Sud-Ovest del Cameroun. Il grande palazzo di Foumban ci accoglie. Ci parla del regno Bamoun e dei suoi sovrani.
Scelto re da suo padre a 4 anni, salito al trono a 15 anni, Njoya è sicuramente stato il più intelligente e autoritario re bamoun. Siamo all’inizio del 1900. I Foulbé, temibili guerrieri a cavallo, invadono il suo Regno. Vede che sono più forti di lui e domanda: “Da dove viene la vostra forza?” Risposta: “Noi, prima di partire in guerra, preghiamo Allah!” Così Njoya si fa musulmano. Arriva il tempo della colonizzazione tedesca. I Peul sono cacciati. Lo stesso re, estasiato dalla potenza tedesca, pone la domanda che più l’assilla: “Da dove viene la vostra forza?” Risposta: “Noi, prima di partire in guerra, preghiamo Gesù!” Ecco che il re converte al cristianesimo. Perse le colonie, i tedeschi sono costretti a ritirarsi. I Foulbé tornano. E anche il nostro re Njoya torna all’Islam. Ma ecco i grandi consigli della religione del Dio Misericordioso: “Un buon musulmano non può avere più di quattro mogli!”. Il re non poteva accettare questo: “Solo quattro? Suvvia, siamo ragionevoli. Io sono il re!” Forse un po’ stanco di quest’altalena, si mette a tavolino. Bibbia e Corano alla mano, si fa la sua religione personale, con tanto di testo sacro confezionato ad hoc.
Geniale, inventore di una scrittura sillabica formata da 30 segni, tra le sue opere c’è anche un manuale sulle 98 (mi sembra) qualità della donna perfetta. Ma (anche le femministe saranno d’accordo su questo) appurato che, in natura, non esiste la donna perfetta, decide di prendere 98 mogli, ognuna delle quali capace d’incarnare almeno una perfezione. Il re attuale è cattolico, anche se ha… un po’ di mogli.
Nonostante la sua sete di potere, fu deportato a Yaounde dai francesi dove morì nel 1930.
Già. Povero Njoya! Così preoccupato d’avere un Dio che la pensi come lui, anziché accogliere un Dio che ci stupisce… Così preoccupato a cercare il Dio degli eserciti, da non vedere il Dio Povero.
Già. Poveri noi! Così preoccupati a cercarci un Dio che ci confermi nelle nostre opinioni… Che ci assecondi nei nostri capricci… Anziché confrontarci seriamente con quel testo di Luca: “Lo deposero in una mangiatoia, perché non c’era posto per lui…” Un Dio che rompe i nostri schemi, che accetta la libertà del rifiuto.
“Dio s’è fatto come noi”… Condivide i nostri desideri più profondi. Ma “per farci come Lui”. Per farci capire che c’è sempre un cammino da fare, uno sguardo da purificare.
Buon Natale al Njoya che è dentro di noi!
don Corrado