2020 12 – USA – Natale del Signore al Covid

Caro Don Alberto e Collaboratori CMD,

vengo a voi dopo un lungo e doloroso anno con la speranza di trovarvi bene e con accesa la  lampada dalla speranza e fiducia nel Signore Gesù. Per Pasqua non vi ho scritto perché la voce “COVID 19” era tanto forte da occupare ogni spazio della nostra vita per il timore che esso infondeva, e per i cambi che esso ci ha imposto. Dopo un’apparente pausa estiva, il Covid ha ripreso la sua forza mortale illuminata ora dalla speranza di un vaccino guaritore. Come tutti voi, anch’io ho dovuto cambiare varie delle mie attività. Infatti dal 14 Marzo io e un’altra sorella siamo state dichiarate “pericolose per la società” quindi imprigionate in casa, e lo siamo tuttora. Io non sono più andata dai miei amici alla Mensa dei Poveri di St. John e alla Banca del Cibo di St. Peter; non più alla messa domenicale e neppure a fare il mio giro settimanale per la spesa della comunità, e……solo ultimamente si è aperta una porticina per la Messa Vespertina del Sabato.

A questo punto mi piacerebbe aprire un “BLOG” (diario on line) perché tutti potessimo comunicare qualcosa di questa esperienza: paura, ansia, sofferenza, morti, preoccupazione e corse per afferrare l’ultima confezione di disinfettante, di candeggina, alcool, carta igienica. Insieme a preghiere e suppliche per non essere infettati dal terribile virus. In attesa delle vostre risposte, io inizio…

La prima e immediata realtà è stato vedere come il Covid nella sua stretta mortale ha rivelato una grande solidarietà’, una generosità capace del dono di se stessi fino all’ultimo respiro, altruismo, condivisione. Per un momento sono caduti muri, barriere, divisioni, razze per lasciare spazio ad un’umanità che colpita da uno stesso male combatte unita per un unico bene. Come scrive bene Papa Francesco: “La fraternità è la profonda vocazione dell’umanità…. La tragedia mondiale del Covid ci dà la consapevolezza che nessuno si salva da solo, ma che ci si può salvare solo insieme” (cfr. “Fratelli Tutti”). Papa Francesco intuendo la nostra solitudine e paura si è fatto Parroco del mondo con Messa delle 7:00 del mattino da Santa Marta, con I suoi messaggi, l’Angelus della Domenica e il triduo Pasquale da Piazza S. Pietro. Chi non si è commosso nel vedere la sua figura bianca salire da solo sotto la pioggia la scalinata della Basilica? La Piazza apparentemente vuota conteneva il volto di tutti I colori del mondo: uomini, donne, bambini, bambine, razze, religioni.

Un’altra realtà è l’accorgermi che la vita non si è fermata o ridotta. Dopo un primo momento di silenzio e di sconcerto è ripartita su due piani: quella normale sotto I nostri occhi e quella virtuale che invisibile e silenziosa è entrata come parte importante della nostra vita quotidiana.  Mi fermo solo alle realtà dove siamo presenti come Comunità: la parrocchia “Our Lady of Providence” e “St. Paul Cathedral” e il Servizio ai Poveri. Dopo un primo momento di ripensamento e di riorganizzazione, le attività sono ripartite in modo virtuale con i vari mezzi di comunicazione moderna. Abbiamo assistito a Celebrazioni Eucaristiche, ascoltato, pregato, meditato. Ad “Our Lady of Providence” dopo la Messa c’era un incontro spontaneo per vedersi e parlare.

Sono stati ripresi gli incontri dei vari gruppi parrocchiali. A volte mamme, catechiste, responsabili seguono l’incontro in macchina tornando dal lavoro o preparando la cena. E’ ripartita anche la catechesi con la preparazione ai Sacramenti. A volte, quando a causa del lavoro, la catechista fa l’incontro verso le 8,00 o 9:00 del mattino di vedono bambini/e spuntare dalle finestrine del cellophane ancora in pigiama. Il lavoro della Mensa dei Poveri di St. Jhon che ha visto aumentare di molto I suoi clienti ha continuato il servizio mettendo due tende nel parcheggio seguendo la “Social distance” . Cosi anche la Banca del Cibo di St. Peter che ha visto quadruplicare il numero delle famiglie. Mense dei Poveri e Banche del Cibo sono stati e sono ancora punti vitali per chi ha bisogno. In questo ultimo Thanksgiving Day la solidarietà, la generosità e l’aiuto dei volontari hanno superato se stessi perché tutti potessero celebrare e ringraziare. E lo sarà anche per Natale. Ancora ho constatato che il volontariato è la perla preziosa della cultura americana. Comunque, come in tutto il mondo, anche qui c’è molto da fare. I dati parlano di quasi 320 mila morti per Covid. A questo si aggiungono un grave conflitto razziale causa di forti scontri e morti, un forte divario sociale, economico, sanitario e politico.  Si calcola che entro quest’ anno ci saranno 50 milioni di persone senza sufficiente cibo e possibilità di curarsi, in particolare le minoranze latino e afro-americane.

Mentre noi guardiamo con paura, ansia e preoccupazione quanto sta succedendo in questa grande barca del mondo che tutti ci contiene, alziamo gli occhi al cielo per avere una risposta. Ed ecco, Dio squarcia i Cieli e dal suo cuore di Padre manda Gesù, suo Figlio. Egli viene e mette la sua tenda in mezzo a noi e ci invita ad entrare nella sua casa dove regnano l’amore, la pace e la comunione. Egli ci libera dalla paura e ci dona la gioia della libertà che si fa coraggio per riprendere il nostro cammino e gettare ovunque i semi della sua presenza, della giustizia e della fraternità universale.

Buon Natale! Ci diamo l’appuntamento là nella Grotta di Betlemme per ricevere a piene mani il suo amore e sentirci ancora dire: “Coraggio! Non temete. Io sono in mezzo a voi per sempre”.

Con tanto affetto vi abbraccio e di cuore vi auguro Buon Natale e Buon  Anno!                                                                                                                 Un abbraccio! Laura Canali