Sono in Siberia da 13 anni. Stando al documento pro Russia che è per noi una sorta di linea guida noi siamo qui per cercare, riunire, curare i cattolici sperduti soprattutto dopo le deportazioni Staliniane. Il territorio e’ immenso e noi siamo una piccola minoranza.
Una speciale cura diamo alla conoscenza della “sorella” Chiesa Ortodossa che per tanto tempo ha sofferto e seminato sangue di martiri. Conoscere per capire, apprezzare, amare e dialogare. Per noi qui e’ una grazia speciale. Richiede pazienza, stima dell’altro e quella fede e carità, tutti doni del Signore.
La priorità come da voi è anche qui l’evangelizzazione fatta di presenza, di incontro occasionale, di testimonianza per Gesù il Signore. A noi tocca seminare… e curare il terreno perché questo seme germogli. La forza è nel seme e nella pazienza del seminatore.
Qui ci colpisce da una parte la sete di Dio e dall’altra la catastrofe seminata dall’ateismo. Oggi si dimentica e la gente si affida al liberalismo selvaggio.
Qualche volta mi dicono:”Siamo in Russia” come per dire che e’ difficile capire. In realtà però la Russia è una terra di santi, di dolore, di grandi geni …
la Russia è grande come il suo cuore che è stato ferito, malmenato e straziato.
La Madonna della tenerezza con i suoi occhi tristi guarda il dolore della Russia e indica che il consolatore è tra le sue braccia ed è Gesù. Accogliere Lui porta la vera gioia.
Ringrazio il Signore per questa speciale vocazione e vi chiedo di non dimenticarci.