15 dicembre 2016, Natale del Signore 2016

Natale del Signore 2016

Carissimi

come state? Certamente è la prima domanda d’obbligo e sempre con la speranza, nonostante gli anni che passano, di trovarvi tutti bene. Il S. Natale si avvicina a grandi passi ed io non voglio mancare al mio appuntamento con voi, con le vostre famiglie e tutti i vostri cari. Veramente, la temperatura ancora abbastanza mite per essere nel New England e le piante ancora colorate d’autunno mi hanno fatto perdere la realtà del tempo che passa. Sono stata risvegliata dal suono del campanello della “Salvation Army” (Esercito di Salvezza) che alle porte dei negozi richiama l’attenzione dei passanti per chiedere aiuto per i poveri per le prossime festività, e dei negozi che con un colpo di bacchetta magica si sono trasformati in paesaggi natalizi che per attirare la gente offrono il meglio di se stessi.

Guardando la realtà che vicino e lontano ci circonda, mi vengono in mente le parole di Papa Francesco quando a New York, tralasciando una cena con i diplomatici, è andato nella Parrocchia di St. Patrick per incontrare un gruppo di “homeless” (senza casa), ha detto: “Il Figlio di Dio è entrato in questo mondo come uno che non ha casa…e ha saputo camminare nella vita senza un tetto”. La storia dei senza tetto è lunga come tutta la storia ed anche oggi è una grave e triste realtà. Ho negli occhi uomini, donne e bambini che lasciano le loro terre per cercare un rifugio sicuro, i nostri terremotati così ancora provvisori, la realtà in cui ora mi trovo che mi fa incontrare homeless che chiedono la carità a tutti gli incroci delle strade. Pensando che solo a Worcester e dintorni le statistiche dicono che ci sono circa 1.500 senza tetto, condivido con voi la storia di qualcuno di loro.

Dianne è una signora di poco più di 50 anni. Ha lavorato per vari anni, ma poi perdendo il lavoro a causa della salute ha perso anche la casa. Ha due figlie ed un figlio, tutti sposati, ed ha ancora il padre che vive con la sorella, ma lei da 15 anni vive sotto le stelle. L’ho conosciuto più di 5 anni fa quando ho iniziato il volontariato alla Soup Kitchen (mensa dei poveri) della Parrocchia di St. John. Dianne ha fatto varie domande a tante organizzazioni che si occupano degli “homeless” ma finora non ha ricevuto alcuna riposta. Ultimamente deve usare il camminatore a causa di un ginocchio che deve essere operato, ma non può perché non ha casa. Il più delle volte passa le notti nel bosco, ma a causa degli uomini non è un posto sicuro. Così Dianne per far perdere le tracce dorme una notte nel bosco ed un giorno sulla spiaggia del Lago Quinsigamond dove c’è anche lo sguardo protettivo della polizia, e quando può al Mc Donald o alla stazione. Eppure questa donna pensa sempre agli altri; conosce problemi e difficoltà di tutto il popolo di St. John e quando arrivo li affida alla mia preghiera. Ultimamente, mentre passava la notte alla stazione ferroviaria, incontra Thomas, un giovane arrivato da un altro Stato e pure lui homeless. Diane l’accompagna al Mc Donald gli offre una buona colazione e al mattino lo porta alla mensa introducendolo al responsabile perché@ lo aiutasse.

Ryan è un giovane signore di 25 anni e con la sua compagna Tracy vive sotto il ponte della ferrovia di Worcester. Con dei bancali coperti di cartoni e stracci ha fatto dei letti dove passare la notte. Essi sono “clean – puliti” ossia né drogati né alcolizzati e non hanno problemi con la polizia, l’unica loro colpa  è quella di aver perso il lavoro e di conseguenza anche la casa. Una volta a Ryan è stato offerto un lavoro, ma quando l’offerente ha saputo che era homeless gli ha detto: “mi dispiace, ma non posso assumerti perché@ ho bisogno che al mattino tu venga al lavoro pulito, sbarbato e in ordine”. Ryan e Tracy hanno avuto anche un bambino, Gage, che sono riusciti a tenere con loro per 3 settimane fin quando il Dipartimento di Protezione del Bambino che lo ha preso ed affidato ad una famiglia. Come loro sotto il ponte ci sono altri due abitanti “puliti”. Tutti loro potrebbero andare a dormire nei vari rifugi della città, ma preferiscono stare nella loro abitazione sotto il ponte perché andare al rifugio significa difendersi dalla droga, dall’alcool, dai ladri e della cimici. Sotto il ponte si aiutano reciprocamente. La polizia li conosce, si fida di loro e una volta gli hanno detto: “qui voi siete un po’ come la Polizia perché tenete “clean” l’ambiente”. Anzi, dato che intorno c’è tanta droga Ryan può usare le medicine del pronto intervento per salvare qualche vita. Qualche volta viene assunto per dei lavoretti, ma guadagna di più chiedendo la carità. Quando insieme raggiungono 70 dollari vanno nel Motel della Città di Worcester dove per una notte possono fare la doccia e riposarsi bene. Ryan vorrebbe avere una piccola abitazione dove poter avere la sua famiglia, ma dice: “Non posso avere una casa perché@ non ho un lavoro e non posso avere un lavoro perché’ non ho casa.”

Tania e la figlia Dana una sera alla fine di ottobre sono state buttate fuori di casa dalla sorella. Conoscendo Susy, una nostra sorella che lavora a Our Lady of Providence, hanno raggiunto a piedi la Parrocchia e Susy le ha portate nella nostra comunità. Le abbiamo accolte per una notte con la speranza di trovare al più presto almeno una stanza dove poter abitare. Invano in tutta Worcester! Cosi la decisione di andare in Florida da una cugina all’inizio di dicembre. Nell’ attesa condividono con noi la vita e la casa. Quanta sofferenza e lacrime nella loro vita! Qui a Worcester hanno sperato di rifarsi una nuova vita, ma per loro non è ancora arrivato il tempo. Noi, come Missionarie di Maria che hanno il carisma dell’Onnipotenza Misericordiosa, crediamo che questa ospitalità è un dono di Dio per concludere il Giubileo della Misericordia.

Papa Francesco incontrando 6.000 senza tetto alla fine di questo Giubileo della Misericordia ha detto loro: “Non smettete di sognare, insegnateci a sognare!”. E’ un invito rivolto anche a tutti noi che siamo tentati di lasciarci cadere la braccia di fronte alla realtà. “Guardate in alto” dice il Signore “perché@ la vostra salvezza è vicina”. E’ quel Bambino senza tetto nato a Betlemme. E’ Il Signore Gesù che compie nuove cose in noi ed intorno a noi ogni volta che gli facciamo casa nel nostro cuore.

Allora, Buon Natale! Auguri carissimi a tutti voi per un S. Natale ed un Nuovo Anno pieni del sogno del Signore Gesu’!

Suor Laura Canali