2020 aprile in Camerun – FATICA E DOLORE PER CRESCERE ASSIEME

Carissimi Amici e sostenitori delle nostre attività

dalle notizie che riceviamo dall’Italia ci rendiamo conto che state vivendo una situazione complicata e inaspettata. Certamente nessuno di noi era preparato ad affrontare questa disgrazia “planetaria” e ci eravamo illusi che il nostro benessere fosse un’acquisizione stabile e protettrice. Queste situazioni tragiche che state vivendo, ci portano a riflettere sulla precarietà delle nostre certezze e sui limiti delle nostre capacità conoscitive, umane e tecniche in grado di affrontare lo “straordinario”.

Pur non essendo in grado di fare qualcosa di operativo per la vostra sofferenza, riusciamo solo ad esservi vicini e com-patire questo difficile momento. Auguriamo a tutti voi un briciolo di coraggio, speranza e fede.

Qui la situazione non è ancora così grave perché il virus non è ancora arrivato con una mortalità elevata. Da diverse settimane è stato scoperto nelle regioni del Sud del Camerun, distanti da noi circa 1.200 km. Probabilmente anche il caldo eccessivo (oltre 42° nelle ore meridiane) non favorisce lo sviluppo del virus. In ogni caso le Autorità hanno dato delle indicazioni (come da voi) per la prevenzione, ma il rispetto delle norme è molto limitato.

Se il COVID 19 dovesse veramente propagarsi nella nostra regione (come in Europa) credo ci sarà una ecatombe. Non abbiamo le strutture e le attrezzature sanitarie necessarie e sufficienti per affrontare una simile pandemia.

Tuttavia questa non è la preoccupazione maggiore per la popolazione che deve affrontare ben altri problemi legati ai problemi alimentari, sanitari e di sicurezza. Sicuramente queste circostanze complicano il contesto di vita generale per il fatto che si sommano ad una situazione già difficile. Le Autorità stanno facendo di tutto per arginare questo virus, copiando decisioni e scelte studiate ed applicate soprattutto per la realtà europea. Ma qui il contesto è completamente diverso ed è indispensabile riuscire ad adattarle alla realtà africana. Alcune sono adeguate, altre sono completamente assurde e inapplicabili.

Alcuni esempi. La maggior parte della popolazione “rurale” africana, ed una percentuale elevata di persone che vivono in ambiente cittadino “precario”, sopravvivono grazie a lavori “giornalieri”. Impedire loro di recarsi al lavoro ogni giorno significa condannare loro e le loro famiglie ad una morte di fame. Inoltre, un Decreto prefettizio ha stabilito che per “prevenire” la diffusione del virus (che attualmente non è presente nella nostra Regione), ogni attività sociale e umanitaria legate a progetti di emergenza deve  essere sospesa fino a nuovo ordine. Così la distribuzione degli integratori alimentari per circa 80.000 bambini malnutriti, è stata sospesa immediatamente. I bambini saranno (forse) protetti dal virus, ma rischiano di morire per fame.

Queste sono le contraddizioni che dobbiamo affrontare qui, senza strumenti efficaci per risolverle. Al momento stiamo studiando cosa potremo fare per dare una mano alla popolazione più fragile. Ma non sappiamo bene neppure noi quali novità ci riserva il futuro. Anche questa è la vita concreta con le sue problematiche. Il minimo che abbiamo potuto avviare rapidamente sono state le misure di prevenzione igieniche, con la fornitura di tutte le nostre strutture sanitarie ed umanitarie, comprese le Chiese, con dei recipienti per potersi lavare le mani con sapone e altri prodotti disinfettanti. Certamente non è niente di straordinario, ma è soprattutto la rapidità nel metterlo in pratica che può fare la differenza. In questo modo abbiamo fornito circa 50 contenitori di 40-80 litri e dei prodotti disinfettanti adatti alla situazione. Al contempo abbiamo fatto una scorta di “Clorochina” che, al momento, sembra ancora essere un medicinale che produce qualche effetto positivo per la cura del COVID 19. Anche qui mancano le “mascherine”, ma degli abili artigiani si sono dati da fare per fabbricarne localmente. E’ ancora poco, ma qualcosa si muove.

Come in moltissimi paesi, anche in Camerun tutte le scuole sono state chiuse nel mese di Marzo. Certamente è una precauzione importante che potrebbe proteggere molti bambini. Nessuno sa ancora fino a quando resteranno chiuse e se ci saranno gli esami finali. Per il momento sembra che questa soluzione sia la meno preoccupante per la nostra realtà. Dispiace solo che non esista alcuna alternativa affinché i bambini e gli studenti possano utilizzare al meglio questo periodo. Da parte nostra abbiamo solo cercato di utilizzare questa “sosta forzata” per organizzare degli aggiornamenti pedagogici per piccoli gruppi di insegnanti e direttori. Questo, al momento, è ancora permesso e quindi approfitteremo per migliorare le conoscenze per il prossimo futuro. Vedremo se riusciremo a coinvolgere positivamente gli insegnanti in modo che si possano acquisire nuove competenze professionali.

Come avete capito, anche noi brancoliamo nella ricerca di soluzioni adeguate ed utili ad affrontare questa situazione. Al momento le forze non mancano, ma sappiamo che tutto può cambiare in poco tempo. Ci auguriamo che questo momento di dura prova sia una occasione per risaldare i nostri impegni, personali e comunitari, ed acquisire nuove esperienze di vita. In ogni caso, la prima lezione che possiamo tirare da questa disgrazia, è che solo assieme ci si può salvare, da soli siamo destinati a perdere.

A tutti voi che ci siete vicini, un augurio per un miglioramento nelle rispettive situazioni di vita e che “la fatica e il dolore” provocata da questa pandemia sia l’occasione di una crescita personale e comunitaria.

Auguri di Buona Pasqua a tutti!

Yagoua, 28 Marzo 2020    –     Fabio Mussi e l’équipe di Yagoua