“Mi hai sedotto, Signore,
e io mi sono lasciato sedurre…”
Ger 1
Ozias, già il nome ha un sapore biblico, come la storia che mi ha raccontato…
Eravamo insieme la mattina, a Zhili, per l’incontro dei catechisti del settore. Non l’avevo notato.
La sera, dopo 12 km in bicicletta, si presenta a Mogodè. Sono seduto sui sassi fuori della casa. Osservo i bambini che stanno ripulendo la piazza davanti alla nuova chiesa di Mogodè: vi coltiveranno arachidi.
All’inizio non osa parlare, mi vede “occupato”. Poi la domanda che m’inquieta sempre: “Ti ricordi di me? Questa mattina…” Ha voglia di parlare, di raccontarmi la sua storia.
E’ catechista a Rhumsiki.
Ha cominciato a fare del commercio con un piccolo banchetto di legno al mercato. Ora ha un piccolo negozio in muratura. Segue il comitato di lotta contro l’AIDS. Domani sarà a Maroua per la formazione a livello diocesano sull’AIDS e… per acquistare delle scatole di pelati da vendere.
“…Quando me l’hanno chiesto, ho rifiutato. Non volevo andare in formazione per diventare catechista. Per questo sono andato in città, a Ngaoundere, per fare del commercio. E’ li che ho fatto un primo sogno. Il Signore mi ha parlato. Mi ha detto: “Perché sei fuggito? Perché non vuoi annunciare il mio Vangelo? Prega! Ogni giorno. Alle 4 di mattina”. Il sogno l’ha turbato un po’. Lo annota subito sull’agenda.
Ecco un secondo sogno. E’ sempre il Signore che parla: “Tu sei qui per il commercio. Nella vita tu cerchi i soldi. Ma i soldi finiscono, la Parola di Dio non finisce mai…”
C’è un terzo sogno. In Quaresima. Ozias vede tre preti. La folla radunata. I preti fanno segno di sedersi. Lui è in fondo alla chiesa. Si siede. Il prete che è al centro lo chiama. Gli dice di stare in piedi nel mezzo. Gli mostra una croce rossiccia e gli dice: “Vai e annuncia il Vangelo di Gesù!” Si sveglia con un sussulto. Prende il rosario che tiene accanto al letto e lo prega. Il giorno dopo è venerdì. Va nella cattedrale di Ngaoundere per la via Crucis e finalmente si decide. Parte. Torna al suo villaggio.
Al villaggio trova la comunità riunita in preghiera. Tutti ascoltano la sua storia. Il responsabile dice: “Noi avevamo pregato per te. Perché tu accettassi di predicare il Vangelo…” Il tempo di mettere insieme due cose. Parte subito per la scuola di formazione dei catechisti a Guili.
Il sorriso è d’obbligo, per noi, super razionalisti. D’altra parte: come credere ai sogni? Ascoltandolo raccontare la sua storia, non posso però fare a meno di ripercorrere mentalmente molte pagine della Bibbia. Dal sogno che rivela la vocazione del profeta, alla fuga che tanto assomiglia a quella di Giona… Ma il suo raccontare è semplice. Senza enfasi. Ci crede davvero.
Un dubbio mi prende. E se fosse proprio così? Veramente qui a volte ho l’impressione che la distanza culturale tra noi e il mondo della Bibbia scompaia. A Gerusalemme ho visitato più volte le pietre che ci ricordano i fatti biblici, i passi di Gesù sulla nostra terra. Qui ritrovo i personaggi: dai pastori alla famiglia dei patriarchi, dalla tentazione della magia al consegnarsi fino in fondo a Dio. Non è poco…