23 ottobre 2010, Zway – Etiopia Buona giornata missionaria da una nuova missione!

Carissimi amici,
vi penso tutti bene e vi invio un saluto…da Zway.
In tanti anni vi avrò già abituato a qualche sorpresa. Stavolta ci sono due notizie che hanno preso di sorpresa anche me.
La scorsa estate, quand’ero in Italia per un poco di “ferie”, i dottori mi hanno sorpreso dicendomi che avevo da operare una caviglia se volevo risolvere i problemi che mi portavo dietro da tempo. Così, il 18 Agosto ho fatto un’artroscopia ai legamenti della caviglia sinistra, per cominciare bene un nuovo anno scolastico… Speriamo che questo intervento basti per ora.
Al mio rientro ad Addis-Mekanissa, pur con le stampelle, ho trovato tutto regolare…anche la mia ripresa a camminare quasi come una persona sana.
Sennonché… ecco la seconda sorpresa. A metà settembre l’Ispettore (il mio superiore religioso) mi ha chiesto di venire incontro a un’emergenza di personale, spostandomi alla missione di Zway, come direttore ed economo. Mi hanno lasciato il tempo per sistemare l’amministrazione di Mekanissa e per impacchettare le mie cose… ed eccomi qui a Zway, dal primo Ottobre. Da qui vi scrivo la letterina che sono solito mandare per la giornata missionaria della terza domenica di Ottobre.

Non vi nascondo che anch’io sono stato preso dalla velocità di questo spostamento, anche se Zway lo conosco da tempo e dista soltanto 160 Km dalla capitale. Si dice nel nostro ambiente salesiano che chi fa l’obbedienza non sbaglia e sono stato disponibile anche questa volta dopo un solo anno di lavoro a Mekanissa. Giriamo pagina per la terza volta in 5 anni, ed eccomi qui a Zway, bella cittadina lungo la Rift Valley, nello Shoa a sud di Addis Abeba. La missione è stata aperta nel 1986 da don Elio Bonomi (grande missionario bresciano, morto a 52 anni nel 1993 e sepolto proprio qui a Zway). Dopo quasi 25 anni è una fiorente attività missionaria, con la presenza delle nostre suore FMA e dei volontari, Amici del Sidamo. Zway ha dato vita a un’altra missione ora indipendente: Adamitullo.
A Zway ho trovato ad attendermi una comunità cristiana vivace, tanti giovani (circa 1200 solo nelle nostre scuole), una comunità salesiana piccola ma attiva formata da 4 salesiani etiopici oltre a me. C’è la Parrocchia con due cappelle esterne. C’è un Oratorio molto frequentato nei suoi cortili spaziosi. Ci sono le scuole, dalle prime classi elementari fino alle ultime delle superiori. Abbiamo un Aspirantato con 25 giovanotti che vorrebbero provare la vita salesiana, mentre frequentano le Superiori, ci sono i volontari Giacomo e Alessandra con il piccolo Emanuele, che seguono dei progetti di sviluppo e promozione della donna molto interessanti, di cui vi parlerò in una prossima occasione.
Tutto bello, ve l’assicuro…e sono certo che mi troverò bene, anche se bisogna far fronte ai soliti “problemi di sopravvivenza”, questa volta ancora più acuti di prima.
Siamo come i discepoli di Gesù, “inviati senza troppo cibo nella bisaccia, senza cambio di tunica e di calzari”. In poche parole siamo quasi a zero, finanziariamente parlando. Potrei dire che questa è stata la terza sorpresa di questi ultimi giorni.
Voi mi direte invece che è un motivo in più per fidarsi della divina Provvidenza che pensa “agli uccelli del cielo e ai fiori dei campi…” e perciò a tutte le nostre necessità.
Io faccio questo atto di fede nel Buon Dio, mentre invio questa stessa lettera ai miei superiori che mi hanno messo in questa situazione precaria, un poco a mia insaputa. Loro penseranno ai bisogni immediati, mentre a voi chiedo ancora una volta di darmi una mano per cominciare col piede giusto…questa mia nuova missione.
Sono fiducioso e sereno come al solito, mentre vi saluto, assicurandovi che sto benino e che mi faccio portavoce della gratitudine di tanti bambini, giovani e anche adulti che vivono in questa bella missione di Zway.
Con un ricordo nella preghiera, vostro don Mario.

 padre Mario ROBUSTELLINI