3 aprile 2015 – Come una piccola fiamma
Nella periferia di Lima la Settimana Santa passa nella più totale indifferenza. I condomini alveare continuano a crescere, camion fatiscenti trasportano montagne di mattoni, venditori ambulanti intasano ogni angolo e gli altoparlanti trasmettono a tutto volume ritmi latini che si mescolano ai rumori stridenti del traffico cittadino. Tutto segue inesorabilmente il suo corso. Non c’è nulla che possa fermare o almeno rallentare il ritmo frenetico della megalopoli peruviana. Un groviglio sotterraneo sussulta nelle viscere del deserto e la periferia lentamente avanza ed espande il suo impero di asfalto. Cerco un angolo si silenzio e mi rifugio nella chiesa parrocchiale. Antiche statue dei grandi santi peruviani adornano i larghi fianchi dell’ampia navata. Alcune signore iniziano a predisporre tutto il necessario per la preparazione della famosa processione del venerdì santo. Ogni dettaglio è un antico rito. Il Cristo morto è adagiato su un morbido lenzuolo rosso e la Virgen dolorosa aspetta di indossare il suo vestito solenne di lutto. Seduto nella penombra rileggo i testi biblici della passione di Gesù e cerco di preparare le omelie del triduo pasquale. I prossimi giorni saranno molto impegnativi e preferisco avere pronte e in ordine tutte le riflessioni che desidero condividere con le comunità della parrocchia. Sul mio libro delle letture c’è una grossa macchia di cera della celebrazione della veglia pasquale dello scorso anno. Ero nella comunità di Villa Cruz e una mossa maldestra di un catechista mi riempì di cera. La cappella di questa comunità è stata costruita su una rotonda stradale, a fianco della Panamericana, una delle arterie di comunicazione più trafficate di tutta l’America Latina. E’ bello avere una cappella all’incrocio di più strade, un punto di svolta e di scelta. Certo: il rumore del traffico è fastidioso e a volte sembra che alcuni immensi camion siano intenzionati a parcheggiare tra l’altare e l’ambone… Però è bello stare lì, insieme, con quella piccola fiamma che brucia e si consuma sul cero pasquale, segno del Cristo Risorto. Nonostante tutte le mie fragilità e povertà questo è il mio più grande desiderio: stare come una piccola fiamma all’incrocio delle strade degli uomini per annunciare che quella tomba è vuota, che Gesù è vivo, che la morte non è l’ultima parola.