10 dicembre 2006, Mogodé – Mokolo CAMERUN Segni di speranza in una giovane Chiesa

Carissimi amici,
incominciato il tempo di preparazione al Natale, vorremmo augurarvi un buon cammino condividendo con voi la gioia per alcuni “segni di speranza” che già e ancora dicono la presenza del Signore in mezzo a noi.
In questi giorni abbiamo incominciato a scavare la fondazione per quella che sarà la chiesa parrocchiale di Mogode. E’ un’opera materiale ma alle spalle c’è la vita e la storia di una comunità con le sue fatiche e le sue attese. Il villaggio di Mogode si trova geograficamente al centro della nostra parrocchia ed è anche sede del Comune e degli altri uffici pubblici. E’ un villaggio a prevalenza musulmana. E’ presente – dagli anni trenta – anche una vivace comunità cristiana protestante. Invece l’arrivo dei padri missionari cattolici, negli anni cinquanta, non ha trovato accoglienza. Solo negli anni sessanta si è potuto dar vita ad una piccola comunità cattolica; ma si è sempre sentita in minoranza e ha fortemente sofferto, alla fine degli anni ottanta, per l’uscita dalla comunità di alcuni cristiani divenuti musulmani. In questi ultimi anni però è molto cresciuta: numericamente e anche qualitativamente. La piccola aula-cappella è insufficiente per la messa mensile di settore. Immaginarsi per le celebrazioni a livello parrocchiale. Da anni è incominciata la raccolta di fondi. Ogni piccola comunità di quartiere ha dato, e continua a dare il suo contributo. Si è incominciato a scavare … non sappiamo quando ‘inaugureremo’. Siamo contenti di accompagnare questa gente in questo lavoro. Anche la chiesa di mattoni aiuta a sentirsi più comunità.
Una Chiesa che cresce nella sequela del Signore la vediamo nel dono di tre nuovi preti: Gilbert, Mathias e Richard. Sono stati ordinati sabato 25 novembre. Il clero diocesano cresce: ultimamente, ogni anno, due o tre preti si aggiungono al presbiterio. E’ stata come sempre una lunga, solenne, sentita celebrazione. Ci è piaciuto sentire l’affetto e la fiducia del Vescovo per i suoi preti: scommette su di loro! Ci è piaciuta l’accoglienza e la festa della gente: li attende per lavorare con loro. Insieme, preti e fedeli, siamo chiamati a continuare l’opera del Signore che è sempre con noi.
Ormai quasi al termine del raccolto, hanno ripreso le scuole e i corsi di formazione per i giovani che vogliono e che hanno la possibilità di qualificare le loro capacità lavorative. Le scuole e/o centri di formazione non sono molti, visto il numero elevato di giovani e le limitatissime possibilità di lavoro. Ma è un segno di speranza appunto! Imparare qualcosa di falegnameria, un po’ di saldatura, il cucito, il ricamo. Imparare qualche tecnica in più per migliorare la produzione agricola e iniziare o migliorare il piccolo allevamento (maiali, polli, capre). Da anni incoraggiamo e sosteniamo i centri di formazione di Mouda e di Moutourwa – gestiti dai padri del PIME. Dallo scorso anno anche a Mokolo Mboua, sotto la direzione di don Giusto, un centro di formazione biennale ha aperto le porte. Da cosa nasce cosa. Importante è seminare! E Qualcuno ci ha detto di seminare abbondantemente e ovunque. Con fiducia.
E’ anche arrivato il termine per la formazione nei due grandi centri di formazione della Diocesi: il centro ‘Emmaus’ e il centro ‘Jericho’. Entrambi hanno accompagnato dodici coppie, rispettivamente per due e un anno. Altre coppie prenderanno il loro posto nel mese di gennaio-febbraio. Molto forte la loro testimonianza: hanno lasciato la loro casa, i loro campi, le loro occupazioni per una formazione che torna utile a loro ma che sono chiamati anche a ‘condividere’ con i fratelli nelle loro comunità e villaggi. A Emmaus, la formazione è più specificatamente pastorale – catechistica. A Jericho l’accento è maggiormente posto sull’agricoltura. Rientrano a casa e ricominciano, continuano. Siamo ‘fortunati’ ad avere questi due centri di formazione. Non sempre è facile trovare coppie adatte e disponibili. Ma la perseveranza premia e la formazione è la strada giusta.
Nella linea della formazione è stata anche l’apertura ufficiale di un’altra scuola privata cattolica, a Mogode. Quest’anno si è incominciato con la prima e la seconda elementare e poi crescerà. Questa scuola ‘aiuta’ e alleggerisce un poco la scuola pubblica che conta ancora più di 1000 alunni. Il tasso di analfabetismo è ancora alto ma cresce anche la sensibilità nei confronti della scuola.
A Mokolo ha aperto le porte una scuola per sordo-muti. Piccolo, concreto segno per un bisogno presente nelle nostre comunità. I bambini sordo-muti hanno la possibilità di imparare qualcosa e di allargare il loro ambito di vita. Per ora ci sono due classi: prima e seconda elementare. Alcune famiglie hanno aperto le porte di casa per ospitare uno o due bambini: non c’è vitto o ‘collegio’.
Con la diocesi si è ripreso e scelto di nuovo di puntare sulle piccole comunità di quartiere. E’ una scelta fondamentale per la Chiesa in Africa. Con gioia abbiamo ripreso insieme ai responsabili di comunità e i catechisti, a formare i cristiani all’importanza di ritrovarsi in piccole comunità di quartiere (le C.E.V. = comunità ecclesiali viventi). E lo crediamo: in piccole comunità di 20, 30 persone – è più facile vivere e testimoniare la fede; più facile no, ma certamente più vero. Forse durante l’anno qualche grande comunità – 100/150 battezzati – troverà la forza di crescere e di dare vita ad altre comunità.
Carissimi, condividendoci questi segni di speranza, ci associamo a voi per chiedere al Signore il dono di una fede sempre più viva, capace di ‘vedere’ e di cogliere la sua presenza che anima e trasforma il mondo.

Con amicizia, don Giusto, don Angelo e don Andrea.