20 marzo 2010, Rhumzu – Cameroun In attesa della Pasqua

Buona Quaresima a tutti! Qui le visite alle comunità occupano le giornate. Tanti incontri, tanti volti, tante storie… Le papaie sono mature e si trovano i primi manghi… E’ il momento di cercare l’acqua per i nuovi pozzi, nel bel mezzo della stagione secca. Soprattutto a Rhumzu centro la situazione è grave. Il gran caldo è arrivato. Camionette dell’ONU scorazzano in su e in giù per la strada: stanno ritracciando il confine con la Nigeria. E’ un esempio per tutta l’Africa. E’ possibile risolvere pacificamente le controversie territoriali tra stati! Per il resto… siamo alla ricerca di una lettera perduta. Chissà!
a presto
don corrado

La comunità di Mayo Legga

Era la prima volta che visitavo Mayo Legga, la comunità cristiana più lontana da Rhumzu, nella brousse verso Mokolo. Un sabato mattina…
E’ festa. Il vecchio catechista lascia il posto al giovane. In Africa, la figura del catechista, accanto a quella del responsabile, è importante per la vita di fede di una comunità. Il catechista è punto di riferimento per la gente. Raduna la comunità per la preghiera e la catechesi. La domenica, in assenza del prete, è lui che guida la celebrazione.
La chiesa è troppo piccola, rischiamo di soffocarci dentro, ma lasciamo preparare ai responsabili. Nel frattempo visitiamo un’altra piccola comunità (CEV), a tre Km di distanza. Torniamo dopo poco. Il catechista ci avvisa che il luogo della Messa è cambiato. Mercie, Seigneur!
La gente è già radunata all’ombra di un grande albero. Bello, maestoso. Produce dei grandi fagioli con uno strano frutto giallo: “Mon père, assaggia, ma non mangiarne molto: provoca disturbi cardio-vascolari!” Stupito dal linguaggio forbito, assaggio. E’ farinoso, ma… non male.
Il grande albero è sul terreno scelto per la nuova cappella. Una cappella capace di contenere la comunità in espansione. Il terreno è stato permutato con quello dove sorge attualmente la chiesa. E’ più centrale rispetto al villaggio e molto più ampio.
Un uomo segue tutto da lontano. E’ il papà di Bernard, uno dei responsabili della comunità. E’ di religione tradizionale. E’ lui che ha permutato il terreno. In pratica regalato. Da parte nostra si voleva aggiungere qualcosa per rendere la permuta un po’ più equa, ma non ha voluto: “Mio figlio ha scelto la tua religione. Ha scelto te come padre. E tra padri ci si deve aiutare…” Bello!
Il gruppo delle majorettes, con foulard stile Grest, anima la messa con la danza. Prima che la Messa inizi, come riscaldamento, intonano il canto in assoluto più gettonato: “Elì Elì lema sabactani” (ormai conoscete il kapsiki, vi risparmio la traduzione…). E’ il salmo del venerdì santo, ma piace molto per il suo ritmo. L’altra sera un gruppo di ragazze accompagnava una giovane sposa al matrimonio tradizionale. Camminavano cantando: Elì, Elì… Che sia una presagio?
La Messa scorre piacevole tra canti e danze. I canti si succedono in 5 lingue diverse: Francese, Kapsiki, Foufoulde, ma anche Ausa e Inglese. Siamo al confine con la Nigeria. Si sente.
Dopo il Vangelo, una fila di giovani mamme, con il foulard bianco in testa e con i bambini in vestina bianca, si fa avanti. La tenuta è una loro iniziativa. Sono gli 11 nuovi nati dell’anno della piccola comunità.
Dopo la comunione l’anziano catechista Zra Jean Marie, davanti alla comunità, si toglie il camice e lo dona al nuovo catechista: Albert. Gesti semplici, ma, allo stesso tempo, solenni. Quasi un’investitura. Ora il sole picchia. Un lieve venticello rende più piacevole il clima. Anche gli uomini, seduti, come in tutto il mondo, un po’ in disparte, si sono avvicinati all’ombra dell’albero.
Zra Jean Marie è una quercia, sui cinquant’anni. Capelli bianchi. Ampio sorriso. Prende la parola. “E’ da 25 anni che sono il catechista di Mayo Legga. C’è un versetto del Vangelo che dice: Ci sono molti campi da coltivare, ma pochi lavoratori. E’ per questo che voglio dare tutto il mio incoraggiamento ai lavoratori che si daranno da fare nel campo dove io ho fatto la mia parte…” La gente applaude. Tre asini s’intromettono con prepotenza. Un’asina scalcia verso l’altro, respingendo le sue avances… La gente ride. Due uomini li cacciano a sassate.
Il discorso è tradotto in Francese per noi. Segue la traduzione in Mafa per la piccola comunità che qui risiede. Intanto una processione di donne parte da una casa vicina con l’offerta di 10 tazze di arachidi.
La Messa è finita, ma la festa continua a casa di Jean Marie. Una polenta di miglio bianco e l’immancabile bil bil con tutti i catechisti delle comunità vicine.
Sono passati pochi mesi. La comunità si è data parecchio da fare. Domani porterò altri sacchi di cemento. La costruzione della nuova cappella ha già preso forma. Hanno fretta. Tra poco anche l’ultima acqua disponibile per costruire, attinta sotto la sabbia del fiume in secca e portata in testa dalle donne, svanirà. Allora il cantiere sarà chiuso.
Già. Il cantiere della nuova chiesa di Mayo Legga. Segno di una Chiesa sempre in cantiere, sempre in movimento. All’inizio della ristrutturazione dell’oratorio di Regoledo, si parlava con i giovani. Una ragazza mi aveva spiazzato: a me non interessa la ristrutturazione dell’oratorio, ma la gente che lo abita, che lo anima. A cosa servirebbero questi muri della nuova chiesa di Mayo Legga se, dentro, non ci fosse una comunità che vive il Vangelo? Grazie Jean Marie, grazie Albert, grazie a tutti i catechisti che si danno da fare per costruire le nostre comunità.