7 aprile 2019 – 57°Anniversario della mia Ordinazione Sacerdotale

*1* Cari famigliari, amici, benefattori, conoscenti voglio stare un momento con voi.

Due anni or sono avevo celebrato il 55° al mio paese natale con una certa solennità e partecipazione festosa di alcuni di voi. A 80 anni ho cominciato a riflettere sul senso della vita e della “mia” vita. E ho creduto bene vivere il tempo che mi resta come preparazione all’ “Incontro” con Dio da cui credo di venire, che ho cercato continuamente lungo i giorni del mio camminare lungo i sentieri della Terra come compagno e senso dei miei giorni, che ho incontrato mille volte nel servizio alla fraternità nelle comunità comboniane in Italia e in Africa, nel mini-stero sacerdotale qui e in missione, nella celebrazione dei sacramenti , battesimi, cresime, matrimoni, riconciliazione ; che ho cercato di imitare nell’ Eucarestia unendomi a lui e alla Chiesa, riconoscendomi peccatore accolto, amato, perdonato e capace di donarmi grazie a lui.

Questo bisogno di sentirmi più unito a lui m’ha portato alla decisione sofferta e liberante del distacco, dalla missione in Congo vissuta in 6 stazioni per 46 anni di tempo, dalle persone e attività. Ho impiegato quasi due anni a preparare il cuore. Qualche problema al cuore ha anticipato la mia partenza. Domenica 23 settembre. Piccolo aereo da Butembo a Goma. Grosso aereo della compagnia etiopica da Goma ad Adis Abeba. Un altro da lì alla Malpensa. In poco più di 24 ore. C’era un confratello che mi ha portato a Milano e due giorni dopo a Brescia. Controlli cure e dentista fino a Natale. Mese di Gennaio a Limone s/Garda paese natio di S. Daniele Comboni per un mese di “spiritualità”. Grande grazie alla Famiglia Comboniana. Poi il mese di febbraio a casa dei miei fratelli e sorelle. Freddo e pochi movimenti. Sempre grazie alle famiglie di fratelli e sorelle. Il 26 febbraio vado per una settimana a Rebbio, da dove ero partito in settembre 1972 per Parigi in preparazione al Congo. Il 4 marzo, ultima tappa, a Gozzano (NO) dove avevo cominciato il mio cammino di formazione tra i Comboniani nel 1953.

*2* Cosa sto imparando lungo questo tempo – 6 mesi – di acclimatazione all’Italia?

Ho scoperto ancora che niente è facile. C’è bisogno di “conversione”. Da villaggi e città e chiese e saloni riempite di gente e bambini, in Congo, a chiese o cappelle in scantinati, con un piccolo numero di anziane. Un senso di malinconia… alla quale non mi abbandono; da popolazioni che pregano, soffrono, resistono a violenze indicibili, e accolgono i figli come dono, e ne dona tanti alla Chiesa, in Congo, alle nostre comunità ecclesiali ridotte e senza preti…

Ma allargando la conoscenza attraverso radio, tv, giornali, incontri di formazione… vedo altro. Se da una parte il popolo italiano in buona misura mi sembra come naufraghi in cerca di stare a galla, disorientati dalle politiche, nel timore della minacciata povertà, dall’altra mostra capacità per cose buone, belle, durature. La gioventù sta mostrando che valori e qualità sono ancora validi e la speranza diventa forza di rigenerazione. La Chiesa è sempre una forza viva e trainante, anche confessando la sua umanità fragile e peccatrice; il suo fondamento è nella fede in Cristo Gesù, di Nazareth; e sono molti i gruppi che qua e là testimoniano di fondare la loro esistenza su questa persona umana che sola assicura gioia e sicurezza nel passare dei nostri giorni. Mentre in Congo la vita cristiana era palpabile, qui sono stato scosso, sconcertato dall’impoverimento della pratica religiosa e della difficoltà a parlare di Dio. La comunicazione diventata difficile per i catechisti. I ragazzi anche giovanissimi insidiati dai tentacoli del web, della droga, ecc. e troppi ingannati fino al suicidio. E i Media nazionali tengono nascoste molte verità che potrebbero essere utili alla formazione nel sociale, e danno molte informazioni per appagare curiosità, creando malessere e confusione. Il mondo nel suo insieme geme in attesa di rinascere. Ho scelto di credere a questa forza dello spirito che dà gioia e forza per attendere la liberazione da tutto e trovarmi al di là delle cose che passano, mutano, attraggono, ingannano e ci ingombrano.

Una cosa che mi pare inevitabile: le parrocchie come fino ad ora, stanno scomparendo e finiranno. L’apertura delle parrocchie missionarie alla evangelizzazione, alla formazione di gruppi che in squadra incontrano quelli “fuori” dalle attuali comunità, che pregano e vivono con impegno la spiritualità, avvieranno nuove forme di chiesa.

*3* Ma sono ancora legato e indaffarato. A casa di mio fratello ho trovato circolari, foto, filmati e corrispondenze varie in gran parte dimenticate. Con il suo abile e generoso talento sta scannerizzando le circolari dal 1972 al 2000 per metterle nel computer coadiuvato da un amico.

Quelle dopo il 2000 le ho già in Computer. Ci vorrà tempo. Mia mamma aveva conservato la mia corrispondenza dal piccolo seminario di S. Abbondio in Como, dal Noviziato comboniano di Gozzano, dal Liceo a Verona e Teologia di Trento. Tutto questo mi aiuta a vedere la storia del mio vissuto, dono di grazia e limiti di carattere e comportamento, che mi hanno accompagnato lungo il mio peregrinare fino ad oggi. Ho capito meglio il perché della mia ansietà, delle difficoltà passate e del desiderio dentro di me di far verità e di rifiutare le negatività e di accettare di amare come posso e soprattutto di cercare Dio. Lo riassumo nella preghiera che a Fatima i pastorelli avevano imparato dall’angelo custode: Mio Dio, credo, adoro, spero, ti amo; ti domando perdono per quelli che non credono, non sperano, non ti amano.

La prima missione è la preghiera. Già dagli inizi del mio cammino credevo a questo, ma in questo ho mancato spesso, assorbito dalle attività della missione dimenticando che potevo fidarmi meglio dell’accompagnamento della Provvidenza manifestata anche da VOI. Grazie al Gruppo Accompagnamento Missione, nato nel maggio 1969 a Lourdes. Ero andato per accompagnare i malati con l’Unitalsi e chiedere benedizioni sulla mia prossima missione in Congo. Ero in lista.

Papa Paolo VI  era andato o andava poco dopo in Uganda. Il Capitolo aveva scelto P. Tarcisio Agostoni come Generale che era il segretario della Conferenza dei Vescovi in Uganda. C’era aria di cambiamenti in Istituto. E ancora una volta ho atteso da giugno a settembre la conferma. L’incontro con dei bambini leucemici, incontrati a Lourdes e una poliomielitica alla quale avevo dato la mia corona chiedendo di compartecipare alla missione, hanno colmato la mia attesa. E il 16 settembre ho saputo che ancora dovevo rimandare… Ho sempre visto che le ubbidienze più amare portano tante grazie. Sono rimasto lì a Rebbio come superiore. Ogni anno ho ripetuto il pellegrinaggio per Lourdes e nel 1972 due volte, a maggio e poi con i seminaristi del 5° anno in agosto. Per poi partire per la Francia e poi per il Congo. Un gruppo tra famiglie dei seminaristi e famiglie incontrate a Lourdes e diversi sacerdoti amici, hanno costituito l’ala portante della missione. Ho rivisto liste di cifre di offerte dalla procura di Verona e dalle cartelle custodite da mio fratello…

Grazie a voi abbiamo potuto fare molte cose. Parecchi hanno terminato il loro cammino in terra e io li credo tutti in Paradiso, quella realtà che solo dal di dentro di noi possiamo accettare o rifiutare. L’esperienza in Africa mi ha convinto che la gente sfruttata, umiliata, uccisa in tutte le nazioni del Mondo, Dio non l’abbandona: il suo Figlio Gesù ha fatte sue tutte le creature umane ed è venuto per salvare: tanto più i benefattori della Chiesa. Ci chiede di essere umanità aggiunta alla sua per continuare ad amare, aiutare, perdonare, sopportare… per essere Chiesa, Corpo mistico di Gesù, Segno di salvezza.

*4*       Il mio futuro? è in quello che ho vissuto, esperimentato, sofferto, e mi è presente, oggi.

Oggi e domani e l’ultimo giorno al quale aspiro è nella fedeltà di Dio, che ha tanto amato il mondo, anche il mio, il tuo, il suo, il nostro… e ci raduna nel suo cuore per consegnarlo al Padre. Concludo augurando a tutti la gioia della Pasqua, che sta nel vedere con occhi dello spirito la vicenda in corso dei nostri giorni e ci dà la forza di credere, sperare, amare.

Con riconoscenza senza misura.        P. Benito Amonini

 

NOTIFICHE DI INFORMAZIONE 1 * INDIRIZZO POSTALE:

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  • * In questi mesi ho esperimentato la mia fragilità. Pensavo di poter visitare alcuni che da tanti anni mi hanno Senza auto non ho potuto. Ora ho l’auto della casa, ma temo i viaggi lunghi. Circolo nei dintorni di Gozzano per celebrare la messa. Mi sento tranquillo in auto; ma per il momento non affronto viaggi lunghi.
  • * Cerco di rispondere o richiamare chi mi cerca per telefono: non uso lasciare messaggi La Compagnia iliad con 7 € al mese mi consente telefonate lunghe.
  • * VI ASSICURO LA RICONOSCENZA MIA E DELL’ISTITUTO. Ogni giorno una messa è celebrata per S. Daniele Comboni aveva iniziato e continuiamo a pregare per vivi e defunti. Conservo in memoria – ordinatore vostri nomi e indirizzi. Ho diverse foto di voi che mi piacerebbe inviarvi per posta. Il distacco che mi costa ancora è questo: affidare a Dio i vostri nomi, è un po’ allenarmi all’ultima ora.
  • * AIUTO PER MISSIONE: Missionari Europei in diminuzione ma dall’Africa, America Latina e anche dall’ Asia ci danno speranza di sopravvivenza. Chi può aiutarci, grazie a nome della Missione.

 Indicate sempre la vostra intenzione: offerta libera; intenzioni messe; per Missione in Congo o altre…

CCP 16306284 – Collegio Missioni Africane Gozzano NO – pressolecomunitàcombonianedavoiconosciute -presso miei famigliari Marino, Corrado.  –

Missionari Comboniani MONDO APERTO Onlus – www.mondoaperto.it Banca Popolare Etica: IBAN IT 37 E 05018 12101 000015122500

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  • * Se qualcuno ha una CYCLETTE messa da parte inutilizzata potrebbe aiutare le mie giunture…