Cari Amici,
E’ Natale. E’ tempo di Auguri: e quest’anno abbiamo tutti grande bisogno di auguri con la pandemia ancora in corso. Abbiamo ancora una quindicina di giorni di Avvento: attesa di Gesu’ il Salvatore. Un mio confratello molto piu’ giovane ha scritto: Aspettare in Sudan, e ho pensato di mandare i miei Auguri a voi con le sue parole.
Qui in Sudan la gente aspetta. Aspetta in coda per comprare il pane che manca nei forni; aspetta giorni interi alla pompa della benzina per fare un pieno; aspetta per riempire la bombola del gas; aspetta che arrivino le medicine che ormai scarseggiano da tempo nelle farmacie; aspetta l’inizio della scuola che è ferma da troppo ; aspetta che tolgano l’embargo che impoverisce il paese; aspetta il vaccino che porti via il virus; aspetta che la libertà e la giustizia gridate nei giorni della rivoluzione trovino reale posto nella società.
Ma quanto si dovrà aspettare ancora? Sarà così paziente il nostro cuore che tanto desidera essere felice? Dicono che ci voglia tempo prima che le cose si sistemino. Ma quanto? Alcuni dicono che non c’è futuro e vedono tutto nero per questo paese. Allora decidono di partire con la famiglia per l’Egitto e poi magari andare oltre il mare.
Una fuga in Egitto alla scuola di quella di San Giuseppe che per sfuggire al tiranno di turno ha fatto lo stesso duemila anni fa con Maria e Gesù. Papa Francesco ha dedicato a lui questo anno liturgico-pastorale con una lettera che ricorda che se noi incontriamo difficoltà, san Giuseppe ci ha preceduti in questa strada molti anni fa. I “ Vangeli dell’infanzia” che leggeremo nei giorni di Natale ci raccontano di queste difficoltà incontrate dalla Sacra Famiglia e il Papa sottolinea che san Giuseppe si è distinto in queste turbolenze come ‘padre dal coraggio creativo’. Ci domandiamo perché Dio non intervenga direttamente per risolvere i problemi del mondo, ma nella vicenda di Giuseppe vediamo che Lui si serve proprio di quest’uomo per prendersi cura degli inizi della storia della salvezza fidandosi di lui e di ciò che era in grado di progettare e inventare per proteggere Maria e il suo bambino.
Maria con il suo SI ha concluso l’attesa di Dio, trovando ciò che attendeva: un dono dentro che ha cambiato tutto fuori. Giuseppe ha scoperto nel suo cuore che Dio si fidava di lui e ha fatto della sua vita un miracolo.
Annunciare il vangelo in Sudan vuol dire portare speranza: si aspetterà, aspetteremo ancora molto, ma quel che conta veramente è già arrivato!
Ringrazio di tutto cuore tutti voi per le vostre preghiere, l’amicizia e l’aiuto per aiutare tanta gente della mia Missione.
Buon Natale.
- Eugenio Caligari Khartoum. SUDAN