20 ottobre 2008, Yanonge -Nuova missione: prospettive e impegni per il Congo

20 ottobre 2008, Yanonge – Repubblica Democratica del Congo

Nuova missione: prospettive e impegni per il Congo

L’acclimatazione all’equatore, ai cambiamenti di temperatura nella giornata, venti, pioggia, fresco, afa dai 24 ai 36 gradi, alle nuove realtà socio, culturali, ecclesiali, è ancora in corso. La casa ricuperata al degrado degli anni è comunque illuminata e traversata da frequenti correnti d’aria che allietano l’artrosi e un po’ meno me. Sono obbligato a ricominciare tante cose, quando pensavo di parcheggiare in area di riposo tranquillo. Non manco di frenare brontolamenti, ricordando che quando ero giovane, ci dicevano di aver pazienza con i vecchi brontoloni.

Sono partito da Bibwa il 1° settembre e da Kinshasa solo il 4 per Kisangani e da Kisangani per Yanonge l’11 settembre; 60 km in moto (Yamaha saltafossi), lungo il grande fiume Congo, e 20 minuti per attraversare un affluente su piroga, e 40 minuti per attraversare il Congo all’altezza di Yanonge. Giornata splendida con nuvolette che smorzavano l’ardore del sole, più o meno a piombo sul casco.
L’acclimatazione all’equatore, ai cambiamenti di temperatura nella giornata, venti, pioggia, fresco, afa dai 24 ai 36 gradi, alle nuove realtà socio, culturali, ecclesiali, è ancora in corso. La casa ricuperata al degrado degli anni è comunque illuminata e traversata da frequenti correnti d’aria che allietano l’artrosi e un po’ meno me. Sono obbligato a ricominciare tante cose, quando pensavo di parcheggiare in area di riposo tranquillo. Non manco di frenare brontolamenti, ricordando che quando ero giovane, ci dicevano di aver pazienza con i vecchi brontoloni.
Siamo in 3: il Superiore Parroco è P.Fidelino (portoghese) che era mio vicario ai tempi di Kisangani, e un Fratello Congolese, il primo comboniano congolese, che per qualche tempo era con me nella comunità di Nangazizi negli anni ’70.
Yanonge ha una lunga storia, essendo lo sbocco sul fiume, con porticciolo, da dove partivano i prodotti della foresta tropicale: caucciù, gomma raccolta da uomini e donne più o meno ridotte a schiavitù dai colonizzatori del re Baldovino del Belgio, legnami, riso, caffé, mais eccetera.
E’ pure la seconda missione dopo Kisangani (1897) nata nel1902. La Missione aveva costruito Scuole elementari e secondarie, (maestri, ragionieri, infermieri, agronomi, carpentieri e muratori, meccanici ecc), ospedale, maternità, orfanotrofio. Con piantagioni di caffè, palme per l’olio, e altre coltivazioni era autosufficiente… fino alla fine della colonizzazione, 1962/1964 con la rivoluzione dei Simba.
Le costruzioni sono in mattoni d’argilla cotti e durano da ormai un secolo. Nel 1932 era stata costruita la casa parrocchiale assai poderosa, fresca con tetto in coppi. Non so la Chiesa, se prima o dopo, con tetto di lamiere rifatte a più riprese. Tetti molto spioventi stile nord Europa… il tutto decadente. Molti fabbricati sono rovinati e inagibili. Qui non si trovano pietre e le fondazioni di soli mattoni hanno sofferto.
Dopo le uccisioni di molti religiosi e maestri nel 1964 (durante la rivoluzione dei Simba) la parrocchia è stata privata di preti (i Dehoniani sono i fondatori di questa chiesa in Kisangani e hanno subito gravi perdite per la ribellione dei Simba). I vescovi hanno mandato dei Responsabili catechisti un po’ preparati e un padre che veniva ogni tanto in visita per la messa e battesimi. Nel 1998 il Vescovo insistette perché i Comboniani riprendessero questa missione: oltre il centro ci sono diversi altri villaggi più o meno importanti alcuni con scuole e dispensari. Sono stato il primo nel 1998 a venire qui da S.Camillo in Kisangani, per la preparazione alla riapertura solenne, avvenuta nell’aprile del ‘99. Ogni mese uno di noi delle comunità comboniane di Kisangani veniva per una o due domeniche. Nel 2000 ho dovuto lasciare il Congo per curarmi dopo l’emorragia. Dei confratelli hanno continuato, fino all’insediamento della comunità. Ci son stati diversi avvicendamenti e ora cerchiamo di essere comunità che cerca con la comunità che tiene duro nella fede nonostante gli avvicendamenti non sempre felici alla guida.
La gente avrebbe bisogno di tanta formazione e faticano a rendersi conto e non è facile pure per la cultura impoverita della società, cominciare da dove. Un esempio: dopo che Mons. Monsengwo è stato nominato Arcivescovo di Kinshasa (febbraio 2008), scoraggiati per le mancate cresime, catechisti e cresimandi avevano smesso la preparazione. L’amministratore apostolico (che copre la sede vacante dell’arcivescovo) il 10 settembre ha fissato per il 6 ottobre la sua visita e il 7, martedì scorso, la cresima.
Tutti volevano la cresima: è stato faticoso fare un discernimento e una preparazione serrata per 10 giorni… Vogliono battezzare e cresimare i figli, si comunicano in molti, ma con situazioni talvolta inammissibili, poligamia compresa.
Le scuole hanno ripreso con infinite difficoltà. L’uragano anche qui ha tolto il tetto a più scuole ed è ancora la missione che sta aiutando per la riparazione. Faticano ad accettare che quello operato dalla missione durante la colonizzazione e durante Mubutu
sono tempi finiti e che ora il Congo deve prendersi in mano e crescere. La politica attuale, democraticamente eletta, non ha aiutato la ripresa economica della gente; e la crisi mondiale in corso aumenterà la povertà dei poveri.
Ripeto loro: avete terra, sole e acqua: i campi sono il dono di vita.
Ho portato la Moringa da Bibwa: oggi ho trapiantato le prime pianticelle. La Moringa è una pianta nutrizionale, multivitaminica e medicinale, che non ha bisogno di cure, e che più si taglia e più rinvigorisce. Si possono mangiare le foglie, o si possono ridurre in polvere con altro alimento. Ma hanno la possibilità di coltivare e vendere riso, fagioli, mais ortaggi… e pesce in quantità, allevamento di polli, maiali… Ma dovrebbero “mettersi assieme” e qui è il problema sociale più grave. Anni di destabilizzazione socio-politica, guerre fratricide, la moltiplicazione di sette di ogni connotazione meno che “religiosa”, scandali e corruzioni hanno rovinato “dentro” la persona che si ritrova in perenne attesa, senza mezzi, con frustrazioni e impotenze infinite. La resistenza di molti, la fede più o meno illuminata di tutti, direi, un certo sforzo di funzionamento statale, gli sforzi delle Chiese e diverse Onlus e Istituzioni, creano segni di vita e speranze.
Ma il persistere delle guerriglie ai confini est e sommosse altrove creano inquietudine. La purificazione dei cuori e della fede credo siano le priorità per tutti.
Penso anche a voi. Radio e Tv francese arrivano fin qui e ci parlano della crisi finanziaria e degli sforzi dei governi. Prima o poi era inevitabile. Penso che sia un fatto provvidenziale: obbligati a mettersi insieme, ad essere più umili, più “trasparenti” i potenti e i meno potenti. Chi soffrirà di più è sicuro: i più poveri. Già Papa Paolo VI avvisava delle politiche che rendevano i ricchi più ricchi e i poveri più poveri. L’Africa sfruttata attraverso guerre che la straziano per arricchire i potenti forse sta aprendo gli occhi. Solo che i potenti locali arricchiti hanno gli occhi per non vedere, orecchie per l’adulazione e il cuore “lordato”

 

p. Benito Amonini