01/10/2008 intervista a Lorenzo Zini – Rientrare dalla Missione

Sono rientrato da ormai due mesi da Mokolo. Tornare per me significa anche portare nel mio piccolo quello che ho imparato, con osciuto, vissuto in prima persona o solo come spettatore. Fa parte del compito di un “missionario” un poco anomalo come lo sono stato io, trasmettere il succo di una esperienza, è quello scambio di cui si parla, quel ponte tra due realtà, due diverse comunità cristiane,
due mondi apparentemente lontani. Allora ci ho provato anche io. Una sera con il gruppo missionario della mia parrocchia abbiamo organizzato un incontro nel quale avrei proiettato le mie foto e oltre a descrivere l’esperienza avrei lanciato qualche spunto di riflessione e qualche provocazione.
Livigno risulta essere il paese più generoso per le offerte destinate alla missione diocesana,  sicuramente anche per il legame personale con don Giusto e don Andrea. Ho pensato allora alla generosità della mia gente; a volte si fa alla svelta a metter mano al portafoglio inteneriti o impietositi
da una foto o dai racconti dei missionari, ma si fatica a andare un poco più a fondo e a prendersi a cuore una determinata realtà. A domandarsi insieme per esempio quali sono le cause che stanno dietro certe situazioni di miseria- A chiedersi come possiamo insieme e come singoli con le nostre scelte quotidiane andare alla radice e cercare un inversione di rotta, un tentativo di cambiamento. Si fatica a prendersi a cuore una situazione, molto più rapido sistemare la coscienza con una serie di bigliettoni colorati.
Penso allora al governo camerunese che guidato da oltre 26 anni dalla stessa persona gode del pieno
appoggio delle cancellerie europee prima fra tutte la Francia, quando risulta essere il Paese più corrotto dell’Africa! E ancora alla campagna in Africa del presidente Bush del febbraio scorso che proclama “Gli Usa vogliono aiutare l’Africa a debellare le grandi malattie” e regala zanzariere, quando le multinazionali farmaceutiche vietano con i loro brevetti il diffondersi dei farmaci di base per esempio per la malaria e troppo pochi possono accedervi e curarsi. E ancora al fiorente commercio
degli armamenti in cui l’Italia è in prima linea e al controllo delle fonti energetiche che ha generato e genera una serie di guerre dove l’occidente e l’Italia hanno ruolo da protagonisti! Il primo modo per prendersi a cuore una realtà è in formarsi in modo corretto e serio e non possiamo certo farlo seguendo quotidianamente Studio Aperto o un telegiornale italiano qualsiasi. Non mancano le possibilità: le antenne satellitari e internet ci danno occasione e comodità per informarci in modo oggettivo e indipendente.
Cito ad esempio il sito del centro missionario www.centromissionariocomo.it,
oppure   www.misna.it,    www.nigrizia.it,   www.mondoemissione.it,    www.giovaniemissione.it.
Ancora pensando alla generosità economica a volte stride il distacco che c’è con le realtà disagiate dietro all’angolo di casa nostra. Anche a Livigno la realtà dell’immigrazione acquista sempre maggior importanza. Albanesi, macedoni, marocchini, libanesi.. a volte sono classificati tutti sotto il termine marokin e si etichettano rapidamente con diffidenza e senso di superiorità. Non sono rari i casi di
affitti abusivi in locali non abitabili o stipendi ridotti. E allora come la mettiamo?
Non risulta evidente che queste persone hanno un passato sicuramente molto più travagliato del nostro se sono arrivai fin qui e che le loro storie sono forse molto vicine a quelle dei giovani di Mokolo e Mogodè cui quasi sembriamo affezionati e ci lasciamo intenerire. Un’attenzione dunque alle rela
zioni con gli immigrati cercando di instaurare dialogo, conoscenza, amicizia .. perché la non  conoscenza genera sempre paure e malintesi. Ho accennato poi agli sprechi cui non facciamo ancora
molto caso, quando rinnoviamo il guardaroba, quando sistemiamo l’appartamento, quando pensiamo all’automobile o ai regali. In questi tempi di emergenza rifiuti poi… Insomma attenzione alla missione è anche salva guardia delle risorse del Pianeta, nostra casa comune. E’ così difficile ricordarselo?
L’altro aspetto che volevo sottolineare era la vita della comunità cristiana. Il Vangelo di Gesù a Mokolo e Mogodè parla chiaro ai battezzati o a chi è in cammino per diventarlo. Se sei cristiano dimostralo con la vita! La comunità si ritrova per quartiere, insieme si prega e si vive la liturgia ma non solo. Insieme si prendono delle iniziative a favore del villaggio (non solo dei cristiani ma di tutti) insieme ci si
preoccupa dei malati e dei bisognosi della comunità , si valutano i problemi più seri e si cerca una soluzione, si festeggia e si partecipa al lutto o alle vicende della società. Quanto abbiamo da imparare noi, dalle nostre comunità rinsecchite, dalla storia millenaria ma sedute comodamente e chiuse in
se stesse! Riempiamo le chiese per le feste comandate, siamo tanti anche alle processioni tradizionali e ai rosari per non parlare dei funerali. Però troppe volte sembra lontana la fede dalla vita di tutti i giorni, dall’onesta, dal rispetto degli altri, dalla scala di valori. Sempre preoccupati di dividersi la “roba” ereditata e pronti a fare denuncie e liti. Ogni parrocchia della diocesi di Maroua Mokolo ha un organismo al suo interno, il comitato di promozione umana, che coinvolge la comunità a trovare risposte per migliorare la situazione di vita dei villaggi; a Mokolo si è concretizzato tra le altre
cose, con il centro di formazione professionale per
giovani in cui si insegna a un centinaio di giovani non secolarizzati la pratica per sbrigarsi nella vita di tutti i giorni. Perchè il Vangelo di Gesù sia Vangelo di Vita! Ci sarebbero tanti altri pensieri, come il sorriso dolce di una ragazza o lo sguardo concentrato di un giovane studente all’ultimo anno sul suo libro di testo. Storie di giovani come noi che con me, straniero, ricco e bianco, hanno dimostrato sempre accoglienza e calore e disponibilità pur senza risorse. Noi che viviamo in quello che ancora chiamiamo benessere e ci diciamo cristiani, invece , rispondiamo con il reato di immigrazione clandestina, barricati nelle nostre paure. Sono alcuni spunti come dicevo per non fermare il mio racconto a una cronaca di viaggio e per me, per provare a fare la sintesi, non facile, tra una vita giù e una vita, ordinaria “quassù”…
Lorenzo