5 marzo 2009, Thailandia NOTIZIE DALLA THAILANDIA

La lingua Thailandese non è che sia proprio difficile ma è un po’ speciale. Ha una calligrafia sua e poi ci sono 5 toni e ogni parola cambia di significato con il tono che si dà.

Come dicevo sopra il numero dei missionari diminuiscono, il mese scorso, con altri due Padri italiani siamo stati ad Aiutaia, antica capitale del Siam per festeggiare i 350 anni dell’arrivo dei primi missionari delle missioni estere di Parigi (M.E.P.) qui in Thailandia. Sono partiti una ventina per il Vietnam e dopo due anni di viaggio sono arrivati in Thailandia, otto erano morti durante il viaggio, poi visto che in Vietnam c’era la guerra, si sono fermati qui in Thailandia che è diventata il centro della chiesa cattolica per l’oriente. A Bangkok c’è un Cardinale e il paese è diviso in 10 diocesi. Tutti i Vescovi sono indigeni.
Alla festa c’erano Vescovi e suore fondate dal MEP che venivano dai paesi vicini: Laos, Birmania e Vietnam. Anche i Padri  del MEP che una volta da soli erano in tutta la Thailandia, adesso sono una ventina e quasi tutti anziani; anche noi Padri Betharram che abbiamo preso il lavoro missionario a Chieng Mai che non era ancora diocesi dopo i padri del MEP, eravamo in 25 con il Vescovo Betharramita mandato via dalla Cina. Adesso siamo ridotti in 6, tutti anziani. Questo mese un Padre francese di 70 anni andrà in Francia per curarsi e non so se potrà ritornare in Missione. Per questo adesso il lavoro di propagazione della fede toccherà ai preti indigeni. Noi adesso abbiamo 13 preti del paese e uno sarà ordinato il mese di giugno prossimo. Qui con me ho sempre 24 seminaristi delle 3 medie, adesso stanno facendo gli esami e la settimana prossima andranno a casa. Su 8 della terza media, solo cinque continueranno gli studi nel seminario diocesano di Bangkok. Il nostro grande problema è sempre di come mantenerli. Loro ci danno 2000 bat all’anno (circa 40 euro) ma per ogni seminarista ce ne vogliono più di 400 e quelli devo cercarli io. Per questo le chiedo se la commissione missionaria può darmi una mano. Avere preti indigeni adesso è la cosa più importante per il mantenimento e lo sviluppo della nostra religione nei paesi di missione, visto la mancanza dei missionari stranieri. Saluti e unione di preghiere

 padre Raimondo PERLINI