” ci ricorda il Vangelo e il progetto pastorale é centrato su questo: mettersi all’ascolto della Parola di Dio, conoscere la Bibbia, leggerla, saperla interpretare, contro le visioni pericolose, parziali e fondamentaliste delle sette che imperversano e confondono i cristiani poco formati fino a spingerli al fanatismo, e poi cercare di metterla in pratica, cercando di superare i pregiudizi etnici, di formare cristiani capaci di vivere la fede nel quotidiano, di aprire le comunità all’ascolto e all’accoglienza dei marginalizzati, dei malati di AIDS; cerchiamo di lasciarci cambiare il cuore di pietra che abbiamo tutti dentro. Oltre a questo poi stiamo elaborando qualche piccolo progetto “sociale” come dei corsi di taglio e cucito per le ragazze, dei corsi di alfabetizzazione per i bambini, i giovani e gli adulti che non sanno né leggere né scrivere e qualche attività ludico-sportiva, per coinvolgere i giovani del quartiere tra i quali ci sono problemi di tossicodipendenza e di microcriminalità diffusa. Visitiamo i malati negli ospedali e nei quartieri aiutando la gente a non sentirsi più abbandonata da Dio.
Poi ci sono i villaggi. Mi sono stati affidati 7 villaggi nella ‘foresta’ – o almeno in quello che un tempo era la foresta e che ora é un’enorme piantagione di cacao con qualche albero rinsecchito- villaggi prevalentemente di immigrati del Burkina, coltivatori di cacao e caffé. Tra Natale e capodanno abbiamo celebrato i battesimi di giovani e adulti . Per qualcuno scelta di vita, per altri probabilmente solo dell’acqua versata, anche se Dio ha preso posizione.
In questi villaggi-accampamenti semiabusivi, si vive semplicemente e duramente, senza corrente e nutrendosi veramente del lavoro delle proprie mani, e durante le visite, le tournées che facciamo, celebriamo l’Eucarestia (che dura dalle due alle quattro ore, a seconda del numero di traduzioni necessarie, visto che qui sono in pochi a conoscere il francese) e incontriamo la gente, per un saluto cordiale o per condividere dei problemi e le gioie, discutiamo con i responsabili delle comunità e con i catechisti sui problemi, le prospettive e le possibili azioni da porre in atto. Per la maggior parte dei ‘miei’ villaggi tra le prime preoccupazioni c’é l’educazione dei bambini in età scolare; ci sono delle scuole benevole – clandestine come i villaggi – ma spesso non ci sono banchi, lavagne, un tetto, dei muri. Grazie a tutti i benefattori cerchiamo di rispondere, di aiutare, anche di costruire se necessario e se possibile, per permettere ai bambini di oggi di non essere gli analfabeti di domani.

 padre Lorenzo SNIDER