01/07/2009 – Intervista ai missionari in Camerun

Siamo seduti intorno a un tavolo, li ho qui tutti e quattro davanti, don Giusto Della Valle, don Corrado Necchi, Brunetta Cincera e Laura Pellizzari, missionari fidei donum inviati dalla nostra diocesi nelle parrocchie sorelle di Mokolo, Mogodé e Rhumzu, estremo nord Camerun, diocesi di Maroua e Mokolo. Ci siamo dati il tempo per un’intervista, ne è uscita una bella chiacchierata a voci alternate su temi diversi, spunti utili per la riflessione.
Eccoli! TEMI SCOTTANTI: LA STREGONERIA
Il vescovo Philipe, vescovo appunto della diocesi di Maroua e Mokolo, ha individuato in questi anni tre sfide forti per la comunità cristiana: la corruzione, l’alcolismo, la stregoneria. In questo periodo soprattutto il problema della stregoneria è quello che sta colpendo le diverse zone della diocesi. Si tratta di un problema davvero lacerante per le comunità, un problema che ha avuto manifestazioni anche molto violente quali pestaggi, minacce, veri e propri linciaggi anche alcuni omicidi. Un caso sugli altri è stato quello che ha colpito il preside del liceo di Mokolo che è stato ritenuto responsabile di alcuni svenimenti di donne . Contro l’uomo si è mossa una massa di manifestanti, la maggior parte giovani studenti e solo per miracolo si è evitato il peggio. Purtroppo è ancora molto radicata nella cultura locale la necessità di trovare una spiegazione anche a fatti che apparentemente sembrano non averla e questa spiegazione viene affidata alla magia. E’ necessario trovare un colpevole e
un responsabile per qualsiasi cosa succeda e questi poi deve essere punito. La cosa sconvolgente è che mentre per ingiustizie ben più gravi, per denunciare la dilagante corruzione ad esempio o per abusi civili e sociali, nessuno si muove, contro un colpevole di “stregoneria” ci sono vere e proprie violente mobilitazioni di massa. Ancora più sconvolgente è il fatto che non sono solo gli anziani o gli adulti a farsicoinvolgere in questa irrazionalità, ma anche i giovani, magari studenti, magari cristiani, anche con loro risulta difficile discutere e ragionare su questo tema. E i cristiani? Molti reagiscono con molta determinazione e magari rischiano la propria pelle per difendere le vittime di questa superstizione, molti sono ancora molto confusi e si schierano con gli artefici di questa “caccia alle streghe”.
A proposito di questo tema piuttosto urgente in questo periodo, il vescovo Philipe ha indirizzato di recente una lettera ai giovani di Mokolo denunciando questa “psicosi collettiva” e invitandoli a non dare ascolto alla crudeltà di persone stupide e ad affidarsi alla Parola di Dio per leggere la realtà e reagire con giustizia. “Ora è necessario tacere, calmarsi, pregare e domandare a Gesù di spiegarci cosa è successo e cosa dobbiamo fare oggi per riparare tutto questo male. Perché occorre
riparare tutto il male che abbiamo commesso. […] Fratelli e sorelle che credete in Gesù, mai potete accusare qualcuno di essere “divorato”dalla stregoneria. Ve lo proibisco, Gesù ve lo proibisce. È una grave colpa contro la giustizia e l’amore fraterno.”
LA PRIORITA’ ALL’EDUCARE
Un’altra priorità centrale per la diocesi di Maroua -Mokolo è sicuramente la formazione, l’educazione a tutti i livelli. Su questo tanto stanno lavorando anche le parrocchie di Mokolo, Mogodé e Rhumzu. L’attività principale forse è quella di permettere tra gli studenti delle scuole e tra i giovani in generale una certa integrazione, far nascere in loro il desiderio e la capacità di lavorare e vivere insieme. La sfida più dura è l’integrazione delle ragazze, che magari frequentano le scuole ma che poi  difficilmente riescono a partecipare alla vita di gruppo. Quest’anno è stato realizzato uno spettacolo teatrale da parte di un gruppo di giovani su una tematica che li sollecita molto, il matrimonio. Al di là della realizzazione vera e propria dello spettacolo, che ha visto i ragazzi molto partecipi ed entusiasti, importante è stato il lavoro di preparazione e di discussione che ha portato alla creazione del copione. Tuttavia ci si accorge che è difficile parlare in gruppo e condividere con gli altri alcuni argomenti, quali appunto quello del matrimonio. Più facile è aprirsi a livello personale. Molti sentono la difficoltà di decidere il loro futuro: a volte vengono indirizzati dalla famiglia al matrimonio o al
lavoro quando vorrebbero finire gli studi e realizzarsi personalmente in modo diverso.
AL VIA IL NUOVO LICEO
Si stanno svolgendo in questi mesi le selezioni per gli studenti che verranno ammessi alla prima classe del nuovo liceo di Mogodé avviato in collaborazione con la diocesi di Como. Duecentoquaranta sono i giovani che si sono presentati alla selezione e ne sono stati ammessi, dopo test scritti e colloqui, centoventi che andranno ad occupare le due aule da sessanta alunni predisposte. Nel frattempo sono state avviate anche le selezioni per gli insegnanti che verranno assunti da settembre nel nuovo liceo cattolico. Mentre i docenti dovranno essere cattolici, gli studenti ammessi sono cattolici, protestanti e musulmani. Il liceo privato di Mogodé si va ad affiancare a quello pubblico di Mokolo che dispone di centocinquanta posti l’anno e che risulta spesso sovraffollato perché qualcuno viene ammesso “a pagamento” anche se i posti sono esauriti. Tuttavia si calcola che i due terzi dei
giovani che fanno richiesta rimangano esclusi. I programmi svolti da liceo privato e liceo pubblico saranno gli stessi, ma non si può negare che una differenza c’è. A quanto risulta dai test che sono stati svolti l’80% dei ragazzi ammessi al liceo di Mogodé viene da scuole cattoliche mentre bassissima è la percentuale degli ammessi dalle scuole pubbliche. Questo perché bassissimo è il livello di  preparazione delle scuole statali che devono fare i conti con mancanza di insegnanti talvolta mal preparati e eccesso di alunni.
COLLABORAZIONE INTERRELIGIOSA
Al vescovo Philipe piace ripetere spesso una frase che suona all’incirca così: “I cattolici sono una piccola minoranza come Chiesa, ma gli abitanti della nostra diocesi sono tutti nostri”. Questo ad indicare quanto affetto e quale senso di responsabilità abbia per tutti gli abitanti della diocesi indipendentemente dalla religione di appartenenza. E questo si percepisce a nche in quelle che sono le diverse attività che vengono sempre condivise e create in collaborazione con la comunità protestante e musulmana. Forse i musulmani sono più distanti, ma c’è una buona convivenza e molti giovani musulmani partecipano alle attività proposte dalle parrocchie e dalle comunità cristiane.
DIOCESI DI COMO: ALCUNE PROPOSTE
  • “I figli unici crescono viziati” è per questo che ci auguriamo che presto la nostra diocesi riavvii il processo che porterà all’apertura di una nuova missione in America Latina, dopo aver interrotto la strada dell’apertura in Perù.
  • Che il Settimanale e gli organi di informazione diocesani offrano sempre più spunti di riflessione che siano capaci di provocare la società civile e le comunità cristiane all’azione e all’impegno.
  • In questi anni siamo stati visitati da tanti giovani e da tanti amici: ci auguriamo che ritornati nelle parrocchie questa persone abbiano il desiderio di prendere impegni fissi, stabili e forti di animazione missionaria, soprattutto, per i giovani, nell’ambito dell’educazione e della formazione.
  • Fateci conoscere e fate conoscere le diverse attività delle nostre parrocchie sorelle nella diocesi. Ora che si apre il liceo, frutto dell’impegno della nostra diocesi, ci sia chi avvii progetti di formazione edi gemellaggio nelle scuole (un esempio potrà essere la realtà di Sondalo) medie e superiori della nostra diocesi perché questi progetti sono responsabilità di ognuno di noi.
  • Educhiamo i giovani alla pace e alla mondialità… facciamoci testimoni coraggiosi…