1 gennaio 2012, Carabayllo – Lima – Perù
Notizie dalla missione diocesana in Perù
Carissimi come spesso succede, più passa il tempo e aumentano gli impegni, lo scrivere diventa più arduo (specialmente per uno come me che non ha questo dono). Nella mia mente però sono presenti i vostri volti e le vostre persone; mi capita spesso di pensare : “E’ tanto che non ho più notizie” oppure “come starà?”, ecc.
Si avvicina il Natale e questa festa mi ricorda il “fatto”, il “gesto” che per me è l’inizio della storia d’amore tra Dio e l’uomo, ed è il punto di riferimento del mio esistere e del mio attuare.
Quelli che più mi conoscono sanno che il testo di Paolo “Filippesi II Cap. 2, 5-11” ispira la mia esistenza. Non capirei la mia vita senza “ l’incarnazione” di Cristo e la sua “redenzione”.
Personalmente sto bene, sono contento della possibilità che Dio mi dà di “fare della mia vita un dono per gli altri”.
A volte la stanchezza, l’età, e alcuni problemi mi fanno capire la mia limitatezza, ma sono sereno e felice di vivere qui e con questa gente questo mio pezzo di storia.
Già vi ho raccontato nelle lettere precedenti la situazione di qui… continua più o meno uguale, anche se la conoscenza della gente mi permette di condividere di più la loro esistenza, le loro speranze, le diverse situazioni che vivono, i loro bisogni , ecc.
Con don Savio ci siamo divisi la parrocchia in zone per una maggior presenza: la linea pastorale è comunque condivisa e arricchita dalle nostre diverse personalità.
Vi elenco di seguito alcune esperienze:
1) Catechesi famigliare: ho potuto conoscere più persone e vivere il cammino di fede e di impegno di alcuni di loro avvenuto attraverso questa esperienza; per quanto riguarda i bambini sono più quelli che conoscono me che neanche quelli che conosco io
Incontri di catechesi famigliare
2) Vita delle diverse comunità strutturate ( cappelle che hanno un numero che varia da 1000 a 7000 abitanti ): permette la conoscenza e l’organizzazione delle diverse zone della parrocchia dove i laici hanno un ruolo predominante e protagonistico.
Cappella Las Fresas (3000 abitanti)
Cappella di Motupe (6000 abitanti)
3) I giovani: la Cresima (qui viene fatto dopo i 16/17 anni) è anche la possibilità di fare un percorso di fede e di impegno con questi adolescenti che poi si cerca di inserire nella comunità con diversi compiti . Il gruppo dei catechisti è prevalentemente composto da giovani post cresima
Catechisti Giornata di Ritiro con i Ragazzi della Cresima
4) Contatti personali, situazioni di bisogno, anziani, salute, problemi giuridici di possesso di terra, di giustizia, di casa, ecc….. si cerca di fare quel che si può…., abbiamo progetti per una Caritas zonale, per un servizio di salute e per un servizio giuridico.
Mi ha preso e mi sta prendendo abbastanza tempo essere presente in alcuni settori della parrocchia tra i più poveri, dove però io mi trovo molto bene; cerco anche di visitare periodicamente alcuni paesini sulla montagna.
In questi posti sono in corso diversi progetti, centri comunitari/cappelle (4), lavori a maglia, taglio e cucito (2), micro credito (1), ; appoggio e organizzazione per ottenere strada, luce, acqua; si fanno incontri di riflessione sulla realtà, di formazione cristiana, di preparazione al battesimo, ecc.
La Merced: Alcune donne imparano a lavorare a maglia
Chavin i primi risultati
Micro credito: Utilizzato per la sistemazione delle case (sostituzione coperture, ristrutturazione)
Mi fermo qui, per non stancarvi troppo, solo vorrei ricordare che in una comunità (Moruta) abbiamo celebrato la messa (era la prima volta) e 30 battesimi in un locale/cappella ricostruita dalla gente del posto con “adobe” (mattoni cotti al sole) e fango.
La Moruta: Lavori di ricostruzione locale comunitario/cappella (Prima)
La Moruta: Celebrazione Battesimi (ora) La generosità degli amici italiani ha procurato parte del materiale e il tetto. E’ stata una cosa bellissima.
Altro progetto
La Merced: Preparazione scala per accedere alla Cappella che verrà costruita
Rimangono in cantiere tutti i progetti non ancora realizzati, ma continuerò il racconto in modo più specifico durante il mio ritorno in Italia che se Dio vorrà avverrà il 27 di gennaio.
Per il momento auguro a tutti un felice Natale: che il Cristo che si fa come noi per farci come lui ci spinga a lasciare i nostri “privilegi” per condividere la situazione di ogni uomo!
Vi abbraccio tutti con tanto affetto.
Hasta pronto! Don Umberto