25 marzo 2017, USA Raw: arte dei rifugiati di Worcester

Pasqua di Risurrezione 2017

Carissimi

Non è passato tanto tempo dall’ultima volta che ci siamo sentiti. A volte però bastano pochi minuti per cambiare la vita di una persona, di una famiglia, di una nazione. Ecco, io spero ed auguro a ciascuno di voi e dei vostri cari che il barometro della vostra vita sia sempre “stabile sul bello”.

Noi abbiamo appena finito di spalare circa cm. 40 di neve, ma da lontano sento le campane fremere in attesa di essere slegate ed allora mi affretto a mandarvi i miei più cari auguri pasquali.

Inizio ritornando all’inizio della mia vita in USA. Era la vigilia della grande festa americana del Thanksgiving e, mentre recitavo il Rosario nei dintorni di casa, scambiavo gli auguri con i vicini. “Happy thanksgiving” auguro a una signora che mi passa accanto. Lei gentilmente mi contraccambia e continua il cammino. Dopo poco ci rincontriamo e questa signora, Joan, sentendo il mio accento mi chiede da dove venissi e dove abitassi e cosi ci scopriamo vicine di casa e ambedue italiane. Parlando, Joan mi dice della sua esperienza di volontariato con i ” Boys and Girls Club” – Club dei Ragazzi e Ragazze – di Worcester da quando in pensione dal suo insegnamento ad una delle Universitas di Worcester. Ora però quasi tutto il suo tempo è dedicato al RAW “Arte dei Rifugiati di Worcester”. La storia del RAW ha inizio nel 2010 quando per varie coincidenze Joan Kariko ed Ellen Ferrante, appassionate di arte tessile e curiose di conoscere come i rifugiati si inseriscono nell’ambiente, si danno appuntamento alla paninoteca “Panera Bread”. Joan and Ellen sono convinte che ogni pezzo d’arte non solo riflette la vita dell’artista, ma esprime i mille e più anni della storia culturale dei loro paesi. Il loro primo incontro con i rifugiati inizia con due donne, una del Buthan e l’altra di Burna, che lavorano nel tessile e all’uncinetto e che aprono a Joan e Ellen il panorama dei rifugiati di Worcester. Worcester con i suoi 2.000 e più rifugiati provenienti da 24 nazioni è la principale e favorita destinazioni dei rifugiati accolti in Massachusetts che, fuggiti dai loro paesi arrivano dopo aver fatto dai 10 a 20 anni nei campi profughi. Tra essi ci sono persone di talento che sanno tessere, fare cestini, gioielli, ricami, lavori di maglieria, di sartoria ed anche di scultura. Il progetto del RAW è quello di accogliere e di sviluppare questi talenti, preservare la cultura dei rifugiati per trasmetterlo alle nuove generazioni e dare loro un modo di mantenersi vendendo i loro prodotti ai vari negozi e alle varie manifestazioni artistiche della città

Patreseya viene dal Ruanda ed è capace di tessere cestini. E’ stata aiutata da Joan Kariko ad avere un libretto di risparmio in banca che ha firmato con una bella croce:

“Finalmente – ha detto – mio marito non può più toccare i miei soldi”. Dil Maya viene dal Buthan e tesse borse, gonne ed il tradizionale cappello Nepalese. Budda anche lui del Buthan è arrivato in USA dopo essere stato per 20 anni nei campi rifugiati ed è scultore su pietra. All’inizio lavorava con un cacciavite, ora tramite il RAW ha potuto avere gli arnesi adatti. Dar Kafa proviene da Burma e tesse borse, sciarpe, vestiti ed il tradizionale “top” chiamato chika K’Kyaw. Nardi del Buthan era pastore sa quindi fare con la lana tappeti, golf, cappelli. Maita arrivata dopo aver vissuto 25 anni nei campi profughi del Nepal tesse “Top”, cappelli, sciarpe e scialli. Quasi tutti questi rifugiati che nei loro paesi erano pastori e agricoltori continuano a farlo in Worcester in un pezzo di terra dato loro dal nome “New Land Farm” (Nuova Terra) dove possono produrre ciò che serve per le loro famiglie e venderlo nei mercati locali.

Joan e Ellen, dopo aver incontrato personalmente i rifugiati, cercano di creare amicizia tra di loro e li portano a visitare negozi di arte, musei, biblioteche, giardini botanici perché amplificano il loro raggio culturale; oppure le diverse Universitas di Worcester come Holy Cross, Becker College, Worcester State University dove gli studenti vengono a conoscenza di un nuovo campo di studio, fanno banchetti di vendita dei loro prodotti sempre con buon profitto e alcuni preparano tesi di studio sui rifugiati e sulla situazione dei loro paesi di provenienza. Per esempio, il 26 Marzo prossimo, il Becker College, Universitas di Ecomonia e Commercio, ha organizzato un incontro chiamato “Student and Refugee Artist Together – A Celebration of Indigenous Craft and Business”- “Studenti e Artisti Rifugiati Insieme- Una Celebrazione di Arte Locale e Commercio”. Un’altra importante iniziativa di Joan and Ellen è l’incontro con persone esperte nei vari campi d’arte che danno consigli sui materiali da usare, sui modelli da preparare, sui colori da usare perché incontrino il favore del mercato locale, ed anche persone che forniscano il materiale come Price Chopper (catena alimentare) che dà le foglie delle pannocchie di granoturco e le borse del riso e Camosse Masonry che fornisce le pietre da scultura. Joan and Ellen hanno ormai creato tutto un mondo di amicizia, di persone, d’arte per cui hanno pensato di essere ormai diventate “United Nations of Crafts” ossia una “Nazione Unita di Arte”. Potrei continuare a lungo, ma il foglio sta per finire ed è tempo di intonare l’exultet.

Ringraziamo il Signore per la grazia di poter celebrare nuovamente il Cristo Risorto e di essere come cristiani i “Germogli di una nuova umanità” – cfr. Papa Francesco- che fa nuove tutte le cose.

Con un forte abbraccio vi auguro di cuore Buona Pasqua!

Un caro saluto: Laura Canali.