1 ottobre 2006, Teresina – Brasile Un Credo contro l’ingiustizia

“Ascoltare il grido interrotto nell’aria, il sospiro di agonia di quelli che implorano un po’ d’acqua. Non chiedono giustizia, liberazione, pane e pace; chiedono solo acqua per mitigare la sete insopportabile e alleviare le ferite del corpo, perché quelle dell’anima non si possono cicatrizzare. Quante cose la storia ufficiale non ricorda…! Per esempio si ostina ad insegnare che il Brasile fu scoperto, e non occupato, conquistato…! Qui c’era gente! – È ripugnante la disuguaglianza sociale. È offesa alla dignità umana. Non si può accettare che “Fu sempre così e non cambierà”, ci deve essere indignazione collettiva di fronte a corruzione e ingiustizie. – Nessuno sceglie la povertà. Ogni povero è vittima involontaria di relazioni ingiuste. La povertà deriva da leggi e strutture ingiuste. Sono queste che bisogna cambiare. Essere cristiano oggi esige di mantenere viva l’indignazione e impegnarsi a favore di cambiamenti che facciano cessare la marginalizzazione. Mai accettare la disuguaglianza così tanto naturale nel nostro mondo come lo sono il giorno e la notte. Non è facile gustare dell’odore della povera gente, riunirsi con i poveri, apprendere il loro linguaggio. È anche per questo che già da molti anni i comboniani in Brasile Nord-Est hanno scelto le “periferie”, dove vivono ammucchiati quanti fuggono dalla povertà della campagna, dimenticata dai governanti, per vivere nella miseria urbana, dove spesso scorre a cielo aperto la fogna. “La santità oggi non è possibile senza un impegno con la giustizia, senza solidarietà con gli oppressi!” è questo il grido del sinodo dei Vescovi. Non serve discutere su quale governo, di che epoca o partito ha fatto o non ha fatto. Il problema è più profondo: lo Stato brasiliano, fin dal periodo coloniale, rimane ingessato dagli interessi del 10% della popolazione che è padrona del 45%della ricchezza nazionale. Ci vuole invece un Governo che faccia della lotta alla disuguaglianza sociale una priorità, anche se questa disgusta i padroni del denaro e del potere, e questo Lula vuole farlo, ma ha bisogno di più forza politica. I potenti, che hanno soldi, preferiscono non apparire. Sono contrari alla fama. Si gongolano sapendo che decidono della vita di milioni di persone, e vedendo che la schiena dei governanti si piega quando essi si avvicinano. Stanno al disopra del bene e del male, delle leggi e della giustizia. Una persona del 20% dei più ricchi del Brasile consuma trentatré volte di più di una persona del 20%dei più poveri. Il Vangelo è chiaro, usa verbi molto dinamici: crescere, fiorire, dare frutti. L’arcivescovo di Honduras disse al Congresso Missionario Americano in Guatemala (nel 2004): «Vediamo parrocchie che diventano grandi parcheggi. Il cristiano parcheggiato non ha senso. Il cristiano deve sempre cercare di scoprire mezzi per evangelizzare!»”

 padre Candido POLI