domenica 13/12/2020: è tempo d’Avvento
Carissimi tutti,
il tempo corre e siamo già verso la metà di dicembre. Per la precisione, questa è la terza domenica di Avvento per voi, mentre qui in Etiopia incominciamo oggi questo importante periodo liturgico che ci prepara la Natale.
La scorsa settimana abbiamo ricevuto notizia del contagio di coronavirus, entrato nella nostra comunità di Sondrio con ben tre confratelli ricoverati all’ospedale di Sondalo, tra cui il nostro don Giorgio Pontiggia. Non possiamo fare a meno di ricordarlo e raccomandarlo alla vostra preghiera essendo in rianimazione da alcuni giorni. Gli auguriamo di guarire presto perché lo sentiamo ancora parte del nostro gruppo missionario in Etiopia, sebbene da circa tre anni si trovi nella comunità di Sondrio.
La scorsa settimana sempre a motivo del virus, che in Italia è ancora molto attivo, sono morti a Torino due missionari salesiani della Nigeria di cui ero amico sin dai tempi della nostra partenza per il Progetto Africa (1981). Si tratta di don Italo Spagnolo e di don Vincenzo Marrone.
La scorsa settimana è passata in Etiopia senza grandi novità, se non che gli aiuti umanitari verso il Tgray procedono a rilento a motivo delle difficoltà dei gruppi di opposizione nel nord del paese. Ancora le connessioni telefoniche e con internet non sono ripristinate, per cui abbiamo poche notizie dei nostri confratelli del Tigray e dell’Eritrea.
Sembra che il primo ministro abbia chiesto di ricominciare a lavorare da domani in tutti i settori pubblici e privati, pena la perdita dell’impiego.
In alcune regioni dell’Etiopia si sono svolti gli esami di terza media (classe Ottava) e qui a Dilla pensiamo si facciano a fine settimana prossima. Intanto ieri si sono riaperte le università e anche a Dilla c’era una vera processione di studenti dell’ultimo anno che si preparano alla laurea. Sono tutti segni di normalizzazione in un paese che però rimane scosso da un conflitto che ha diviso profondamente gli animi della gente.
Leggiamo sulle prime pagine dei giornali italiani delle tante restrizioni che permangono in Italia, soprattutto negli spostamenti tra regioni e negli assembramenti di tante persone. Il Natale quest’anno sarà più sobrio e meno frequentato che negli anni precedenti.
Nonostante che anche noi non possiamo inviarvi i nostri auguri per posta (che non funziona regolarmente) confidiamo che possiate ricordare chi è ancora più sfortunato di voi in Italia, come i nostri ragazzi in Etiopia
Vi assicuro che stiamo tutti bene e che ricordiamo in particolare i malati e quanti si raccomandano alle nostre preghiere.
Vostro don Mario