Carissimi amici e familiari tutti,
per vari motivi, tra cui la disconnessione di internet, non ho potuto inviarmi le mie notizie domenica scorsa.
Lo faccio oggi a distanza di 15 giorni per darvi una notizia che vi interesserà certamente. Proprio due settimane fa abbiamo avuto la sorpresa di avere il Covid 19 in casa.
Già da un mese i casi si erano intensificati a Dilla, ma la certezza l’abbiamo avuta quando abbiamo fatto i tamponi al signor Sergio Fiorino (83 anni) che è risultato positivo e a me e Efrem negativi. In seguito sono stati controllati tutti i membri della comunità e delle suore e due confratelli, il parroco Fr. Thomas e l’incaricato di Walleme, br. Abraha, sono risultati anch’essi positivi, sia pure con lievi sintomi. Il caso per noi più preoccupante è stato quello di Sergio che ha dovuto sottoporsi a cure pesanti di antibiotici e cortisone e all’ossigeno. Non è ancora fuori, ma ci sono segni di ripresa, grazie anche alla consulenza a distanza della dott.ssa Maria Teresa Reale da Abobo (Gambella). Sebbene le attività scolastiche, parrocchiali e dei laboratori siano continuate regolarmente in comunità è scattato l’isolamento dei malati e quindi per noi la cura personale con le dovute precauzioni.
Il Covid, come si sa, è una malattia complessa e subdola, per cui abbiamo dovuto moltiplicare le attenzioni ai vari sintomi specialmente del nostro Sergio che è il più fragile.
Il dottore dell’ospedale che lo ha visitato ha dato la corretta cura antibiotica per eliminare eventuali altre infezioni e ha raccomandato l’ossigeno, bene preziosissimo e raro qui a Dilla in queste settimane. È infatti scoppiata la pandemia nel Sidamo e nella regione Ghedeo che ha fatto sì che gli ospedali siano strapieni di malati gravi e non sempre in grado di curare bene i pazienti. A noi hanno permesso di tenere i nostri malati in casa.
Per non allargare il contagio, io mi sono preso cura esclusiva di Sergio e con Efrem degli altri 2 confratelli. Per ora ce l’abbiamo fatta, sia pure con fatica per le notti insonni, ma contiamo di vedere la luce al fondo del tunnel se le crisi di apnea non si ripetono più per Sergio.
Per noi in Etiopia oggi è la prima domenica di Quaresima mentre per voi si avvicina la Pasqua, e sappiamo che il Virus ancora attanaglia molte persone a noi care in Italia oltre che qui in Etiopia: allora chiediamo una preghiera speciale per tutti i malati, in particolare per i contagiati di coronavirus di questo paese che non ha molte strutture sanitarie.
Anch’io prometto un ricordo per tutti voi assicurandovi che per ora sto bene.
Un abbraccio forte dal vostro don Mario