Carissimi AMICI, seguendo quella che ormai è diventata un abitudine, vi raggiungo con questo mio scritto in occasione del Natale per farvi i miei auguri e per raccontarvi qualcosa della mia vita qui in Perù.
Personalmente sto abbastanza bene con qualche problemuccio dovuto “al passar degli anni” però credo sia tutto sotto controllo.
Abbiamo finito anche questo secondo “anno pastorale” e ringrazio Dio per tutto quello che mi ha fatto vivere assieme alla gente che Lui ha messo sul mio cammino. L’entusiasmo è sempre presente, anche se a volte la stanchezza non manca.
Il Natale, come sempre mi ricorda quello che per me è il punto di riferimento del mio modo di vivere la fede: Cristo, Dio fatto uomo, è morto per gli uomini ed è vissuto con gli uomini, per cui la mia vita la misuro sulla mia disponibilità ad essere per e con gli altri!
Qui si cerca di continuare nel lavoro secondo il Piano Pastorale; la nostra parrocchia, come ho detto altre volte è atipica perché formata da gente relativamente nuova che viene dalla sierra e dalla selva (generalmente povera) oppure da altre parti specialmente dalla città per installarsi in case nuove (a riscatto).
Credo che il punto forte della pastorale è la catechesi famigliare che quest’anno ha raggiunto (geograficamente) quasi tutta la parrocchia (ricordo che sono più di 60.000 abitanti!) e la catechesi per la cresima che raggiunge giovani tra i 15 e 18 anni; è dalla catechesi che nascono gli animatori di comunità e nuovi ausiliari catechisti.
Ho incominciato ad andare un po’ più spesso in alcuni settori della parrocchia, nel tentativo di favorire piccole comunità. In alcune ho incominciato a celebrare la messa una volta al mese; l’ho fatto con qualche titubanza, nel senso che loro non sono abituati alla messa, però ho fatto questo pensiero che sempre ricordo loro: nella Croce, Cristo ha dimostrato che la sua vita è un dono al Padre e agli uomini e nella messa noi abbiamo la possibilità di rendere presente questo Cristo che si dona e vivere di nuovo con lui questo suo gesto di amore … e allora perché non farlo?
Le altre attività che già conoscete vanno avanti nella norma. La nuova esperienza con il dopo scuola nella zona Chavin e Moruta è stata molto bella. Il micro credito ha permesso alle famiglie di migliorare la loro situazione… e così via.
Rimane il progetto di fare una “Caritas zonale” con l’obiettivo principale di dare una risposta ai problemi della salute e di istituire un “sevizio giuridico”; il tutto basato principalmente nel volontariato coordinato da una persona a tempo pieno. Non è facile, però io lo vedo come necessario se si vuole accompagnare la gente nella vita concreta. La Caritas di Como ha promesso di aiutare!
Per il resto si va avanti bene: aumentano i battesimi, i matrimoni, la gente in chiesa, ecc. anche se per me questo è spesso una espressione religiosa che non sempre arriva a cambiare la vita secondo il Vangelo… ma sicuramente Dio agisce
Tempo fa ho vissuto un bel momento per la visita di Riccarda di Solzago e di mio nipote Angelo con i quali abbiamo passato bei momenti e penso siano ritornati con “qualcosa in più” da questa breve esperienza.
Adesso aspettiamo don Ivan e don Roberto che ci accompagneranno nel cammino . Personalmente penso che il loro arrivo ci farà bene e inietterà nuova vitalità in questo progetto missionario e poi …. si passerà il testimone.
Vi lascio con un caloroso abbraccio, Vi ricordo con affetto e simpatia e con l’augurio di Natale: che il Signore ci aiuti ad avere gli stessi sentimenti di Cristo Gesù, il quale… (Fil. 2,6 ss.).
Umberto