Cari Amici,
un saluto e un augurio dal Sudan.
Stiamo concludendo il 2019, anno pesante per noi ma importante per questo paese. Penso che un po’ abbiate seguito i recenti sviluppi della situazione in Sudan. La rivoluzione, iniziata poco prima del Natale dello scorso anno, è riuscita a cacciare dal potere un dittatore che ha governato il Sudan negli ultimi 30 anni. La situazione economica era degenerata così tanto che le persone avevano raggiunto il limite della loro pazienza. Il periodo di transizione sotto i militari è durato quattro mesi. In questo tempo siamo stati tristemente testimoni dei massacri di manifestanti come è accaduto all’inizio di giugno ma la forza della società civile ha portato i militari a fare un passo indietro e a creare un governo di transizione congiunto che rimarrà in carica per tre anni e guiderà il paese a libere elezioni.
Per intanto la situazione economica è’ veramente brutta: inflazione alle stelle, prezzi che salgono tutti i giorni. Mentre i problemi economici richiederanno tempo prima di essere risolti, ci attendiamo che un certo livello di libertà venga garantito. Anche noi, come Chiesa, abbiamo iniziato a vedere alcuni segni positivi di apertura alle nostre esigenze di libertà e riconoscimento.
Chiedo anche a voi di pregare che la calma che stiamo vivendo ora duri e le difficoltà, come quella legata ai i visti di ingresso, vengano risolte. Un bel segnale lo abbiamo ricevuto proprio ieri: il 25 dicembre sarà per la prima volta festa nazionale.
Nonostante il numero sempre minore di missionari il lavoro non è diminuito. L’afflusso di persone provenienti dal Sud Sudan è costante dal 2013. Anche con alcuni segnali di pace in arrivo, le persone sono piuttosto scettiche. L’esperienza del passato ha insegnato loro ad essere cauti. Del resto, non hanno fretta di tornare a casa. Il numero è aumentato a oltre un milione di nuovi arrivi negli ultimi tre anni. Sono sparsi in tutto il paese e principalmente in luoghi dove possono trovare alloggio e lavoro.
Le celebrazioni domenicali sono ben frequentate in tutti i centri sparsi per il paese. il respiro di una nuova vita che anima le nostre Chiese. Feste come il Natale, la festa di san Daniele Comboni e altre vengono celebrate con grande intensità e gioia. È incredibile come le persone qui possano trascendere i propri problemi di sopravvivenza quotidiana e, soprattutto in momenti come questo, trovare tutta questa energia e vitalità.
Per i disordini durante la rivoluzione, le scuole sono rimaste chiuse. Ora stiamo cercando di ricuperare il tempo perduto con lezione supplementari. La nostra scuola di Izba é sempre piena di alunni.
Vorrei concludere cogliendo l’occasione per ringraziare ognuno di voi per il vostro sostegno alle missioni sia in termini spirituali che materiali. Io e i miei fedeli ricambiamo con il nostro ricordo costante al Signore.
Buon Natale e Felice Anno Nuovo a Voi e alle Vostre Famiglie
Con affetto e gratitudine,