16 febbraio 2015 – Crocifisso, centro di ogni periferia
La giornata è grigia. E questa non è una novità. Una coltre umida avvolge perennemente la periferia di Lima. Stivato su un vecchio bus lascio San Pedro verso una delle nostre cappelle. Attraversiamo veloci alcune recenti urbanizzazioni che accolgono l’esodo di centinaia di famiglie che dalle province del Perù si trasferiscono nella periferia di Lima. Per fortuna ci sono ancora alcune zone coltivate. Un particolare attira la mia attenzione: i contadini stanno bruciando sterpaglie, rami e foglie. Bruciano tutto per liberare il terreno in vista di una nuova semina e lasciano sui campi nudi la cenere per dare nuova energia alla madre terra, la pachamama. E il cuore e la mente vanno a quella cenere che oggi scivolerà leggera sulla testa dei discepoli di Gesù in tutti gli angoli del mondo. Iniziamo così questi quaranta giorni: chinando il capo, chiedendo allo Spirito che faccia piazza pulita dell’uomo vecchio che da troppo tempo stiamo alloggiando nelle spirali della nostra quotidianità e ci metta sulla strada giusta per ritornare a Lui. Sì: tornare a Lui con tutto il cuore. Niente di meno.
Permettiamo a questa cenere di cadere sulle nostre teste con la forza di un uragano perchè ci strappi da tutte le nostre schiavitù e apra nuovi cammini di libertà. Questo è il significato più vero della quaresima: ritornare a Lui per vivere da vivi! Forse vale la pena ricordarlo: la Quaresima non è orientata al Venerdì Santo, ma alla Pasqua. Per questo non è tempo di mortificazione, ma di vivificazione! E’ un tempo per imparare a vivere da figli e non da schiavi. E’ un tempo per aprire gli orizzonti, per superare steccati e sperimentare nuovi punti di vista. E’ un tempo per dire dei “no” che lascino spazio a dei “sì” più vivi e vivaci.
Una signora cicciottella con una enorme borsa piena di cipolle e patate mi schiaccia un piede e mi riporta sul pianeta terra. Mancano pochi minuti per arrivare alla cappella del Señor de la Soledad dove un gruppo di mamme – in teoria… – mi sta aspettando. Dobbiamo fare il punto della situazione di uno dei talleres della parrocchia. Scendo all’incrocio e il bus mi saluta con una nuvola di polvere. Cammino un paio di kilometri e arrivo alla cappella. Delle mamme, come sempre, nemmeno l’ombra. Entro e mi siedo su una delle panche di legno e fisso lo sguardo sul Crocifisso appeso sul muro di mattoni rossi dietro l’altare.
A Lui dobbiamo ritornare. Lui solo è il centro di ogni periferia.