marzo 2008 NOTIZIE – che la vostra luce brilli

Ci scrivono don Giusto, don Andrea, don Angelo, don Corrado

“Che la vostra luce brilli davanti agli uomini”

– Ripensiamo alla Parola di Dio che il Vescovo ci ha suggerito per dare un tono al cammino della nostra diocesi di Maroua-Mokolo quest’anno: “Che la vostra luce brilli davanti agli uomini”. Ogni parrocchia, settore, comunità, CEV (ndr. Comunità Ecclesiastiche Viventi), famiglia, cristiano è in-vitato a confrontarsi su questa Parola.

– “Se la sola immagine che gli uomini di oggi hanno di Gesù Cristo è quella che vedono in te (e qui ciascuno può mette-re il suo nome), cosa possono vedere?” (W.MacDonald). Co-me la comunità cristiana può essere luce per gli altri? Come io posso essere luce per gli altri?

Ecco alcune testimonianze di luce e tenebra raccolte da chi si è lasciato interpellare.

Ci sono piaciute perché ogni testimonianza lascia intravedere un aspetto della vita di qui che i cristiani cercano di superare ogni giorno con scelte controcorrente: dalla magia alla corruzione.

Un contadino racconta: Nel mio villaggio la gente si accusa reciprocamente di far sparire con la magia il raccolto. Un mio vicino, dopo la raccolta del miglio rosso, è venuto a trovarmi per accusare un altro vicino. Io non ho risposto nulla. Come cristiano mi sono detto: Forse è colpa mia, se non ho avuto un buon raccolto… Così ho cercato di riorganizzare il mio lavoro nei campi rispettando certi piccoli principi. Vi assicuro che il raccolto è stato buono. Per quanto riguarda le accuse di far sparire con la magia il raccolto degli altri, io domando ogni giorno a Dio di aiutarmi a non lasciarmi coinvolgere.

Una piccola commerciante confida: Vendo bignets di fagioli a scuola (buona la merendina! -ma questo l’ho aggiunto io-). Servo tutti gli studenti che vengono da me con quello che hanno, fosse anche 5 franchi. Accolgo anche quei bambini che so che hanno rubato i soldi in casa. Li servo comunque e metto da parte quei soldi (fino a 1000\2000 franchi). Poi cerco di incontrare e di parlare con i loro genitori per sapere se hanno avuto i soldi da loro o per altre strade. E’ così che molti genitori hanno ritrovato i soldi che erano stati rubati dai loro figli… Alcuni mi hanno offerto una ricompensa, ma io rifiuto ogni volta. Fare gratuitamente questo servizio mi rende felice.

Un maestro dà la sua testimonianza: Sono un insegnante e, nel mio servizio, faccio ogni sforzo per non lasciarmi trascinare nella falsificazione dei voti degli studenti. Non faccio altro che il mio lavoro. E’ per questo che, ora, molti genitori vengono a trovarmi non per comprare dei bei voti, ma piuttosto per chiedere consigli affinché i loro figli possano riuscire a scuola.

Si è chiamati ad essere luce in ospedale… “Nel mio lavoro non faccio distinzione tra le persone. Servo tutti, senza distinzione di etnia come pur-troppo fanno altri colleghi. “Accolgo tutti come posso”.

“Sono un’infermiera tirocinante. Un giorno mi si presenta una ragazza giovane che vuole abortire. Mi son presa tutto il tempo per starle vicina, per ascoltarla e per cercare di capire perché non voleva quel bambino… Dopo diversi incontri mi ha fatto capire di voler accettare la gravidanza ed oggi ha un bambino, piccolo e bello. E’ contenta e di tanto in tanto viene a trovarmi per qualche consiglio.

…in famiglia: Nostro figlio aveva un comportamento strano, che ci lasciava perplessi. Abbiamo deciso di tagliargli i viveri, ma la situazione peggiorava di giorno in giorno. Un giorno, mia moglie ed io abbiamo deciso di parlargli chiaramente. All’inizio è stato difficile, ma, un po’ alla volta, ha finito per capire quello che ci aspettavamo da lui. E’ anche arrivato a dirci come sia stato toccato dal primo giorno in cui abbiamo cercato di parlargli con affetto.

…ma anche nell’esercito: I miei colleghi erano soliti usare la violenza ed erano meravigliati nel vedere che io non l’usavo. Un po’ alla volta qualcuno ha seguito il mio esempio. Oggi il nostro servizio è rispettato da parte di tutti. Ovviamente non tutto va bene. Ci sono dentro di noi anche spazi di tenebre. “Io sono tenebra perché non prego con la mia famiglia”. “Come responsabile, spesso non sono capace di incoraggiare gli altri. Anzi, spesso li scoraggio…”. “La mia specialità è quella di essere veicolo di maldicenze. Questo, spesso, porta la divisione dentro le famiglie”.

E’ questo che significa “camminare insieme come comunità guidati dalla Parola”? Non è il caso di idealizzare troppo, ma penso che ci siamo vicini.

Preti e laici fidei donum in Camerun

 

a cura di Benedetta Musumeci