Carissimi,
un caro saluto dalla Liberia, in questi giorni di grande caldo, in cui la stagione delle pioggie sta cedendo il posto a quella … meno piovosa.
Con i media del mondo concentrati sul passaggio di potere tra Trump e Biden, noi qui, preservati per ora dalla violenza del covid, abbiamo gli occhi puntati sui Paesi confinanti con la Liberia: anzitutto la Guinea dell’ottantaduenne Alpha Condé, eletto per il terzo mandato dopo una riforma costituzionale ad hoc, e la Costa d’Avorio del settantottenne Alasssane Ouattara, eletto lui pure al terzo mandato e dopo una riforma costituzionale fatta votare per permettergli di ripresentarsi.
In Liberia, durante il lungo decennio della guerra civile (1990-2004) almeno un terzo della popolazione ha dovuto scappare dai propri villaggi e città, per rifugiarsi nei Paesi vicini. Sono stati quasi un milione solo, secondo fonti UNHCR.
Memoria di morte e di speranza, di paura e lotta per la vita. Memoria che si rinnova ora negli avvenimenti dei Paesi vicini.
Un nostro collaboratore, Emmanuel, si trova in questo momento a Massanta, in Guinea, dove subirà un’una operazione di chirurgia plastica per tentare di chiudere una piaga aperta da anni. Massanta è a pochi kilometri dal confine con la Liberia. Fuori dall’ospedale, racconta, spari e tumulti, morti, violenza. Eppure nella gente non è mai morta la speranza di farcela, di poter tornare, di riprendersi la vita in mano.
Ora si parla della Costa d’Avorio, in cui in troppi soffiano sulla brace del malcontento e … La piaga dell’ingiustizia, quando non viene curata, provoca la cancrena della violenza e dell’odio. Notizie e fake news si confondono. L’annuncio e la smentita dell’arrivo di migliaia di rifugiati ivoriano e guineani da oltreconfine fa il giro del paese.
Qui in Liberia avremo le elezioni senatoriali l’8 dicembre e gli inviti alla non violenza si ripetono come dei mantra. La nostra gente di Foya a dire il vero è più concentrata sulla quotidiana lotta per la sopravvivenza, che qui si chiama riso.
Siamo in piena stagione della trebbiatura del riso, e il suo prezzo è calato di un terzo in pochi giorni, con i mercati locali invasi dal prodotto appena raccolto.
Un paio di settimane fa sono stato invitato ad un momento di preghiera nella comunità di base di Peace Community. Madelaine, la vice responsabile non mi aveva spiegato nulla: “Devi venire stasera… succederà qualcosa!”.
Due amiche di un tempo, in conflitto da mesi, sono state convocate dai leader della comunità ed invitate a riconciliarsi. Ore di interventi, consigli, preghiere, memoria dei fatti e infine una abbraccio di perdono ormai a tarda notte….
“Chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica è simile ad un uomo saggio che costruisce la sua casa sulla roccia.”
Mentre ci lasciamo prendere dai mille progetti, dalle scuole da costruire, dalle comunità da organizzare, dai catechisti da formare, il Signore continua ad agire nell’umiltà e nel nascondimento di un perdono donato e di un piatto di riso condiviso, mentre i bambini cantano in mille lingue diverse lo stesso messaggio di amore.
Un’altra bella notizia. Sono finalmente arrivati i volontari francesi in aiuto al nostro Centro Sanitario. Sono: Marine, giovane medico di famiglia, Quentin, infermiere professionale e Marie, educatrice ed esperta in dinamiche pedagogiche. Staranno con noi un anno, dando il loro contributo per lo sviluppo del nostro Foya Health Center e della scuola, e lasciandosi plasmare dai fratelli e dalle sorelle che incontreranno.