1 gennaio 2006, Douala – Cameroun Il lavoro missionario dei saveriani in Ciad e Cameroun

 

“A novembre sono salito da Bafoussam in Ciad (1.600 Km da dove abito e…tre giorni di viaggio) per incontrare tutti i miei confratelli e i due Vescovi con i quali collaboriamo nell’azione missionaria. Questi incontri mi aiutano a capire come vivono i saveriani nella zona predesertica del Sahel, quali difficoltà incontrano, vedere come stanno di salute, sapere un po’ delle loro attese, dei loro problemi, delle loro gioie. Un piccolo elenco delle attività puo’ forse far comprendere il lavoro missionario svolto dai saveriani in Ciad; l’habitat é quello della savana, terra abitata da molteplici etnie, caratterizzata dai tipici villaggi africani e dalla scarsa vegetazione; le case sono in argilla ed i tetti in paglia. Cosa fanno i saveriani, dal 1982, in questo angolo di mondo? Il primo lavoro é quello di essere in sintonia con il programma della Chiesa locale la quale unisce in un tutt’uno la proposta di evangelizzazione a quella dello sviluppo umano, sociale ed economico. Così, accanto a tutto il lavoro per seguire la crescita numerica delle comunità cristiane (c’é un considerevole numero di persone che chiedono, ogni anno, di fare un cammino di catecumenato, cammino che li accompagna sino al battesimo), esiste una grande attenzione per promuovere dei centri culturali per i giovani (biblioteche, luoghi dove trovarsi per fare del teatro, dello sport, degli incontri formativi, vedere dei film, etc.). Un’altra attività, che é stata riconosciuta anche da alcune Università italiane (con le quali é nata una collaborazione a livello di ricerca linguistica e etnologica), é quella di studiare le lingue locali, gli usi, la concezione del mondo secondo la cultura tradizionale; questo lavoro, frutto di una immensa passione e di tanta pazienza (nonché di competenza…) ha dato modo di pubblicare dei libri, dei dizionari, dei manuali scolastici in lingua locale per le prime classi elementari e, prossimamente, l’intero Nuovo Testamento. Ancora: a partire dall’aver constatato che la gente puo’ trovarsi in annate di mancanza di cibo (la cui causa principale é data dalla scarsità della pioggia), in molte zone sono stati creati dei granai comunitari, specie di ‘banche’ del miglio e del riso, i due alimenti-base delle popolazioni del Sahel. Un’attività più recente é stata quella di promuovere una mentalità della presa in carico dei costi delle attività missionarie; “aiutati che il ciel ti aiuta” dicevano i nostri antenati. Così si cerca di animare la gente affinché faccia quanto puo’ nel donare sia parte del loro tempo per le attività comuni, che del denaro per assumere alcune spese correnti delle attività parrocchiali; un buon apporto é dato anche dai doni provenienti dai raccolti: sacchi di miglio, di riso, di arachidi. Recentemente i saveriani hanno assunto la direzione di una radio Diocesana, radio a vocazione sociale e comunitaria, con proposte di programmi che aiutano lo sviluppo delle coscienze nel campo della democrazia, del rispetto della dignità umana, del dialogo tra le religioni, della promozione di una cultura di pace. Molti programmi hanno un taglio educativo-informativo, sopratutto nel campo della salute pubblica: la radio si é caratterizzata per buoni programmi di lotta contro il propagarsi dell’AIDS, una malattia ormai “visibile” ed in espansione. Ma il Ciad vive una situazione di precarietà sociale assai grave. I proventi dei pozzi di petrolio, resi attivi tre anni fa nel sud del paese, non hanno dato alcun miglioramento sociale: i salariati dell’ammini-strazione pubblica (maestri, professori, infermieri, impiegati statali, etc.) non sono pagati da quattro mesi e sono tutti in stato di sciopero. Così le scuole, i dispensari di stato, gli ospedali, gli uffici pubblici sono…chiusi, fatto che ha una grande ripercussione su tutto il tessuto sociale. Recentemente Bongor, la cittadina che conosco bene per avervi lavorato 10 anni, é stata centro di gravi scontri sociali: studenti scontenti per lo sciopero dei professori, famiglie di gente ammalata che recriminano contro gli infermieri, etc… ”poveri contro poveri” mentre i capi della amministrazione pubblica si… spartiscono la torta del petrolio, compagnie petrolifere compiacenti. All’est, nella regione desertica che é già stata teatro di spostamenti di popolazioni dal Darfur sudanese verso il Ciad, sta nascendo una ribellione contro il presidente; essa é organizzata da un gruppo di militari della sua etnia, scontenti per non aver accesso alle enormi risorse di denaro… che “piovono” dai pozzi petroliferi; così si sta preparando l’ennesimo colpo di stato ed i “ribelli” proclamano un programma che promuoverà la difesa dei diritti umani e più giustizia sociale. In Ciad ci sarà un’altra guerra? I poveri, come sempre, non potranno che subirla…” “Mentre scrivo sto accompagnando il Padre Generale dei Saveriani in tutte le comunità saveriane del sud del Cameroun. Noi siamo presenti a Douala (la città portuale e sede delle industrie locali), a Yaoundé (la capitale, che é bella, anche grazie alla caratteristica architettura delle costruzioni dei vari ministeri), a Bafoussam (dove abito) ed a Benakuma, missione vicina al Nigeria e di lingua inglese. In Cameroun la nostra presenza si caratterizza per due attività. La prima: far nascere nelle periferie delle città (salvo a Benakuma che si trova in aperta campagna) delle comunità cristiane che si facciano promotrici di coesione sociale, attorno ai valori evangelici. Le periferie delle grandi città africane sono un crogiuolo di etnie, popolazioni (sopratutto giovani) che si spostano dalla campagna nella speranza di “salire sul carro della modernità” che la città sembra loro promettere. La realtà é ben altra ed é fatta di lavori occasionali (piccolo commercio, taxi-moto, trasporto all’ausilio di un piccolo carrettino, manodopera a costi irrisori per le costruzioni, etc), spesso incapaci di produrre un reddito sufficiente per una vita che sia…umana, perché vivere in città…costa ; c’è allora la tentazione del banditismo o della prostituzione, “attività” che rendono le periferie il luogo tipico della malavita e del propagarsi dell’AIDS. Anch’io, quando abitavo a Douala, fui aggredito due volte da giovani banditastri armati… Le case, spesso un insieme di assi e di lamiere, sono contigue e questo rende la promiscuità un fattore “normale”. Inoltre il fatto che la gente abbia lasciato il villaggio, luogo dove la tradizione ancestrale gioca ancora un ruolo di identità per l’individuo, fa si che la perdita di riferimenti culturali destabilizzi le persone; queste, influenzate da proposte culturali diverse e provenienti dalle numerose catene televisive di stampo occidentale (con molti programmi pornografici…) così come dal pullulare di cibercafé che danno accesso ad Internet, fanno presagire ai giovani camerounesi come l’occidente sia la terra dei bengodi; allora essi non coltivano che il sogno: venire in Europa, terra dipinta dalle televisioni come il giardino dell’Eden. Il lavoro dei saveriani cerca di promuovere il senso della vita, della relazione umana basata su atti “positivi” di condivisione; questo tramite delle attività culturali e religiose che diano “forma” al nuovo aggregarsi della gente. E dare speranza. La seconda attività é quella di formare dei giovani che chiedono di diventare Missionari Saveriani. Una casa a Douala (nuova costruzione che puo’ ospitare anche dei gruppi giovanili per incontri formativi) vede quest’anno la presenza di 10 camerounesi in formazione; a Bafoussam, sede della scuola di filosofia, i giovani sono 12 ed a Yaoundé, sede di una delle cinque scuole saveriane di teologia, i giovani sono 17 (appartenenti a 6 nazionalità). Otto Padri ed un Fratello sono impegnati in questa realtà che prepara il…futuro. Il Cameroun vive, contrariamente al Ciad, un lungo periodo di pace… apparente, grazie ad una “sapiente” spartizione di potere tra il Presidente della Repubblica (in carica da 24 anni…), il Primo Ministro (che é regolarmente cambiato ogni due anni), ed i Ministri, scelti dosando la rappresentanza etnica a scapito della competenza. Così questo paese, bello per le sue ricchezze naturali e ricco di gente che lavora e che ama il lavoro, non riesce a decollare. Le infrastrutture, funzionanti sino a 10 anni fa, si degradano: frequenti interruzioni di luce e di acqua, corruzione dilagante negli uffici pubblici, militari e varie polizie sulle strade a togliere dai miseri portafogli della gente i pochi soldi in loro possesso,…; la scusa é che i militari si dicono mal pagati e così si “rifanno” sulla gente; é sufficiente viaggiare da Bafoussam a Douala (viaggio che io compio una volta al mese utilizzando i mezzi pubblici) per “vedere” questo: 270 Km. di percorso e 21 “fermi di controllo”, ad ogni fermata c’é una piccola tangente da lasciare… Lasciamo da parte lo stato delle strade e dei trasporti in genere: io che, a causa del servizio che compio all’interno della vita saveriana in Cameroun ed in Ciad, viaggio molto, ne so qualcosa. Ti può capitare di tutto, anche il fatto di attendere un treno che non arriverà mai senza che nessuno ne sappia nulla o di passare due notti dentro una carrozza, in piena foresta, perché il treno che viaggia davanti (la ferrovia ha un solo binario…) ha deragliato. E’ quello che mi é capitato quest’anno.”

p. Carlo Girola