3 febbraio 2008, Mogodé – Camerun Un piccolo punto della situazione

Secondo contatto…
Un caro saluto a tutti dal Cameroun.
Qui va tutto bene.
Quando mi dicevano che in Africa può essere anche freddo, non ci credevo molto. Ho portato un pile per obbedienza. E, invece… Sembra caldo, ma l’arietta fresca ti entra nelle ossa. Ora capisco gli imbacuccati del deserto che si vedono nei documentari… Anche di notte una coperta di lana non da fastidio. Quando incontri la gente il saluto è standar: Hai dormito bene? Come va? E il freddo come va? In Italia è freddo come qui?
Esco da due settimane di sezione di formazione per i catechisti, ci si prepara alla Quaresima…
Cose molto più importanti. Si sentono alla radio gli echi dei conflitti a ‘Ngiamena. Ciadiani che si rifugiano verso il confine di Kousserie e alberghi di Maroua pieni di rifugiati… Per fortuna qui da noi è tutto tranquillo. Ma il pensiero è per tutta quella povera gente. La capitale ‘Ngiamena vive del commercio con Kousserie. Se il Cameroun chiude le frontiere è la fame. Staremo a vedere.

Pastorale degli studenti
·        Iniziano ad essere tanti. Anche nella brousse, anche a Mogodè. Buon segno. Istruzione significa progresso, superamento della povertà. Chi va a scuola parla francese. Un po’ più facile per me…
·        Sono già le 21.30. I ragazzi sono ancora all’aumonerie della Missione:  un’aula, la luce, delle lavagne, dei banchi, una piccola biblioteca (grazie anche al Liceo di Sondrio), in un’altra aula ci sono alcuni computer (servirebbe chi tiene un corso…). Stanno studiando. I più grandi insegnano ai più piccoli. La poetica e la metrica. La matematica. Uno sta disegnando (bravo!) sul suo quaderno l’anatomia del cuore. I quaderni sono ben ordinati, a righe, strette strette. Con penna nera e rossa. Il quaderno degli appunti sostituisce spesso il libro, che resta a scuola e della scuola. Se fatto bene, al termine dell’anno, dicono che il quaderno può essere anche venduto…
·        Un gruppo è preso dalla letteratura, mi è più congeniale. Sono in 4 o 5 su un solo testo: vedo pagine dedicate a Sartre, St. Exuperie… Un foglio di quaderno li occupa di più. Su di esso un testo di Flaubert scritto a mano: “Le opere d’altri tempi sono scritte per altri tempi e non servono oggi. Le opere di oggi sono scritte per oggi e valgono per oggi”. Chiedo il significato. Mi dicono che le opere scritte in un altro secolo sono per il passato “…noi viviamo in un mondo nuovo, moderno”. Chiedo cosa ne pensano loro, se sono d’accordo. Mi guardano straniti. Dico che non sono d’accordo con Flaubert. Mi guardano scandalizzati. “Ma allora quello che vi dice la vostra tradizione non vale… Ma il Vangelo, Gesù Cristo non sono di questo tempo?…” Mi guardano sempre più stupiti. Sarà la difficoltà della lingua, sarà che non so di cosa stanno parlando (“è la sintesi e l’antitesi”, mi dicono). E’ il senso dell’autorità: Se lo dice lui, il capo, basta. Non si discute più. Li saluto. Li invito: Pensate con la vostra testa, sempre! Non li ho convinti…
·        Verso sera c’è la colonna dell’acqua. Vanno al pozzo a raccoglierla per la casa. Sono in tre i liceali che si fermano, ma solo uno parla. E’ serio? Non è serio? Spesso si sorride per la difficoltà d’intendersi. Ad un certo punto si fa serio. “Un prof ci ha detto che Gesù è bianco. Maometto è bianco. Il diavolo è nero. Gesù è il Dio dei bianchi, è venuto per salvare i bianchi… Maometto è il dio degli arabi, è venuto per salvare gli arabi… Il dio dei neri è il diavolo. Cosa ne pensi?” Cerco di rispondere con il mio francese ancora di fortuna: Dio è Dio. Né bianco, né nero. Né europeo, né arabo, né africano. Per Lui il colore della pelle non conta, lui guarda il cuore…” Sembrava sollevato. Sarà vero quello che mi ha detto? Che prof ci sono? Farò un giro al liceo statale…
·        L’11 Febbraio è la giornata della gioventù in tutte le scuole. Da mesi ci si prepara per la grande sfilata. Le scuole statali perdono anche un mese di scuola per imparare a sfilare bene. Le nostre sono più fredde su questo. Questa mattina ho visto sfilare i bambini della scuola di Rhumzu. In fila per 4. Classe per classe. Marcia ritmata da tamburi e da canti… Penso alla situazione in Ciad, in Kenia… Ho detto ad un maestro: Bello. Sembra un’armata. Speriamo sia un esercito di pace…
don corrado