21 luglio 2010, Korohocho – Nairobi – Kenya Rilancio del sito Koch

 

Ssss… parla Koch
Lettera aperta agli amici italiani (e del mondo) di Korogocho

Carissime amiche e carissimi amici di Korogocho, lettori e lettrici del nostro sito www.korogocho.org,
Carissimo “viandante” della rete,
Se siete capitati per caso o per vostra scelta su questa pagina, fermatevi un attimo, prendetevi un minuto, o cinque, o anche di più, e ascoltate. Riuscite a sentirli? Tra le infinite voci e grida e pubblicità e musiche della vostra e mia Italia, forse all’inizio farete un po’ fatica, ma alla fine la sentirete, sempre più chiara, sempre più forte. È la voce dei giovani di Korogocho, che sarà – lo speriamo – la voce di tutta la comunità di St. John e di tutta Korogocho.
Dopo un periodo di riflessione e condivisione, programmazione e tentativi, i giovani dell’editorial team di www.korogocho.org/english si sono rialzati, rimessi in cammino, con nuove motivazioni e nuovi orizzonti davanti a sé. L’obbiettivo? Semplicissimo: farsi sentire, trovare qualcuno che li ascolti anche nel mondo del web che pur sembra così lontano e diverso da quello di uno slum africano.
Il sito www.korogocho.org era nato un paio di anni fa dalla creatività dei missionari presenti a Korogocho e dalla generosità e cocciutaggine di tanti amici e amiche italiane, che si sono messi a disposizione per credere e collaborare in questo progetto un po’ folle: dare ad una comunità che vive in uno slum, dove non tutti hanno la corrente e pochissimi hanno l’acqua corrente in casa, una pagina web. Questo gruppo italiano ha fedelmente accompagnato un gruppo di giovani “giornalisti” che sono nati, cresciuti e ancora abitano a Korogocho.
Il cammino fatto è stato bello, lungo, si è fatto tanto, tante iniziative, campagne, informazioni, articoli. Una finestra aperta in Italia sulla bellissima e al tempo stesso terribile realtà di Korogocho. Per tanti un momento di riflessione, per molti una sorpresa, una sfida ad aprire gli occhi su quanto non si conosce o non si vuol far conoscere. E che pochi accettano di ascoltare.
Dopo più di due anni di storia del sito e più di vent’anni di cammino della comunità cristiana di St. John – un periodo che coincide in molti casi con quasi tutto l’arco di vita di questi giovani – i giovani hanno sentito e capito che è giunto il momento di fare un salto di qualità. Passare da collaboratori a protagonisti; da semplici cronisti a cantastorie coinvolti pienamente nella vita della loro gente; da ricettori a donatori. Hanno riflettuto, scoprendo il profondo significato di questo cammino comunitario, il segno che ha lasciato in tanti di loro ormai diventati “grandi”, la potenzialità che può avere per loro e per tanti altri come loro.
Vogliono impossessarsi di questo sito non per estromettere chi ci ha lavorato da sempre, ma per realizzare finalmente il vero obbiettivo per cui questo sito era nato. Un luogo, pur virtuale, dove questi giovani, e tanti altri della comunità, possano raccontare in prima persona le loro storie, viste coi loro occhi, comprese con le loro teste, apprezzate o criticate con i loro stati d’animo.
Una bella scuola. Per tutti.
Per loro, perché devono crescere, imparare, rimanere fedeli a questo obbiettivo che è un sogno; devono vincere la tentazione di parlare di Korogocho pensando a Manhattan o Londra o Milano; devono superare lo stereotipo che noi ci siamo costruito e che noi probabilmente gli abbiamo inculcato, di una Korogocho che è solo violenza e corruzione, alcool e povertà. Devono crescere nel saper cogliere la Korogocho altra che già c’è ma che non è immediatamente visibile.
È una scuola per noi, europei, italiani, forse oggi un po’ persi o frustrati da una società e da una politica che non riesce a sognare, a proporre nulla per cui valga veramente la pena lottare e darsi da fare. Anche noi – io qui a Korogocho, voi lì in Italia – dobbiamo crescere e imparare. Oggi lo possiamo fare nell’unico modo possibile, ma che è sicuramente il più difficile per noi da quanto è nata l’Europa: ascoltare, lasciare spazio all’altro, riconoscerlo come interlocutore, portatore di valori che possono essere espressi in modi diversi dal nostro, ma che rimangono fondamentali, i pilastri della nostra comune umanità. L’altro, il diverso, è sempre stata la sfida per il Vecchio Continente, molte volte persa, purtroppo, ma ancora attuale.
Se loro riusciranno a parlare senza accusare e piangersi addosso, e noi riusciremo ad ascoltare senza crollare sotto il peso di inutili sensi di colpa, allora nascerà un dialogo nuovo, qualcosa che nessuno ancora conosce, ma che so per certo ci porterà lontano.
Domenica prossima, 25 luglio, a St. John, Korogocho, faremo una piccola festa di musica e riflessione per ri-lanciare il sito www.korogocho.org/english, con questa visione e con questo sogno. Lo faremo ripercorrendo la nostra storia, che in questi anni è diventata un po’ anche la vostra. Lo faremo perché crediamo fermamente di avere qualcosa di importante e di bello da dire a tutti voi, qui a Koch come in Italia e in tutto l’universo di internet.
L’evento di domenica è stato preceduto da un incontro dei giovani dell’editorial team con i leaders delle Piccole Comunità Cristiane (21 luglio), che aveva come obbiettivo il coinvolgere il più possibile tutta la comunità cristiana. Il sito deve davvero diventare un sito comunitario, capace di dare voce ed espressione alle tantissime realtà presenti sul nostro territorio: dall’attività pastorale a quella dei progetti di riabilitazione e rieducazione dei bambini di strada e degli alcolisti; dalla scuola informale di St. John alle campagne di coscientizzazione del gruppo di Giustizia e Pace; dalla rete delle parrocchie presenti negli slums di Nairobi (Kutoka Network) alle iniziative dei giovani; dall’economia informale alle competizioni della Società Sportiva.
Se voi che leggete saprete ascoltare e vi darete da fare sul vostro territorio, il sito diventerà comunitario in un senso ancora più profondo ed esteso: sarà il sito di quell’unica e nuova famiglia umana che è l’obbiettivo ultimo della nostra umanità e della nostra fede.
Chiediamo troppo? Se ancora hai dei dubbi, fermati ancora un po’ e ascolta…

p. Stefano Giudici

P.S. Vi invitiamo a diventare sempre più lettori attivi, cioè leggete, riflettete e lasciate il vostro commento nell’apposito spazio dopo l’articolo. O, meglio ancora, mandateci le vostre riflessioni (comboni@korogocho.org). Grazie! Tuko pamoja!