Che dire della mia missione?
Kerak è il secondo paese dopo Amman la capitale, più importante della Giordania, Kerak è adagiato sui monti (siamo a 1100 m slv) che circondano la famosa valle di Moab, di qui passò Mosè che dall’Egitto con tutto il popolo israelita, arrivò al Monte Nebo (Jebel Mouse – Monte di Mosè) dove morì. Da Moab venne Ruth la moabita delle cui discendenze venne il Re Davide. In fondo alla valle a nord s’adagia il Mar Morto che va a finire in Israele. Nelle notti serene riusciamo a vedere le luci di Gerusalemme. La storia di questi posti è molto ricca e antica, poco lontano da noi, ci sono i resti di Sodoma e Gomorra ed altre città antiche. Esiste pure una formazione di terre e Sali che dicono sia la moglie di Lot salificata. Poi ci sono le rovine dei castelli dei crociati costruiti sui monti attorno alle città per difesa e ante altre cose interessanti. Le noadi del deserto, Petra, Jeresa etc. Ma cosa facciamo noi qui? È molto importante la nostra presenza in questi paesi musulmani: Lavoriamo in ospedale che appartiene a una società caritativa italiana C.N.S.M.I. comprende il nostro ospedale qui al Kerak, l’ospedale italiano di Amman (da dove siamo venute via per mancanza di suore dopo averlo passato alle suore irakene, Domenicane dell’Apparizione). C’è anche un ospedale ad Haifa (Israele) a Damasco (Siria) e in Turchia.
Il nostro qui a Kerak non è tanto grande ma comprende tutti i servizi essenziali, medicine, chirurgia, maternità, dialisi, raggi X, laboratorio. I nostri pazienti sono per la maggior parte musulmani, i cristiani di ogni confessione sono la minoranza però vivono bene insieme senza rivalità. Il nostro lavoro oltre alla parte sanitaria consiste nel donare accoglienza serena e professionale senza distinzione né di razza né di religione. Abbiamo pazienti di ogni tipo ricchi, operai, poveri, beduini etc. Ci sono tanti stranieri dall’Egitto, dalle Filippine, dallo Sri-Lanka, ai quali sono riservati i lavori manuali e pesanti, molte volte specialmente le ragazze, che sono a servizio di famiglie arabe, sono trattate molto male.
Anche noi suore siamo rimaste in poche e non più giovani, ma teniamo duro perché la nostra presenza qui fatta di carità e preghiera è molto importante per le comunità cristiane.
In settembre ci sarà il Sinodo per le Chiese del Medio Oriente. C’è un grande bisogno di unità tra le varie confessioni cristiane, unitevi a noi nella preghiera perché possa portare frutti copiosi di unità e rinnovato fervore.
In questo momento dalle torri dei minareti il Meuscem sta lanciando il grido di invito alla preghiera e si può vedere anche qui in ospedale che i più musulmani stendono il loro tappeto e rivolti alla Mecca pregano. Ad ogni occasione invocano il nome di Dio, Allah misericordioso, Allah pietoso. Qui le donne sono tenute ancora sotto la potestà del marito o del padre. La maggior parte porta il velo integrale. Anche le nostre infermiere hanno maniche lunghe e velo parziale anche in servizio.
Per quanto ci è possibile cerchiamo di far loro capire l’importanza di una graduale emancipazione e istruzione che piano piano possano essere liberate, nel modo giusto, dal dominio maschile. La nostra carissima Regina Rania sta facendo moltissimo per l’educazione. La Giordania è un paese generoso, accoglie tutti ed è l’unico paese del Medio Oriente in pace, nonostante sia circondato da Paesi quasi sempre in guerra. La Caritas internazionale con la quale noi collaboriamo aiuta moltissimo i profughi irakeni. A nostra volta cerchiamo per quanto ci è possibile di aiutare i poveri che bussano alla nostra porta. Penso di non averti confuso le idee, il modo più bello per capire la ricchezza storica di questi posti è di visitarli.