Usciamo da un periodo ricco. Abbiamo accolto don Felice Cantoni nella nuova missione di Ngwetchewe. E il capo, don Stefano, è venuto a trovarci. Sono iniziate le sessioni di formazione per le donne, i catechisti, gli animatori dell’ACR… I lavori della casa a Rhumzu sono ormai finiti. Nella nuova cucina si è intruffolata una gallina: ha deposto 14 uova e stava covando, ma un gatto… Il prezzo dei cereali è alle stelle. Ogni giorno asini carichi di sacchi di mais scendono in Nigeria. Speriamo che la sete di guadagno non abbia fatto perdere la testa e che ogni famiglia abbia conservato il necessario per vivere, se no, ad agosto, sarà dura… Quest’anno il freddo non vuole venire, così alcuni pozzi cominciano ad essere vuoti già a Gennaio.
Dal Cameroun, connessione permettendo…
Mamma, mi hanno ristretto il pisellino!
Il fatto è raccontato tra i missionari come barzelletta, e lo sarebbe, se non stesse diventando qualcosa di serio e se, di tanto in tanto, non tornasse, causando anche dei morti. A Maroua un ragazzo ha rischiato il linciaggio. Ha stretto la mano ad un suo compagno per salutarlo e… “Aaaaah, mi si è ristretto il pisellino!”. “Sì, sì, mon père -mi dice Augustin tutto agitato- “Lui fa così (mima il gesto di salutare con la mano) e… l’altro fa così (mima il gesto dei giocatori di calcio che fanno barriera prima del calcio di punizione)”. Così, nella grande città di Maroua, si è scatenata la psicosi. Al mercato, è difficile che qualcuno ti saluti stringendoti la mano. Anche la scienza è impotente: appurato con visita medica che “lì” tutto è a posto, la risposta è stata: “Chi ha il potere di togliere, ha anche il potere di ridare…” Eh, il buon Giobbe!
Il Vescovo è intervenuto con un incontro e con una lettera ai giovani: “Ultimamente sono successi dei fatti gravi in alcuni nostri licei… gravi, perchè portano all’odio. Si tratta di un fenomeno che gli psicologi chiamano “psicosi collettiva”. Ci siamo lasciati prendere per il naso come montoni, e non abbiamo agito da uomini liberi, senza riflettere sulla verità dei fatti, senza chiederci il punto di vista di Gesù… Ora è nostro dovere riparare tutto il male che abbiamo commesso. Fratelli che credete a Gesù, mai più dovete accusare qualcuno di stregoneria. E’ un fatto grave contro la giustizia e contro l’amore fraterno!…”
Domenica, al termine della Messa, l’infermiere sale all’altare e da l’annuncio: “Da Maroua sta arrivando una malattia pericolosa. Ma, all’ospedale, abbiamo già i vaccini. Venite!” Sobbalzo dalla sedia, prima, e sorrido di sollievo, poi: si tratta solo di morbillo.
Non sorrido, invece, due giorni dopo. Tutto il villaggio, e non solo, è in piazza per la danza conclusiva della festa del raccolto. Tra la folla anche tanti studenti che dovrebbero essere a Mokolo a scuola. “Avete saltato la scuola per la festa del villaggio?!?” “No, Mon père. E’ terribile: il preside del liceo ha ucciso 7 studenti! 25 sono all’ospedale. Si veste sempre di nero o di rosso. Usa la magia! Allora gli studenti hanno fatto sciopero. Il preside è scappato, ma gli hanno rotto i vetri della macchina. Anche il liceo e i negozi sulla strada sono stati distrutti”. “Ma, cosa ha fatto?” -domando-. “E chi lo sa? -attacca un altro- Ho incontrato una ragazza. Mi ha detto: Io sono qui, ma il mio cuore è sepolto là…” Incalzo: “Ma tu ci credi?” “Vorrei vedere te. Io ho visto la morte in faccia -aggiunge il vicino-. Un mio compagno era lì a parlare con me e, improvvisamente, cade morto. Già nel 2001 era successo al Classico”. “Ma non credi che Gesù è più forte di ogni magia?” “Sì, ma… per chi non crede a Gesù, questo vale…”. Non mi convince. Sta di fatto che Mokolo, per qualche giorno, è stata sottosopra. Fermo altri studenti che so che frequentano a Mogode. Cerco di farli ragionare. Mi sembrano più razionali. Li invito: “Parlatene in classe prima che il contagio arrivi anche da voi…” E, intanto, la magia sposa la tecnologia. Qualcuno invia degli SMS: -domani tocca a te- e… funzionano! I ragazzi cadono per terra. Ma la verità è che nessuno è morto. Solo svengono, per suggestione. E la prima domanda che ci si pone è sempre: di chi è la colpa? E il colpevole, un capro espiatorio, deve sempre essere trovato. Guarda caso: il preside del liceo.
Come quella volta che, sulla strada di Rhumzu, incontro due ragazzi: il tamburo a tracolla e, in mano, un bastone per suonarlo. E’ lo strumento tipico per accompagnare le danze in occasione di un lutto o di un matrimonio. Sono con le responsabili dell’animazione femminile. Siccome non è la stagione dei matrimoni, chiedo a Marianne: “Chi è morto?” “Un giovane!” “Come è morto?” “L’hanno morso…” Sono sempre un po’ reticenti nelle risposte. Non bisogna smettere di domandare. “Chi l’ha morso?” “Suo papà!” “!!??!!” Mi viene il dubbio: “Ma il papà è vivo?” “No, è morto”. “Come ha fatto, allora?” “Quando era vivo ha detto che il figlio non doveva ricevere la casa in eredità. Quando il papà è morto, il figlio ha ereditato la casa. Così il papà l’ha maledetto… Si è ammalato. E’ andato all’ospedale, ma non hanno trovato niente. Dopo 2 anni è morto”. “Era cristiano? Era alla comunità?” “No”. “Questo succede anche tra i cristiani?” “No, i cristiani non possono maledire”. Non è vero, ma tiro un respiro di sollievo. “Ma tu ci credi che il papà ha morso il figlio e l’ha fatto morire?” “Come posso saperlo?” La risposta m’inquieta un po’, ma blocca il discorso.
O quell’altra volta… Durante la stagione delle piogge, è facile che i villaggi si animino con tornei di calcio. A Rhumzu il torneo è molto pittoresco, il tifo forte, a volte aggressivo. Oggi si gioca la finale tra due squadre con nomi altisonanti: Manchester & Liverpool. Come vincere? Semplice. Si mette un piede di camaleonte dietro la propria porta da gioco. E’ una richiesta perchè gli avversari si muovano come il camaleonte: lentamente e con passo incerto. Lo stratagemma ha funzionato… per il primo tempo. Ma poi la situazione si è rovesciata. Cosa è successo? Un avversario aveva urinato sul talismano, neutralizzandolo…
Aaah, attenti! Vi vedo. State seguendo con commiserazione e sufficienza. Ma, visto tutti i miliardi che spendete in Italia per maghi e fattucchiere, numeri magici, filtri d’amore e oroscopi… c’è poco da ridere. E’ proprio vero. Quando la fede viene meno, non è vero che l’uomo non crede più a niente: l’uomo finisce per credere a tutto