Carissimi amici,
incominciato il tempo di preparazione al Natale, vorremmo augurarvi un buon cammino condividendo con voi la gioia per alcuni “segni di speranza” che già e ancora dicono la presenza del Signore in mezzo a noi.
In questi giorni abbiamo incominciato a scavare la fondazione per quella che sarà la chiesa parrocchiale di Mogode. E’ un’opera materiale ma alle spalle c’è la vita e la storia di una comunità con le sue fatiche e le sue attese. Il villaggio di Mogode si trova geograficamente al centro della nostra parrocchia ed è anche sede del Comune e degli altri uffici pubblici. E’ un villaggio a prevalenza musulmana. E’ presente – dagli anni trenta – anche una vivace comunità cristiana protestante. Invece l’arrivo dei padri missionari cattolici, negli anni cinquanta, non ha trovato accoglienza. Solo negli anni sessanta si è potuto dar vita ad una piccola comunità cattolica; ma si è sempre sentita in minoranza e ha fortemente sofferto, alla fine degli anni ottanta, per l’uscita dalla comunità di alcuni cristiani divenuti musulmani. In questi ultimi anni però è molto cresciuta: numericamente e anche qualitativamente. La piccola aula-cappella è insufficiente per la messa mensile di settore. Immaginarsi per le celebrazioni a livello parrocchiale. Da anni è incominciata la raccolta di fondi. Ogni piccola comunità di quartiere ha dato, e continua a dare il suo contributo. Si è incominciato a scavare … non sappiamo quando ‘inaugureremo’. Siamo contenti di accompagnare questa gente in questo lavoro. Anche la chiesa di mattoni aiuta a sentirsi più comunità.
Una Chiesa che cresce nella sequela del Signore la vediamo nel dono di tre nuovi preti: Gilbert, Mathias e Richard. Sono stati ordinati sabato 25 novembre. Il clero diocesano cresce: ultimamente, ogni anno, due o tre preti si aggiungono al presbiterio. E’ stata come sempre una lunga, solenne, sentita celebrazione. Ci è piaciuto sentire l’affetto e la fiducia del Vescovo per i suoi preti: scommette su di loro! Ci è piaciuta l’accoglienza e la festa della gente: li attende per lavorare con loro. Insieme, preti e fedeli, siamo chiamati a continuare l’opera del Signore che è sempre con noi.
Ormai quasi al termine del raccolto, hanno ripreso le scuole e i corsi di formazione per i giovani che vogliono e che hanno la possibilità di qualificare le loro capacità lavorative. Le scuole e/o centri di formazione non sono molti, visto il numero elevato di giovani e le limitatissime possibilità di lavoro. Ma è un segno di speranza appunto! Imparare qualcosa di falegnameria, un po’ di saldatura, il cucito, il ricamo. Imparare qualche tecnica in più per migliorare la produzione agricola e iniziare o migliorare il piccolo allevamento (maiali, polli, capre). Da anni incoraggiamo e sosteniamo i centri di formazione di Mouda e di Moutourwa – gestiti dai padri del PIME. Dallo scorso anno anche a Mokolo Mboua, sotto la direzione di don Giusto, un centro di formazione biennale ha aperto le porte. Da cosa nasce cosa. Importante è seminare! E Qualcuno ci ha detto di seminare abbondantemente e ovunque. Con fiducia.
E’ anche arrivato il termine per la formazione nei due grandi centri di formazione della Diocesi: il centro ‘Emmaus’ e il centro ‘Jericho’. Entrambi hanno accompagnato dodici coppie, rispettivamente per due e un anno. Altre coppie prenderanno il loro posto nel mese di gennaio-febbraio. Molto forte la loro testimonianza: hanno lasciato la loro casa, i loro campi, le loro occupazioni per una formazione che torna utile a loro ma che sono chiamati anche a ‘condividere’ con i fratelli nelle loro comunità e villaggi. A Emmaus, la formazione è più specificatamente pastorale – catechistica. A Jericho l’accento è maggiormente posto sull’agricoltura. Rientrano a casa e ricominciano, continuano. Siamo ‘fortunati’ ad avere questi due centri di formazione. Non sempre è facile trovare coppie adatte e disponibili. Ma la perseveranza premia e la formazione è la strada giusta.
Nella linea della formazione è stata anche l’apertura ufficiale di un’altra scuola privata cattolica, a Mogode. Quest’anno si è incominciato con la prima e la seconda elementare e poi crescerà. Questa scuola ‘aiuta’ e alleggerisce un poco la scuola pubblica che conta ancora più di 1000 alunni. Il tasso di analfabetismo è ancora alto ma cresce anche la sensibilità nei confronti della scuola.
A Mokolo ha aperto le porte una scuola per sordo-muti. Piccolo, concreto segno per un bisogno presente nelle nostre comunità. I bambini sordo-muti hanno la possibilità di imparare qualcosa e di allargare il loro ambito di vita. Per ora ci sono due classi: prima e seconda elementare. Alcune famiglie hanno aperto le porte di casa per ospitare uno o due bambini: non c’è vitto o ‘collegio’.
Con la diocesi si è ripreso e scelto di nuovo di puntare sulle piccole comunità di quartiere. E’ una scelta fondamentale per la Chiesa in Africa. Con gioia abbiamo ripreso insieme ai responsabili di comunità e i catechisti, a formare i cristiani all’importanza di ritrovarsi in piccole comunità di quartiere (le C.E.V. = comunità ecclesiali viventi). E lo crediamo: in piccole comunità di 20, 30 persone – è più facile vivere e testimoniare la fede; più facile no, ma certamente più vero. Forse durante l’anno qualche grande comunità – 100/150 battezzati – troverà la forza di crescere e di dare vita ad altre comunità.
Carissimi, condividendoci questi segni di speranza, ci associamo a voi per chiedere al Signore il dono di una fede sempre più viva, capace di ‘vedere’ e di cogliere la sua presenza che anima e trasforma il mondo.
Con amicizia, don Giusto, don Angelo e don Andrea.