28 giugno 2011, Salvador de Bahia – Brasile Legge forestale in Brasile

L´Amazzonia dista dalla città di Salvador quasi quattromila chilometri, è lontanissima geograficamente, irraggiungibile per la maggior parte della popolazione ma nell´immaginario collettivo è “sentita” come la madre della vita, come il nucleo da cui dipende la vita di tutti. Il suo aspetto magico è sfumato dopo che  la televisione ha portato  nella casa di tutti le immagini, i colori, i suoni di quel mondo, ma i brasiliani pensano all´universo amazzonico con un rispetto sacro perché  culla di culture e tradizioni secolari che ancora sopravvivono.

Nelle scorse settimane il Parlamento ha discusso e votato il nuovo codice forestale,
i grandi proprietari terrieri sono riusciti  a ridurre e cancellare  le conquiste dei movimenti popolari degli  ultimi anni: era legge che nel  20% di tutte le terre private, rimanesse preservata la foresta nativa, ora questo vale solo per le “fazende” al di sopra dei 400 ettari;  è stato liberato l´uso agricolo delle terre ai margini dei fiumi e sulle cime delle colline. Questi e altri aspetti della nuova legge, sono visti dalla popolazione come un terribile retrocesso che accentuerà i fenomeni climatici che negli ultimi anni stanno seminando distruzione in varie parti del paese: piogge torrenziali che fanno straripare fiumi e ruscelli e che lasciano migliaia di persone senza casa, che distruggono intere cittá e le principali vie di comunicazione; venti fortissimi nel sud del Brasile che trasformano in polvere intere agglomerati urbani.
Tutto il Paese è scosso da queste tragedie e ancora una volta i piú poveri vedono le loro  casine costruite sui pendi delle periferie, franare come giocattoli o quelle che sono nei fondi valle trascinate dalle acque in piena, sacrifici di una vita  evaporare in un istante.

Nelle campagne estensioni immense sono diventate aride, incoltivabili, il disboscamento ha favorito l´erosione, fiumi stagionali non esistono piú, fiumi perenni sono ridotti a dei rigagnoli, la gente non sa piú dove trovare l´acqua per bere.

Io ritorno ogni tanto a Tabocas, a 800 kilometri di Salvador, dove ho lavorato 10 anni, visitando le comunità all´interno, mi trovo davanti paesaggi sconosciuti, valli intagliate dall´erosione, diventate incomunicabili;  terre basse fertili, che garantivano alle famiglie dei piccoli contadini la rendita della produzione artigianale dello zucchero di canna , nei 6 mesi della secca, trasformate in deserto; interi villaggi senza fonti di acqua, prosciugate dai sistemi di irrigazione dei fazendeiros  produttori di soia.

Gli alimenti basici della popolazione, come riso e fagioli da due anni hanno moltiplicato il prezzo, sono  i piccoli contadini che li producono mentre i fazendeiros producono soia per il bestiame e semi per i biocombustibili. In un paese di dimensioni continentali, con terre fertilissime, non si riesce a produrre l´alimentazione necessaria per la sua popolazione, una delle contraddizioni gigantesche di questoBrasile. Alla terra è negata la sua funzione originale ed è trasformata in oggetto di speculazione.

La popolazione piú semplice che soffre sulla sua pelle le conseguenze dello sfruttamento della terra e della distruzione delle  foreste ha seguito il dibattito avvenuto in parlamento, con timore sta guardando il futuro, perché successivamente sperimenta la propria vulnerabilità di fronte ai diversi fenomeni che mettono a rischio la sua sopravvivenza.

La popolazione della cittá è cosciente che  la sua vita dipende  del lavoro di chi sta in campagna, dalla forma di produzione della terra, dalla sopravvivenza delle foreste, dalla cure delle fonti  di acqua, e assiste indignata elle manovre dei latifondisti che perpetuano cosí il dominio e lo sfruttamento della terra, controllando la produzione alimentare. I latifondisti appartengono a una fascia della popolazione che viaggia che conosce il mondo, ma il loro cuore ha le dimensioni della loro persona, i poveri relegati in spazi ridotti e angusti hanno il cuore grande che pulsa con bisogni dell´umanitá e della terra che geme.

In tutte le comunità cristiane, la questione ambientale è al centro delle riflessioni e delle preghiere dal tempo di Quaresima  Fraternità e vita nel pianeta – Si riflettono i testi biblici per conoscere meglio il progetto di Dio, si studia la realtà ambientale col sussidio di esperti vari, si verificano atteggiamenti, azioni individuali e collettive, si tracciano strategie e si   canta:

Não è este aí o mundo que eu quis. Desfeito em pedaços por grandes ricaços
Por mãos poderosas No mundo que eu fiz.
Non é questo Il mondo Che ho voluto. Fatto a pezzi per grandi ricchi.
Per mani potenti, nel mondo che ho fatto.

La terra del Brasile e le sue foreste continuano in pericolo, dalla loro sopravvivenza dipende la nostra vita. Che lo Spirito Santo rinnovi il nostro impegno, e ci faccia paladini della Vita!

 Pina RABBIOSI