Cari Amici,
Colgo l’occasione dell’avvicinarsi delle prossime festività natalizie per mandarvi I miei più sentiti AUGURI assieme ad un grande GRAZIE perché mi siete stati vicini in quest’anno che per il Sudan e anche per me e’ stato di grandi cambiamenti.
Il 9 Luglio scorso e’ stata una data indimenticabile nella storia Sudanese con la creazione del nuovo stato indipendente della “Repubblica del Sud Sudan”. L’impatto della divisione del Paese e’ enorme sotto tutti I punti di vista.
Anche per noi missionari del Nord Sudan ciò comporta un cambiamento epocale che richiederà tempo e una grande capacità di adattamento e creatività per riorganizzare l’attività della Chiesa secondo la nuova situazione. Molti dei Cristiani che erano qui nel Nord per decenni, essendo originari del Sud hanno deciso o sono stati costretti ad andare al Sud, loro Patria. Questo ha comportato una visibile riduzione numerica della presenza Cristiana.
Però ancora un buon numero di Cristiani sono presenti: sono gente del Sud che con la guerra hanno perduto tutti i loro averi e tutti i parenti o che esitano a rimpatriare soprattutto per via di migliori opportunità di lavoro e di scuola per i loro figli disponibili nel Nord. Poi ci sono anche Cristiani del Nord soprattutto quelli delle tribù dei Monti Nuba, nuovamente parte di un tragico conflitto scoppiato proprio poco prima della divisione del Paese. Inoltre c’e’ un gran numero di rifugiati soprattutto dall’Eritrea e Etiopia e da tanti africani di diverse Nazioni scappati dalla Libia. C’e’ da notare che tutti I Cristiani sono una grandissima minoranza in un Paese musulmano quasi al cento per cento. Qualcuno parla che I Cristiani siano il 2-3-4-5- %.
I fatti e le rivoluzioni del nord Africa sembra non abbiano avuto molto impatto qui, ma certamente anche politicamente stiamo attraversando un periodo difficile. L’insicurezza e l’incertezza per il future sembrano presenti più che mai, mentre le relazioni tra I due Sudan sono tese per via di una serie numerosa di questioni non risolte.
Anche per me questa seconda metà del 2011 e’ stata piuttosto difficile. Dopo la mia partenza dall’Italia sono ritornato nella mia missione di Raja, nel Sud Sudan, in tempo per preparare la celebrazione della Pasqua nella missione e in tutte le cappelle fuori e per cominciare l’anno scolastico. Per i primi di maggio sono riuscito a spedire in tutti i centri il cibo che avrebbe dovuto servire per tutti i nove mesi di scuola prima che le grandi piogge impedissero il trasporto. Anche il materiale scolastico ( quaderni, matite, biro, e libri di testo) comprato a Khartoum e’ giunto in tempo e lo abbiamo distribuito a tutti i centri. E così abbiamo cominciato l’anno scolastico con tanta speranza di poter fare del nostro meglio per questi bambini e ragazzi e ragazze che vengono messi nelle nostre scuole per essere preparati ad essere all’altezza del Nuovo Stato del Sud Sudan.
A fine giugno da Roma, dai miei Superiori,) e’ giunta la decisione che io dovevo trasferirmi al Nord, a Khartoum . Ho consegnato la missione a P. Pacifico e P. Martin Ramirez, e sono venuto al Nord a cominciare una nuova tappa della mia vita missionaria.
A dire la verità, qui e’ tutto diverso da Raja. Prima di tutto per il clima e per l’ambiente, anche se non era del tutto nuovo perché ho fatto un periodo qui dal 96 al 2000, poi per la differenza del servizio .
A Raja ero tutto il giorno a contatto con la gente che conoscevo bene e che mi conoscono. Anche il lavoro era ormai ben avviato e ben organizzato. Qui ho più lavoro di ufficio, alle volte passo giornate senza contatti con parrocchiani o gente comune. Devo cominciare da capo. Sono diventato Superiore della Casa Provinciale, una casa dove oltre alla Comunità Comboniana, ci sono sempre missionari di passaggio, oppure ci sono degli incontri, ecc In piu’ si cerca di aiutare le missioni fuori che hanno bisogno di un po’ di tutto, compere, permessi, ecc.
Inoltre sono vice parroco della parrocchia che fa parte di questa comunità e che ha diversi centri sparsi nei sobborghi della grande città di Khartoum (si parla di 8 milioni di abitanti) Ho cominciato a collaborare con il Parroco, un sacerdote diocesano Sudanese, e a seconda dei bisogni mi dice cosa fare. Mi ha incaricato di un gruppetto di Catecumeni adulti, una ventina. Ogni domenica vado nella bidonville d i Isba a dire la Messa. Ci sono cristiani Nuba e di altre tribù, ma piuttosto sparsi in questa grande area alla periferia della citta’ dei ricchi. Come ho detto sopra bisognerà‘ aspettare fino ad aprile del 2012 per farsi un’idea esatta di quanti restano e di come andremo avanti .
Proprio ad Isba i miei predecessori hanno costruito una scuola elementare che il Cardinale di Khartoum, Gabriel Zubeir Wako, ha inaugurato tre mesi fa. Noi Comboniani stiamo continuando a finanziarla nella speranza di vederla un giorno pian piano crescere e rendersi capace di mantenersi da sola. Sarà questo un obiettivo che avrà bisogno di alcuni anni per essere raggiunto.
Domenica scorsa venendo a casa dopo la Messa da Isba, ho visto un bambino di sei-sette anni con il fratellino di due anni che scavavano su un mucchio di spazzatura. Una donna mi ha detto che cercavano qualcosa, dei pezzetti di ferro, delle bottiglie ecc, per andare a venderli e comprare qualcosa da mangiare. Questo bambino mi richiama quello di Betlemme che ha dovuto nascere in una grotta perche’ non c’era posto per lui altrove.
A quel Bambino affido tutti voi perchè vi sia vicino, vi aiuti, vi dia la pace e la gioia di cui tutti abbiamo bisogno.
BUON NATALE p. Eugenio Caligari