19 gennaio 2008, Cameroun – Mogodé Eccomi qui! Appena arrivato

Sono don Corrado.
Sono arrivato!
Sono a Mogodè dal 7 Gennaio, accompagnato dal Vescovo Diego e il resto della “Delegazione italiana” come si dice pomposamente qui.
Mi hanno preparato una cameretta sciccosissima… Sul soffitto, proprio sopra il mio letto -ormai abbiamo fatto conoscenza- un bel ragnetto marrone che mi aspetta ogni giorno. Si sposta avanti in dietro a secondo della luce solo di 10 cm. Un po’ più ingombrante il grande grillo che già due volte è venuto a trovarmi.

18 Gennaio 2008
Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani.
Oggi inizia la Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani. Non c’è che dire: un buon inizio. Insolito per chi, in Italia, non è abituato a convivere con cristiani di diverse comunioni.
E’ l’incontro della commissione per la traduzione della Bibbia in Kapsiki. E’ il primo incontro africano in una commissione a cui partecipo.
Siamo a Karantchi, vicino a Kossahai (si scrive così?). Una comunità dell’Eglise Fraternelle Lutherienne ci accoglie. Oggi ci sono i rappresentanti di tre chiese: i padroni di casa, i cattolici e l’Eglise Evangelique du Cameroun.

  • Stile africano?
Pere Felix ha convocato a sorpresa la riunione, che, per molti, significa ore di cammino. Ma lui non c’è. Noi possiamo muoverci in Toyota. La sveglia è alle 6.30. La riunione è alle 9.00… ma comincia alle 10.30. Mi assicurano che non è sempre così.
  • Mattias
Mattias è infermiere a Maroua e vicepresidente della commissione. E’ arrivato con la sua moto. Porta gli occhiali. E’ un tipo mite, corretto. Subito salta all’occhio una caratteristica della gente del posto. Di fronte al disappunto europeo per la mancanza del presidente, del “capo”, Mattias cerca a tutti i costi di trovare giustificazioni: Si sarà sentito male, avrà avuto contrattempi… Il capo ha sempre ragione. Senza di loro l’incontro è sospeso o è difficile prendere decisioni definitive. Va sempre difeso, scusato. Quello che dice lui va bene. Sono ancora in pochi quelli che sono capaci di mettere i capi di fronte alle loro responsabilià quando sono latitanti.
All’inizio della riunione richiama l’importanza del lavoro di traduzione della Bibbia che si sta svolgendo: “Potete essere dottori o professori… ma se non sapete leggere e scrivere la vostra lingua non siete di nessuno…”
Alla fine tocca ancora a lui ringraziare: “Grazie per la vostra presenza. Possiamo essere, cattolici, protestanti o altro, ma tutti siamo prima figli dello stesso Padre, fratelli in Cristo” Grazie Mattias per avercelo ricordato.
  • Ospitalità
Si termina verso le 13.00 con un mega piatto di riso con spezzatino di capra. Si mormora che è troppo per una piccola comunità, ma l’ospitalità è sacra. Per accogliere bene l’ospite si è disposti anche ad indebitarsi.