Carissimi familiari, amici e benefattori,
scrivervi gli Auguri di buona Pasqua e’ per me molto difficile, anche se mi trovo in Etiopia, lontano dall’Italia, dove imperversa il coronavirus. Tutto sommato, qui in Etiopia le persone contagiate sono poche e anche se il governo ha messo in moto la grande macchina della prevenzione e del contenimento dei contatti, i casi rimangono isolati e speriamo che non ci sia la diffusione del virus che invece c’e’ stata in Italia, specialmente al nord del Paese, dove abbiamo i nostri cari.
Anche per noi scuole e chiese sono chiuse e i lavoratori non necessari sono a casa loro, con i movimenti limitati allo stretto necessario. Questa terribile malattia ci ha portato via molte persone care e molti salesiani sia in Italia che in Spagna. Tra le perdite che toccano anche le nostre missioni, voglio qui ricordare quelle di mons. Angelo Moreschi e di don Agostino Sosio.
Di Abba Melaku (come familiarmente chiamavamo don Angelo con il suo nome in Amharico) ci sarebbe da scrivere molto. E’ mancato a soli 67 anni, pieno di acciacchi e perciò’ più’ esposto al virus… Ha vissuto circa 35 anni in Etiopia, di cui 10 come Vescovo del Vicariato apostolico di Gambella. Era un gigante buono, sempre pronto a impegnarsi per i più’ bisognosi, ottimista e allegro, grande lavoratore per la causa del Vangelo, in una terra non facile, sia per il clima torrido che per i conflitti tribali, Grande amico di tanti missionari/e e volontari/e, li ha invitati a lavorare con lui, grande evangelizzatore e persona di riferimento per i più’ poveri tra i poveri. Ci mancherà’! Lo preghiamo perché’ continui ad assisterci dal cielo e conforti i suoi cari.
Don Agostino Sosio, 66 anni, ci e’ stato portato via inaspettatamente da questo mostro invisibile che e’ il coronavirus. Valtellinese, come me, grande amico sin dai tempi degli studi fatti insieme a Torino, era stato Ispettore di Milano per il sessennio dal 2025 al 2011 ed e’ stato in questo periodo di fecondo lavoro per i salesiani della Lombardo-Emiliana-Svizzera, che e’ venuto ogni anno a trovarci in Etiopia. Stava volentieri nelle missioni che visitava con un sorriso aperto e un cuore grande. Ci ha sempre aiutato. E’ grazie a lui se la missione di Dilla ha una residenza molto bella per missionari, volontari e ospiti, anche qui in un posto difficile, di frontiera. Abbiamo seguito con tristezza e trepidazione il suo calvario di 10 giorni all’ospedale e sappiamo che molti, sopratutto alla Rondinella (Sesto S. Giovanni) dov’era parroco, e a Sondrio, lo ricordano con affetto e rimpianto. “Don Ago” proteggi dal cielo tutta la famiglia salesiana che amavi tanto, e porta pace ai tuoi famigliari, col tuo ricordo.
Qui in Missione in Etiopia, continuiamo a tenere le posizioni, nonostante questa pandemia abbia consigliato a molti stranieri di tornare per il momento in patria. I volontari a noi vicini hanno pure fatto questa scelta, di restare, consapevoli che tra qualche tempo si potrà’ ricominciare tutto con entusiasmo. A “Bosco children”, progetto per i ragazzi di strada, abbiamo tenuta la casa aperta per i ragazzi che altrimenti non avrebbero che la strada come loro unica casa dove stare, in questo momento di emergenza, Con i dovuti accorgimenti, ne’ tra il centinaio di ragazzi di strada, ne’ tra i salesiani e collaboratori c’e’ stato alcun caso di contagio. Dicono che dopo la Pasqua etiopica che cade il 19 Aprile, si potrà’ riprendere gradualmente le attività’ scolastiche religiose e sociali che abbiamo interrotto da un mese.
Vorrei indirizzarvi un’ultima proposta che può’ sembrare un poco importuna al momento. Tutti voi che siete stati toccati da questa pandemia avrete riflettuto sul senso della vita e sulla nostra fragilità’. Forse avrete pregato perché’ qualche persona cara, magari anziana e malata, non fosse toccata dal virus. Abbiamo nel cuore tanta riconoscenza per il pericolo scampato, noi e i nostri cari.
Ecco, direi che in segno di solidarietà’, come un ex-voto, una grazia ricevuta, potremmo offrire qualcosa per i più’ poveri, quelli che noi assistiamo nelle nostre missioni in Etiopia. La solidarietà’ l’avete mostrata ai medici, infermieri, volontari della protezione civile, mostratela in questa Pasqua speciale, anche ai nostri ragazzi.
Don Bosco che ha garantito ai suoi giovani che assistevano i malati di colera nella Torino del 1856, che non sarebbero stati colpiti dalla malattia, vi protegga e vi aiuti sempre anche in questi tempi difficili.
Pensateci sempre bene, in salute.
Vostro don Mario e comunità’ salesiana di Addis Abeba.