In questo periodo ho occasione di venire a Maroua. Ne posso approfittare. Non sarà sempre così… Va beh!
Ringrazio Lorenzo che mi dà una mano per raccontarvi qualcosa sulla festa nazionale dei giovani… Gli alunni delle decine di scuole di Mogodè (pubbliche, private, dei genitori) sfilano davanti alle autorità. L’istruzione arriva in modo sempre più capillare nei villaggi. Specialmente i liceali sono di un numero impressionante, nella loro tenuta azzurra. Il dubbio che viene è sul dopo… Quali sbocchi? Saranno disposti a tornare a lavorare la terra, che qui dà da mangiare?
Aspettavo da tempo la sua visita: il primo serpentello mi ha salutato. Prima o poi arriverò anche ai leoni…
a presto
don Corrado
“42° Fete de la jeunesse”
L’11 febbraio in tutto il Cameroun si festeggia la giornata della gioventù. E’ la 42° edizione. La vigilia, radio e televisione di Stato trasmettono il discorso del Presidente Paul Biya. Quest’anno la ricorrenza si è sovrapposta alla sconfitta della nazionale camerunese nella finale della Coppa d’Africa. Poco male. I giovani, e la gente in generale, non perdono occasione per festeggiare comunque.
Nei centri principali si radunano i giovani studenti di tutte le scuole dei dintorni. Le autorità civili, religiose e tradizionali si accomodano in tribuna. La gente si affolla per curiosare. Tutto intorno si dispongono donne, bambini e uomini che vendono un po’ di tutto, formando un grande mercato. I colori degli abiti più belli sfoggiati per l’occasioni, treccine colorate per ragazze e bambini, musica, odori di cibi fritti, carne, bil-bil e… polvere. I soliti bulletti con occhiali da sole e jeans stracciati come si vede alla tele. I tempi sono lunghi ma la gente non si inquieta per questo.
Solo nella zona di Mogodè, regione dei kapsiki, nella provincia dell’Estremo Nord del Cameroun ci sono migliaia di allievi tra scuole primarie e l’unico liceo pubblico. Il prossimo anno si calcola che un migliaio di ragazzi potrebbe entrare nella scuola secondaria, ma i posti ufficiale sono solo 120.
Ascoltiamo i consueti -e retorici- discorsi delle autorità, farciti di grandi elogi e promesse che si rinnovano ogni anno. Tuttavia l’atmosfera è festosa: colori, musiche, danze e canti. E le grandi sfilate di tutti gli istituti scolastici a passo di marcia, con la bandiera della “chère Patrie”, cantando gli inni ripassati centinaia di volte e con la divisa della scuola. I ragazzi attendono questa occasione e vanno orgogliosi delle loro sfilate davanti alla tribuna che ricordano molto le parate militari che si ripetono alla tv di Stato per far lustro agli occhi di tutti…
Incontro Chao Zra, 19 anni, studente al terzo anno della scuola secondaria. Viene da un villaggio vicino, ma alloggia qui a Mogodè insieme ad altri 4 giovani come lui. Secondo lui , la “Fete de la jeunesse” è una bella occasione per festeggiare, per sfilare e per mostrare l’orgoglio della gioventù camerounese. Gli chiedo di parlarmi di come vivono i giovani. Comincia dalla famiglia: i suoi genitori si sono disinteressati dell’avvenire dei figli. Il padre si è dato all’alcool. Se vuole frequentare la scuola, deve lavorare sodo, nei campi, d’estate, per pagarsi le spese ordinarie. “Un giovane -mi dice- ha bisogno dell’educazione della famiglia, per il lavoro, per la serietà, per i valori, per costruire l’avvenire. E’ facile, se la famiglia si disinteressa di te, lasciarsi andare a cattive abitudini. Soprattutto alla pigrizia, che inganna parecchi qui. A causa della mancanza di “inquadramento”, i giovani, ragazzi e ragazze, si lasciano condurre da abitudini sessuali senza regole e l’AIDS si propaga”. In effetti “Si parla di prevenzione, ma solo per dire che si è fatto qualcosa e, quindi, poter intascare i soldi che il governo e le ONG stanziano. Per come venga usato questo denaro, poi, è tutto da valutare”. Continua con la scuola: “I posti sono pochi. Chi ha la possibilità di frequentare, condivide la lezione con ottanta-cento compagni e di professori veri, formati, non ce ne sono. Non sono rare le ore buche e i libri sarebbero troppo cari da comprare. Il tasso di fallimenti agli esami è altissimo. E dopo la scuola superiore andare all’università è lusso per pochi. Il lavoro più sicuro è ancora quello nei campi”. Gli chiedo della corruzione nella scuola. Mi risponde: “Nelle verifiche prendo i voti migliori, ma alla consegna della pagella risulto sempre a metà graduatoria. Perchè?” All’ordine del giorno sono anche i professori che ricattano le ragazze: Vieni a casa mia o non avrai la sufficienza. Le ragazze non ribattono mai a un uomo, figuriamo a un prof… Mi hanno parlato in tanti di questa violenza, neanche tanto velata, nelle scuole nei confronti delle ragazze. La corruzione è dappertutto a conferma delle graduatorie stilate dall’ONU che vedono il Cameroun tra i primi al mondo. Eppure il suo Governo gode del favore dell’occidente da 25 anni…
Incalzo l’amico Chao Zra e gli chiedo perchè i giovani, così numerosi, non protestano, non si raggruppano per far sentire le loro ragioni? “On va faire comment? Cosa dobbiamo fare? Qui se qualcuno si lamenta, disturba. E se disturba viene segnalato alle autorità locali: può essere escluso dalla scuola, può intervenire la gendarmerie”. I giovani hanno paura, la sottomissione alla figura del capo, all’autorità è molto sentita. Ci sono stati anche -continua- casi di avvelenamento.Veri o presunti. Chi si prende la briga di alzare la voce?
Mi chiedo se ci sia poi davvero l’occasione di festeggiare allora… Lui mi risponde: “C’è sempre un motivo per festeggiare”. La festa continua al “cabaret” dove, con qualche franco, si prende il vino locale. E’ sera. Tutti gli studenti si avviano verso i propri “sarès” per riposarsi un po’. Domani le lezioni riprendono.
Lorenzo Zini