25 marzo 2009, Ciad – Italia Grazie! abbiamo potuto sperare!

Suor Maria Flora Pelanconi è in Italia, ma resta sempre in contatto con la realtà di Maingara in Ciad, dove ha lavorato tanti anni e dove operano le sue consorelle… Proprio l’anno scorso la diocesi ha sostenuto un progetto proposto da suor Maria Flora e ora lei ci dà un resoconto della situazione.

Intanto un grazie grande a voi tutti che ci sostenete con adozioni,  con doni puntuali che ci permettono di svolgere il nostro lavoro e dare sollievo a tante famiglie.
Ancora settimana scorsa alla riunione di equipe di Maingara, (siamo 23 persone fra medico, infermieri/e, ostetriche, tecnici di laboratorio, personale ausiliario, assistenti sociali) cercando di fare il punto sulla situazione ci siamo resi conto di quanto sia importante il vostro apporto, non potremmo altrimenti rendere tutti i servizi che stiamo offrendo.
Purtroppo qui  non c’è nessun sistema di protezione delle fasce deboli e le Istituzioni sono le grandi assenti soprattutto là dove il bisogno è più pressante e la loro presenza effettiva dovrebbe essere indispensabile. Nella prassi infatti non è prevista nessuna assistenza ai malati. E neanche la scuola è gratuita.  Dico nella prassi perché di bei discorsi e promesse dalle varie istanze governative ce ne fanno tante…
Con i vostri aiuti siamo riusciti a mandare a scuola 104 bambini/e  e ragazze/i delle medie (orfani di genitori sieropositivi o loro stessi sieropositivi)  pagando le tasse scolastiche, i quaderni, la divisa… Fra questi ce ne sono 70 che beneficiano anche di un piccolo sussidio mensile:10 euro circa per la colazione del mattino.
Roneloum, la nostra assistente sociale cerca di seguirli, controlla che frequentino regolarmente e che abbiano il necessario. Con gioia possiamo dire che l’anno scorso quasi tutti i nostri piccoli amici sono stati promossi.
Il progetto nutrizionale per i bambini nati da madre siero-positiva è in continua espansione: sono 136 i piccoli clienti di maman Angèle!  Dai 0-9 mesi,  ricevono due volte la settimana latte e consigli, poi si digradano le distribuzioni, ma fino al diciottesimo mese quando possiamo sapere se sono stati contagiati o no, continuano a frequentare il centro.
In tutto il paese non c’è la possibilità di fare l’esame della carica virale che ci darebbe il verdetto subito alla nascita, quindi per sapere se il bambino è sano dobbiamo aspettare tutto questo tempo. Ma se alla fine del percorso, l’esame dell’AIDS risulta negativo, è la grande festa per tutti.
Non abbiamo statistiche sicure, però possiamo dire che dei bambini nati da madre sieropositiva che ha seguito la prevenzione si salvano almeno i due terzi.
Alcune mamme, anche se frequentano il Centro, purtroppo non sono state fedeli a seguire l’iter di prevenzione, altre che solo durante o dopo il parto si scoprono sieropositive, altre ancora che vengono dai villaggi dove non c’è nessuna profilassi quindi l’esito è sovente nefasto.
Inoltre ci arrivano orfani e solo dal loro apetto si può dedurre che forse la mamma era malata di AIDS. Le zie o le nonne che li adottano fanno quello che possono, ma non sono in grado di pagare il latte artificiale. Ecco perché tanti, troppi forse, arrivano da noi pieni di attese e di speranza.
In Africa si muore anche di malaria, di morbillo, di meningite, di diarrea… i bambini sono molto fragili e la mortalità infantile è ancora alta qui.
Il Centro di Maingara  nato nel gennaio 2004 voluto dal Vescovo e dalla popolazione è in continua espansione e tenta di essere all’avanguardia nei servizi che offre.
Non abbiamo abbastanza esperienza per gridare vittoria, ma ci conforta vedere i buoni risultati nelle persone che sono con noi fin dall’inizio. La mortalità che era del 100% si è ridotta ad un terzo e alcuni bambini hanno già 4 anni.
Sovente dobbiamo intervenire anche per bisogni puntuali. Ad esempio la scorsa stagione delle piogge è stata abbondante e ha fatto crollare molte case fatiscenti. Così abbiamo aiutato  alcune famiglie che seguiamo al centro a comprare i mattoni e la paglia per il tetto.
Alcune persone hanno bisogno anche di un sussidio alimentare.
Ecco dove finiscono i vostri doni.
E’ uno scarno resoconto che vi ho fatto, potrei parlare ore per raccontare quello che si vive, gioie, quando si vedono le persone rifiorire; sofferenze, sì, perché purtroppo la malattia non tende a diminuire e ancora troppi non ce la fanno e sono soprattutto i giovani.
Le altre attività della comunità proseguono bene: il foyer con le sue 19 ragazze aperte alla vita e gioiose; i vari servizi alla parrocchia; l’insegnamento…
Grazie anche per le vostre preghiere che sostengono il nostro operare.

 suor M. Flora PELANCONI