Liceo St. Charles Lwuanga a Mogodé
Il comune di Mogodè ha donato il terreno e la popolazione si è mossa per la raccolta dei fondi necessari alla costruzione. Nell’autunno del 2008 sono iniziati i lavori di scavo e di fabbricazione. Sono stati costruiti i primi edifici: la direzione, gli uffici di segreteria e di contabilità, la sala insegnanti, le aule scolastiche per le classi. La scuola superiore funziona dall’anno scolastico 2009-2010 con circa 40 alunni per classe, un direttore e uno staff di insegnanti locali ,la presenza e il coordinamento da parte dell’equipe dei missionari fidei donum della Diocesi.
Successivamente si procederà alla costruzione delle aule necessarie, una o due per anno, fino a completamento. Il progetto completo prevede la realizzazione del primo ciclo di studi –le prime quattro classi- mentre gli ultimi tre anni verrebbero frequentati nella città di Maroua. Il totale della spesa prevista per la costruzione dell’opera è di circa 63.000 euro. Di questi 2/3 vengono dai contributi locali, mentre 1/3 dalla diocesi di Como.
Per ciò che riguarda la gestione è prevista una spesa annuale di circa 10.000 euro. Di questi, 6.000 sono a carico delle famiglie degli alunni stessi, mentre la Diocesi di Como si impegna per i rimanenti 4.000.
La scuola per sordomuti
Da alcuni anni le comunità cristiane della zona forniscono sostegno ai bambini sordomuti inviandoli presso il centro gestito dai missionari del PIME dove possono imparare a leggere e scrivere e soprattutto imparare ad integrarsi nella società. Visto che il numero dei bambini era in aumento, grazie alle numerose campagne di sensibilizzazione avviate dalle parrocchie, i nostri missionari hanno scelto di continuare il progetto integrando nella scuola elementare cattolica di Mokolo-Mboua una classe di bambini sordomuti e assumendo inizialmente due insegnanti specializzati. Nell’anno scolastico 2008/2009 i bambini sono oltre 60 provenienti dalla zona di Mokolo e da quella di Mogodè principalmente. Molte famiglie nei pressi della scuola si sono rese disponibili ad accogliere nella loro casa e nella loro famiglia una ragazza o un ragazzo sordomuti seguendo l’invito dei missionari che non avevano intenzione di creare un internato e dando così anche un grande esempio di generosità e disponibilità per chi viene da molto lontano. Altri sono accolti nelle case e nelle sale della parrocchia dove con l’assistenza e il lavoro di una giovane ragazza vivono come in una famiglia allargata. Tra di loro vi sono alcuni orfani e alcuni piccoli con disabilità fisiche, che possono frequentare le scuole primarie grazie all’accoglienza e al sostegno della missione e della comunità cristiana. Molti di loro rientrano a casa solo due volte nel corso dell’anno scolastico.
Va sottolineato l’impegno per far partecipare l’intera comunità cristiana di Mokolo-Mboua al lavoro dedicato a questa scuola, sia come partecipazione nelle spese ma anche come attenzione ai più piccoli e ai più bisognosi che ben si esprime con l’accoglienza nella propria famiglia per tutto l’anno scolastico.
Con il sostegno economico della missione fidei donum di Como i genitori possono pagare la tassa di iscrizione scolastica come per le scuole elementari che è pari a 7200 franchi, circa 11 euro all’anno. Questo però non basta a coprire le spese legate anche alle visite specialistiche, le protesi uditive, i salari dei maestri specializzati o il materiale. Per questo dal 2006 è attivo un progetto di adozioni a distanza dei piccoli alunni della scuola organizzato e seguito da un gruppo di giovani della nostra Diocesi che nell’estate 2006 ha visitato la missione in Camerun.
Vedi locandina adozioni a distanza
La scuola per i bambini ciechi
Come per i ragazzi sordomuti e forse anche più, i bambini e i giovani con gravi problemi di vista o completamente ciechi risultano avere grandi difficoltà di integrazione e di emancipazione a causa dell’impossibilità delle famiglie di fare qualcosa per loro ma anche della loro “inutilità” nel lavoro agricolo principale fonte di approvvigionamento per la famiglia. Nella zona di Mokolo inoltre negli anni scorsi si è manifestata in modo molto grave una malattia – l’oncocercosi – che colpisce l’apparato visivo, legata alle acque stagnati del lago artificiale e alla diffusione di una particolare mosca e alla mancanza di igiene e di cure di base.
Un giovane cieco di nome Emmanuel originario di Mokolo, avendo avuto la possibilità di studiare e formarsi anche al sud grazie al sostegno di un missionario, ha deciso di aprire a sua volta una scuola per ragazzi ciechi sul territorio di Mokolo. Già negli anni passati altre associazioni sostenute da ONG straniere avevano provato ad avviare tale progetto, ma con scarsi risultati. Il giovane e determinato quanto coraggioso Emmanuel ha deciso di chiedere il sostegno da più parti purtroppo con risultati molto scarsi soprattutto dalla pubblica amministrazione. Nel 2007 ha bussato alla porta della missione di Mboua ed ha trovato appoggio. Nel suo primo tentativo Emmanuel, che è completamente non vedente e ha una moglie e un figlio di due anni, ha preso in affitto una casa e qui ha installato l’aula e la sala dove i giovani allievi alloggiano. Nel primo anno nonostante ci fossero molti più casi, hanno frequentato la scuola tra 10 e 14 non vedenti provenienti da Mokolo e dintorni. Nelle comunità cristiane si cerca di sensibilizzare sempre di più le famiglie ad inviare il proprio figlio non vedente a scuola ma per molte la cosa non costituisce interesse ma piuttosto una spesa in più. Questo dimostra il grado di emarginazione cui sono esposti questi piccoli. La scuola è un valido mezzo non solo per imparare il linguaggio Braille per scrivere e leggere ma ancor più un’occasione di emancipazione, di integrazione nella società per dei giovani che sono destinati a restare soli in casa o a mendicare.
La scuola di formazione professionale
Passata l’età della scuola dell’obbligo o scuola primaria secondo l’ordinamento francese, sempre più numerosi giovani studenti chiedono di entrare a frequentare la scuola secondaria nei diversi licei della cittadina di Mokolo. Molti di loro sono esclusi a causa della scarsità cronica di posti nelle scuole. Altri non possono permettersi di trasferirsi dai propri villaggi a Mokolo e di pagare le spese di iscrizione, la divisa e il materiale e sono obbligati a rinunciare. I giovani che invece riescono dopo cinque o sei anni (ma il tasso di insuccesso è altissimo a causa del sovraffollamento e del pessimo livello di insegnamento) sono confrontati con un mondo del lavoro che prospetta loro quasi nessuna possibilità. Di fronte a questo panorama si è rivelata sempre più importante una formazione di base per tutti qui giovani costretti a restare al villaggio; una formazione che li mettesse in condizione di vivere dignitosamente e sapersi arrangiare. Così, dal 2006, è attiva a Mokolo una sede staccata del centro di formazione per giovani di Moutroua che accoglie un centinaio di giovani ragazzi e ragazze provenienti da tutto il dipartimento. Sono previsti dei corsi di educazione civica, educazione alla salute, agricoltura e anche di lingua francese comuni a tutti. Per i ragazzi c’è la falegnameria con due insegnanti che danno lezioni pratiche o teoriche, alcune nozioni sulla saldatura e la lavorazione del ferro. Le ragazze frequentano il corso di taglio, cucito, ricamo e anche di cucina. Gli insegnanti sono persone della zona più o meno qualificate che dimostrano di destreggiarsi in quello che vogliono insegnare. Molti giovani che frequentano la formazione alloggiano nei locali della parrocchia condividendo momenti forti della giornata come la preghiera al mattino, i pasti e, nella giornata dedicata, il lavoro per la parrocchia. La loro convivenza rappresenta un’ulteriore scuola di amicizia e di integrazione tra diverse etnie.
L’Aumônerie
L’aumônerie di Mokolo è un centro per studenti delle scuole secondarie. È costituito da una biblioteca, da una grande sala studio e diversi locali dove vi sono lavagne, luce elettrica e banchi. Negli ultimi anni sono state allestite due nuove sale per l’informatica dove sono installati diversi computer ad utilizzo degli studenti che richiedono di imparare. La biblioteca dell’aumônerie è il cuore di questa struttura che vede iscritti circa tra 300 e 400 studenti all’anno. Vi si trovano soprattutto i libri di testo dei diversi istituti e licei che quasi nessuno si permette di acquistare, ma anche riviste di attualità, romanzi, testi di approfondimento. E’ la biblioteca più fornita di tutta la diocesi di Maroua, aperta agli studenti e a chiunque ne faccia richiesta. La coordinazione delle attività spetta alla parrocchia di Mboua che incarica un responsabile stipendiato che ha la direzione della struttura. L’ordinario funzionamento della biblioteca e della diverse sale è garantito da un gruppo di giovani volontari che all’inizio dell’anno scolastico si divide i turni di servizio. Oltre alla biblioteca, vi sono i diversi corsi di recupero organizzati per le diverse materie: matematica, fisica, filosofia, lingue straniere … a seconda delle richieste e delle disponibilità di insegnanti o volontari. Nel corso dell’anno si organizzano anche alcuni eventi come raduni per studenti o approfondimenti su certi temi di interesse. Vi si programmano settimanalmente dei film e vi si trovano apparecchi per l’ascolto di audiocassette per l’apprendimento delle lingue. Viene redatto un giornalino dei giovani che raccoglie articoli e provocazioni cercando di stimolare una lettura critica della realtà studentesca e giovanile (cosa rarissima e difficile da queste parti). Le sale di informatica, prime nel loro genere in diocesi, offrono agli studenti che si iscrivono ai corsi la possibilità di apprendere e praticare l’utilizzo dei computer, cosa questa che in Camerun non si può fare in nessun istituto scolastico pubblico e a volte nemmeno all’università. Considerati i numeri molto elevati di presenze di studenti a Mokolo, stimati attorno alle 5000 unità, l’aumônerie potrebbe essere un servizio sempre più importante. Tuttavia spesso i giovani studenti preferiscono non spendere la somma della tessera annuale che peraltro è molto bassa (circa 4 euro). Le spese per la gestione, l’acquisto dei libri di testo nuovi, lo stipendio del responsabile, la corrente elettrica e le spese varie sono sostenute dal Centro diocesano di Sviluppo, ma purtroppo negli ultimi tempi vi è stata una flessione di questo sostegno. La missione Fidei donum Como ha contribuito negli anni al sostegno economico di questo determinante servizio rivolto ai giovani studenti di Mokolo e di tutto il dipartimento.
Anche a Mogodé è presente una piccola aumônerie, essendoci anche in questo grande villaggio alcuni istituti di istruzione secondaria. Anche qui vi si trova una biblioteca e alcuni computer e il funzionamento è simile a quello dell’aumônerie di Mokolo. Anche in questo caso il servizio risulta essere molto prezioso; fino a tarda sera vi si radunano alla luce dei neon numerosi studenti che trovano l’occasione per confrontarsi, per studiare sui libri di testo e per esercitarsi insieme. I corsi di informatica e di recupero delle varie materie sono organizzati dai responsabili e dai missionari. Non è secondaria la funzione di incontro multietnico e di collaborazione ed educazione alla responsabilità comune che può avere una struttura come quella dell’aumônerie.
I centri di formazione diocesani: Jericho, Emmaus e il Village de l’amitié
La diocesi di Maroua-Mokolo che conta 40 parrocchie (dati 2008) ha la fortuna di avere due centri di formazione. A questi centri di formazione in realtà non tutte le parrocchie possono inviare ogni anno delle coppie, visto che i centri ne possono accogliere al massimo dodici! In entrambi, la formazione che viene impartita copre tutti gli ambiti di vita e cerca di essere il più possibile completa (vita famigliare e di coppia; agricoltura e piccolo allevamento; igiene e salute; regolazione delle nascite; economia domestica; vita spirituale; educazione civica…)
Tuttavia l’uno è più specificatamente agricolo, il centro “Jericho” a Morloy, nella parrocchia di Douroum. Suo obiettivo primario è di insegnare tecniche agricole che permettano alla coppia di poter lavorare meglio, con più intelligenza e quindi anche produrre di più e vivere meglio. In secondo luogo, questa coppia, con il suo nuovo modo di fare e di essere sarà da stimolo ad altri che guardando potranno copiare.
L’obiettivo del centro “Emmaus” nella parrocchia di Mokolo-Tada, è invece più pastorale, nel senso che i mariti che usciranno dalla formazione potranno essere nelle loro parrocchie dei catechisti meglio formati ed eventualmente potranno anche prendere responsabilità più importanti come la guida di un settore della parrocchia, o anche diventare amministratori di una parrocchia. A Emmaus molto più tempo è dato anche allo studio della Bibbia e dei documenti pastorali.
Il fatto che la formazione venga impartita in coppia è molto importante. Innanzitutto perché è un’occasione unica di valorizzare la coppia in sé e la donna in particolare. La coppia esce dal periodo di formazione più cosciente del suo essere e più consapevole del suo ruolo nella parrocchia e nella società. Sul terreno poi la testimonianza della coppia è più incisiva e convincente.
Visti gli obiettivi diversi, il livello di scolarizzazione richiesto è pure diverso: più basso per Jericho, più elevato per Emmaus. Le mogli, sono ammesse anche se hanno un bassissimo o anche nullo livello di scolarizzazione, in quanto se sono motivate possono trarre molto profitto dai corsi di alfabetizzazione.
Entrambi i centri ospitano, in modo residenziale, dodici coppie di sposi (coi figli più piccoli, per i quali a Emmaus c’è anche servizio di baby-sitter). Con le coppie vive e condivide la formazione anche una coppia permanente che ha già goduto della formazione e che ora si pone a fianco delle altre in formazione.
La residenzialità obbligatoria durante il corso favorisce la crescita della coppia, l’unità e il senso della famiglia che si stacca dalle rispettive famiglie e dal villaggio; favorisce anche l’apprendimento delle diverse discipline e tecniche in quanto si è lì per quello e non ci sono più le normali distrazioni del villaggio. La coppia, proposta dal comitato di promozione umana della parrocchia e che ha superato positivamente un test d’ammissione, trova al centro una casa e del terreno da coltivare. Il terreno serve per avere di che mangiare e anche per imparare nuove tecniche agricole e sperimentare nuove colture. I candidati alla formazione devono essere cristiani e se non ancora battezzati devono però essere in formazione: il battesimo e la cresima possono essere ricevuti al centro. Necessario anche il matrimonio religioso e civile.
Per le spese di iscrizione alla formazione, il comitato parrocchiale di promozione umana e la coppia sottoscrivono un contratto in cui da una parte la parrocchia s’impegna a contribuire alle spese e la coppia a ‘restituire’ la formazione ricevuta, aiutando poi in parrocchia una volta terminata la formazione. In pratica le spese sono sostenute – in denaro e in natura – in questo modo: 1/3 dalla parrocchia, 1/3 dal settore, il quale coinvolge anche la comunità d’origine della coppia, e 1/3 dalla coppia stessa.
Le spese di gestione dei centri sono coperte dalla Diocesi e da amici. Si cerca di contenere al massimo le spese chiamando per esempio i relatori dalla stessa diocesi, facendo partecipare le coppie e le parrocchie al vitto. Il centro non dà nulla da mangiare alle coppie, se non in casi di particolari necessità: come e di cosa si vive a casa si può e si deve vivere al centro!
La formazione al centro di Jericho è biennale, ma il secondo anno è “sul terreno”, nel senso che la coppia ritorna alla propria abitazione, al villaggio e lì cerca di mettere in pratica ciò che ha imparato, secondo un calendario di attività e progetti elaborati prima del rientro a casa. L’équipe di formatori del centro passa periodicamente nei villaggi delle coppie a visitarle per ‘verificare’ il cammino di formazione. La coppia deve anche inviare al centro un rapporto mensile delle attività svolte.
Il centro di Jericho è anche situato in un luogo molto bello (il centro è stato ideato e realizzato dai fidei donum di Vicenza), ma isolato e le dodici coppie in pratica formano fra loro, con la coppia permanente e la famiglia del direttore, un vero e proprio villaggio.
Il centro è attrezzato: con un buon pozzo per l’acqua, il mulino, la cappella e anche una piccola farmacia. Il direttore – africano – è poi munito di una jeep per eventuali bisogni urgenti. I bambini in età scolare frequentano la scuola nel villaggio vicino. I formatori che vengono dalla diocesi, trovano accoglienza al centro. La parte agricola è offerta dal direttore stesso del centro. La parte spirituale è garantita dal parroco ove il Centro si trova.
Le dodici famiglie sono divise in tre quartieri e a turno un uomo diventa il giudice di pace del quartiere. I pranzi sono condivisi assieme. La domenica si partecipa alla messa nell’uno o nell’altro settore della parrocchia.
Di fatto le coppie arrivano al centro a metà gennaio, così da poter preparare con calma i campi e sfruttare maggiormente i mesi della stagione secca (gennaio-maggio) per la formazione più teorica e rientrano ai primi di dicembre dopo aver terminato il raccolto. E’ previsto solo un piccolo rientro a casa, in occasione della Pasqua.
Il centro è già al suo 11° anno di vita, più uno sperimentale vissuto a Mokolo. Vanta quindi più di 130 coppie formate.
Capita anche che al centro qualche coppia non resista e rientri a casa (sono stati pochissimi i casi!) perché non accetta il regolamento interno o le aspettative risultano essere diverse.
La formazione al centro Emmaus è biennale. Le famiglie arrivano nel mese di febbraio e rientrano nel mese di dicembre del secondo anno. Sono previste solo le vacanze di Natale.
Il centro Emmaus ha incominciato la sua attività molto prima rispetto a Jericho e ha al suo attivo 12 anni di attività con 144 coppie formate. A differenza del centro Jericho, a Emmaus c’è un prete a tempo pieno che con una coppia permanente – che vive anch’essa al centro – e con una religiosa formano l’équipe dei formatori. Anche qui i relatori vengono dalla diocesi. Come per Jericho, il centro ha tutto ciò che serve per garantire la vita normale alle famiglie ospiti. Il vantaggio di Emmaus è che si trova alle porte della cittadina di Mokolo per cui offre qualche vantaggio in più (l’ospedale, le comunicazioni con le famiglie di origini e con le parrocchie, il mercato cittadino, …).
Il centro di formazione del Village de l’Amitié a Mokolo. A Mokolo esiste un altro centro di formazione prettamente agricola. E’ annuale, ma è strutturato a scadenza quindicinale. E’ per solo giovani uomini, sposati o meno non importa. Questi vivono quindici giorni al centro e hanno un appezzamento di terreno che lavorano come se fosse loro, ma con le nuove tecniche e le nuove colture proposte dal centro. Il lavoro è organizzato in modo che possano poi rientrare al villaggio e contemporaneamente lavorare il proprio campo, magari già provando le nuove tecniche. Il centro, che fisicamente è appoggiato alla struttura di accoglienza dei frati del Sacro Cuore, il Village de l’Amitié appunto, può accogliere solo sette giovani e vista la modalità del rientro è messo a disposizione in modo quasi esclusivo per le parrocchie vicine. Mogodé, Mokolo Mboua e ora Rhumzu, dove operano i nostri fidei donum, sono proprio le parrocchie confinanti con la parrocchia che ospita il centro!!
Il centro ha un direttore che è anche il formatore agricolo, un agronomo del posto.