Condivisione delle coseguenze negative e positive causate da “corona virus”
Ben contento di poter condividere i miei sentimenti e le problematiche sociali causate dal virus, detto “corona”.
Il primo sentimento o la prima reazione che sento io è quella della compassione nel senso di “patire con” tutti per questa tragedia immensa e universale; naturalmente, essendo più legato alla nostra Italia e alla nostra Diocesi, il cuore sente di più il dolore per questi nostri vicini provati da tanto dolore, per la scomparsa di alcuni sacerdoti della nostra Diocesi di Como, già carente di tali persone. Abbiamo pregato tanto e continuiamo a pregare coi bambini e coi fedeli per i grossi problemi dell’Italia e del mondo causati da questa peste, inoltre un giorno prima delle restrizioni abbiamo offerto la S. Messa coi bambini e coi fedeli. La chiesa era piena.
Al presente, dopo le restrizioni attendono la S. Messa tutti i giorni circa una quindicina di fedeli al mattino alle 6.30, pochi bambini sono presenti; noi in Bangladesh continuiamo a pregare con “compassione” per l’Italia, la provincia di Sondrio, per la Diocesi di Como e per tutto un mondo in lutto, in quarantena e colpito da tanti dolori.
Però viene spontanea una domanda: perché succede tutto questo cataclisma, questa catastrofe?
Che la gente in genere lo ammetta o no, la realtà è che c’è un piano di Dio. L’uomo tecnologico o superuomo crede di avere tale potenza da fare tutto, controllare tutto, risolvere tutto da sé. Ma i fatti dimostrano che proprio il creato, il cosmos, che era stato dato da Dio all’uomo per usarlo entro dei limiti, lo stesso creato/cosmos, si è ribellato all’uomo con i problemi del surriscaldamento del globo terrestre, ora, volente o nolente, con la quarantena, l’atmosfera non è mai stata così limpida e con questo ci insegna che nel futuro dovremo vivere una vita semplice e non più inquinante. L’uomo non “sapiens sapiens” è guidato dallo “stupore” dall’istinto (homo “stupidus stupidus”, secondo la definizione di Vittorino Andreoli), lasciandosi attrarre ad un eccessivo consumismo, libertinismo, individualismo, mettendo l’ “io” al centro, dimenticando il Creatore e il Redentore (almeno per i Cristiani). Il weekend era per divertirsi, fare chilometri e chilometri con le più svariate vetture…La tragedia della peste globale, corona virus, dovrebbe far cambiare il modo, lo stile di vita della gente di qualunque parte del globo terrestre. Se poi anche dopo questa tragedia immane l’uomo non cambiasse, ecco cosa verrà: la fine del mondo? Questo solo Dio lo sa. Comunque a noi Cristiani, Gesù ha detto di essere sempre preparati; anche per questo motivo lo stile di vita deve cambiare. Naturalmente non deve mancare la preghiera per la liberazione di tale cataclisma: “A peste, fame et bello libera nos, Domine”.
Per quanto riguarda il Bangladesh nasce lo stesso sentimento di “compassione” e di dolore. Qui, in questa nazione che ha circa 170.000.0000 di abitanti, con corona virus non siamo ancora arrivati a livelli dell’Europa e degli USA, ma il numero di contagiati sta aumentando, da oggi (21-04-2020) il numero dei contagiati supera i 3.000 e i morti sono circa 110. Qui non abbiamo una struttura sanitaria adeguata per far fronte a tale emergenza. Oltre a questo problema, c’è il problema della povertà. Dal 9 di Marzo sono iniziate le restrizioni, chiusura delle Scuole, delle chiese (secondo le zone totale o parziale), delle moschee e dei templi, restrizioni su molti settori della produzione, per cui già adesso molte categorie di poveri, che vivono alla giornata, dato che non hanno lavoro da quasi 45 giorni per loro è iniziato il periodo della fame. Dato che i numeri delle persone contagiate sta aumentando, il governo non parla più di scadenza delle restrizione, dell’apertura dei settori di produzione, dei trasporti, ecc. Per cui il problema della fame sta aumentando. Il governo dà aiuti qua e là, ma si deve dire che gli aiuti in genere non vanno ai veri poveri, agli affamati, perché spesso i politici aiutano quelli della zona che li hanno votati.
L’altro pensiero che nasce in questo periodo della chiusura delle Chiese Cattoliche durante parte della Quaresima, della Settimana Santa, della Pasqua e del periodo Pasquale è che un buon numero di Cattolici e Cristiani, Protestanti, di vecchia data, i più benestanti, se non tutti, molti hanno seguito le celebrazioni liturgiche per T.V. o Facebook o altro, ma molti, i meno abbienti, non hanno avuto la possibilità di seguirle e nemmeno sono in grado di leggere libri di meditazione o i figli di essere istruiti dai genitori riguardo al significato della Pasqua o di parteciparvi spiritualmente alle cerimonie. Tuttavia per alcuni, specialmente donne, questo periodo di clausura è stato un periodo di interiorizzazione della loro fede e delle loro abitudini religiose. Alcuni, specialmente donne, hanno sentito, sperimentato la presenza di Gesù che si offre Vittima per i nostri peccati; le donne, che spesso sono poco considerate nella società generale, hanno sentito forte l’amore di Gesù per loro, meditando quei quadri biblici di donne, usate e abusate, come la Samaritana, l’adultera perdonata, la grande peccatrice, che ha lavato i piedi di Gesù con le sue lacrime e asciugate con i suoi capelli, ecc. Anche le donne fedeli alla vita liturgica e spirituale della Chiesa sono maturate, hanno sentito forte il bisogno di ricevere Gesù, il bisogno di Gesù Eucaristico, così alcune donne che partecipavano agli incontri di preghiera quando ero a Dhaka nella parrocchia di S. Cristina mi hanno comunicato per telefono e per mail. Ma anche qui, tra i tribali, le minoranze etniche, la maggioranza dei loro antenati battezzati 120 o 100 fa o anche meno, dato la limitazione del numero di partecipanti alle funzioni religiose, alcune donne mi hanno comunicato a voce o per telefono che ora hanno capito che la forzata non partecipazione alle cerimonie le hanno fatte maturare nella vita spirituale. Dicevano che spesso vanno in chiesa con fede, ma essendo una routine quotidiana o domenicale, non avevano quel desiderio di unione di amore vero con Gesù, durante la Quaresima o la Passione di Gesù non sentivano forte il suo amore tale da dare la vita per loro.
Bene con queste riflessioni sui sentimenti e le esperienze durante questo periodo di prova, saluto tutti i membri del Centro Missionario di Como e dei vari gruppi missionari e tutti i fedeli, in particolare il Vescovo Oscar, della nostra Diocesi di Como e prometto di essere sempre più uniti a tutti voi.
Chiedo anche a voi preghiere per questo nostro Bangladesh, colpito non solo da corona virus ma da povertà e fame in progressione, con affetto e riconoscenza
padre Arturo Speziale, missionario nella parrocchia di Nobai Bottola, nella Diocesi di Rajshahi