24 aprile 2011, Salvador de Bahia – Brasile BUONA PASQUA DA SALVADOR DE BAHIA

Eccomi,
alle soglie della Settimana Santa di questo 2011. Qui  a Salvador stiamo ancora aspettando  giorni di refrigerio dopo  un’ estate torrida. In Casa do Sol abbiamo dovuto dotare ogni sala di ventilatori per alleviare il caldo che affatica piccoli e grandi. Il bagno di mezzogiorno dei bambini dell’ asilo fa parte della routine quotidiana. Così sia pure con l’ attenzione responsabile di tutti, le bollette di acqua e luce hanno avuto un picco di aumento impensato.  Anche  qui la nostra vita deve fare i conti  con i  cambiamenti climatici, che in confronto alle tragedie di cui veniamo a conoscenza, ultima quella del Giappone, sono insignificanti, ma che ci mantengono vigili e grati ogni giorno per aver preservato le condizioni per la vita.
Dall’ ultima mia lettera è trascorso più di un anno, un periodo intenso e esigente per tutti noi di Casa do Sol. Per me un lungo periodo in cui  le esigenze interne e esterne hanno assorbito tutto,  tempo ed energie,  così per voi amiche e amici ancora una volta non ci sono stati e-mail, lettere, telefonate. Ora con Skype sarebbe facilissimo,  ma credetemi,  c’ è stato il ricordo e la preghiera quotidiana. Sento che l’ amicizia è alimentata, nonostante la distanza, dall’ affetto, dal desiderio reciproco di bene, dal sogno comune, dall’ aver vissuto insieme esperienze che oggi ci costituiscono nella nostra unicità. Ma sempre sogno il giorno in cui il tempo diventerà nostro alleato e ci permetterà di stare vicini spontaneamente.
Quanti avvenimenti, quanti incontri, quante riflessioni nell´anno trascorso, ma di due aspetti vi voglio parlare in questa lettera, perché vi sento partecipi del cammino che stiamo facendo e vorrei poterlo condividere più volte, affinché la freschezza delle esperienze possa ancora emanare il suo profumo.
Il primo riguarda la preoccupazione dei giovani, che oggi fanno parte del comitato direttivo di Casa do Sol, di trovare fonti di finanziamento locali per garantire la continuazione delle attività. Ci sentiamo provocati dall’ immagine del Brasile che Lula ha esportato nei suoi anni di governo, in base a cui sembra che le istituzioni sociali non abbiano più senso di esistere, perché  alla popolazione sono state date le condizioni di una vita degna. Non neghiamo i dati economici che fanno del Brasile una nuova potenza emergente, ma associamo a questi i gli indici ONU  di sviluppo sociale che collocano il Brasile al 53° posto, tra i poverissimi paesi dell’ Africa.  Cosa é cambiato nella vita degli  abitanti della periferia di questo   colosso economico che fa parte del gruppo  delle potenze emergenti -BRIC? Il 66% dei bambini entrati nell’asilo di Casa do Sol quest’ anno appartiene a famiglie con una rendita inferiore al salario minimo di 545 Reais, equivalente a 220 Euro. Con questo denaro non è garantita nemmeno l’alimentazione sufficiente per una famiglia media. Pensate che un chiilo di riso costa 2,95 Reais; un chilo di Fagioli 3,60 Reais; 1 litro di latte 2,50 Reais; 1 chilo di carne  va dagli 8 fino ai 16 Reais; una bombola del gas costa 42 Reais.  Mi pare che gli alimenti costano a volte più che in Italia. Il Progetto governativo della “Borsa famiglia”, che ha garantito l’ elezione di Dilma Russef, va da un minimo di 20 ad un massimo di 120 Reais. Cosa può fare una famiglia con questi soldi? Certo è un´entrata garantita ma è sempre un’elemosina. In questi giorni con l´Assistente Sociale che siamo riusciti a contattare, stiamo visitando le famiglie dei bambini di Casa do Sol. In case dalle dimensioni e condizioni disumane  incontro mamme magrissime, senza denti, che ringraziano per il sollievo di avere i bambini tutto il giorno protetti e curati in Casa do Sol. Molte di loro mi hanno detto: « Non sento la mia fame quando vedo i miei bambini ritornare soddisfatti e con il pancino pieno………………..».
Alcune settimane fa il ministro dell’Interno, dopo le ultime alluvioni nello stato del Maranhao, ha finalmente ammesso che non ci sono né strutture, né fondi per soccorrere le vittime. Gli indici di disuguaglianza del Brasile continuano. E’ vero che l’ aumento del divario tra ricchi e poveri è un fenomeno mondiale, ma dove vanno le immense ricchezze del Brasile? Come possiamo non indignarci sentendo i proclami dei politici e degli industriali quando siamo a contatto quotidiano con la lotta per la sopravvivenza di chi abita vicino a noi?
Leonardo Boff, lo scorso anno, durante la campagna elettorale di Dilma, diceva: « Se nella storia del Brasile, avessimo avuto governanti  donne, questo paese non sarebbe così ingiusto! ». Vediamo cosa avrà il coraggio di fare la nostra “Presidenta”  (come vuole essere chiamata). Quando sentite i dati del Pil brasiliano o vedete le immagini dei suoi palazzi e delle sue industrie, pensate agli invisibili che compongono una grande fetta della popolazione degli abitanti delle megalopoli, dove risiede l’ 82% della popolazione. L’ UNICEF nel documento del 2009, sulla situazione dell’infanzia e dell’ adolescenza brasiliana, colloca come sfida principale: affrontare l’ invisibilità di bambini e ragazzi delle periferie urbane.
I nostri giovani che continuano a vivere in questa periferia, ma che hanno gli occhi e la coscienza aperta sul mondo, sono andati alla ricerca di bandi pubblici per il finanziamento di Progetti Sociali. Tutti esigenti e rigorosi, hanno fatto relazioni e preventivi, sacrificando notti  e fine settimana, e a fine ottobre il loro sforzo è stato  premiato, la Petrobras, impresa statale dei petroli brasiliani, ha selezionato l’ asilo e il dopo-scuola di Casa do Sol, per il suo programma dedicato a Sviluppo e Cittadinanza.  Questo ci garantisce un buon aiuto finanziario per questi progetti per i prossimi due anni. Ma le esigenze sono enormi:  abbiamo dovuto assumere una specialista per il registro e le relazioni frequenti che dobbiamo mandare e una laureata  per seguire la contabilità e i rendiconti trimestrali che siamo tenuti ad inviare. Due giovani a fine marzo seguiranno un corso di specializzazione per questo all’ Università della Petrobras a Rio de Janeiro.
L’ appoggio della Petrobras è un riconoscimento ambito dalle organizzazioni sociali, perché questo dà visibilità e legittimazione  nazionale. Quanti responsabili di istituzioni che conosciamo mi hanno chiesto: «Quale specialista vi ha scritto il progetto?».  Che soddisfazione poter dire che gli specialisti sono diventati i nostri ragazzi, che oltre alla capacità tecnica riescono a trasmettere nelle loro relazioni la passione che li abita, per la causa dei piccoli del loro quartiere.
La Casa do Sol sta entrando in una nuova fase,  in questo inizio di anno turbolento e intensissimo perché  ha dovuto  riorganizzare ogni attività secondo le nuove esigenze e io mi sono sentita spesso inadeguata…………….
Siamo arrivati a questo momento grazie alla fiducia e all’ aiuto che fino ad oggi ci avete dato. I riconoscimenti che Casa do Sol sta ricevendo sono la garanzia per voi, che gli aiuti economici,  finora arrivati quasi esclusivamente dall‘Italia, sono stati investiti efficacemente e, come è di moda dire oggi, sono stati investimenti sociali redditizi. Per me è una soddisfazione potervi dire che vari esperti brasiliani hanno provato che le risorse finanziarie di Casa do Sol sono state usate nel migliore dei modi.
Per concludere questo primo punto, la settimana prossima con Daria, la coordinatrice pedagogica, riceveremo a San Paolo il titolo di Eccellenza Sociale, che annualmente viene conferito a 20 organizzazioni brasiliane  che lavorano con l’ infanzia.
Per quanto riguarda il secondo punto, lo scorso anno siamo riusciti ad avvicinarci a ragazzi e giovani coinvolti nell’ uso e nel traffico di droga delle due comunità più degradate e violente attorno a noi.
Casa do Sol è nata per accogliere i più poveri del quartiere.  Padre Luis ha fatto di loro i suoi prediletti e per loro ha dato la sua vita. Abbiamo visto negli ultimi anni una nuova categoria di poveri, i giovani che a causa della droga rimanevano relegati nelle loro comunità, escludendosi dal resto del quartiere.
Abbiamo organizzato un’attività che abbiamo chiamato “TARDES  ENCANTADAS” con i ragazzi che sono diventati  “Contadores de historias” nella biblioteca, con i ragazzi del teatro, della percussione e gli educatori. Con 30-40 ragazzi, gli educatori e alcune mamme scendevamo, nei pomeriggi di sabato per offrire ai bambini di queste località, un momento di allegria. Il gruppo di Casa do Sol  ha dovuto superare paure e preconcetti, cosí come  i ragazzi e i giovani che abbiamo incontrato, mentre i bambini si sono lasciati coinvolgere immediatamente. I piú grandi  si sono avvicinati gradualmente, prima osservando, poi aiutando a montare i gazebo. Alcuni  ascoltavano  le storie per i piccolini, altri cercavano di prendere in mano il materiale per costruire le  marionette, altri volevano prender in mano gli strumenti di percussione.  Si  sono lasciati trascinare, diventando un tutt’ uno con i ragazzi di Casa do Sol, inventando ogni volta  stratagemmi per prolungare quei pomeriggi, fino al calare del buio. I volti di questi ragazzi abbandonavano la loro rigidità e lasciavano affiorare i lineamenti e gli sguardi della loro infanzia precocemente finita.
Non abbiamo ancora strumenti per verificare se ci sono stati dei  cambiamenti in loro, ma crediamo che l’esperienza della fraternità e della bellezza costruita in quei pomeriggi  abbia penetrato i loro cuori, dove i discorsi non attecchiscono più. Questi ragazzi raramente escono dai luoghi dove abitano, ostaggi della paura della polizia e della competizione tra gruppi di trafficanti, non verrebbero mai in Casa do Sol, di cui abbiamo scoperto hanno una grande stima, ma dagli sguardi supplicanti che chiedevano la data del prossimo incontro, lasciavano trasparire il desiderio di riprendersi l’ infanzia perduta.
In questo percorso i nostri giovani stanno maturando la riflessione sulla loro responsabilità sociale  e le scelte di impegno dentro il quartiere per combattere la segregazione, che continua ad escludere i più vulnerabili. Stanno superando la tentazione del giudizio e della condanna facile, li vedo attenti a discutere e cercare le cause di vari fenomeni che consideravano naturali.
«…..Caminhando  se abre o caminho,  e  no caminho se aprende a caminhar.»  Tiago de Melo
Quest’anno il progetto degli adolescenti verrà integrato da una formazione specifica,  perché ognuno di loro possa specializzarsi per diventare Animatore Sociale e per organizzare e realizzare le attività nelle Occupazioni  com autonomia e competenza, e, soprattutto acquisire la  capacitá e la sensibilitá per  stabilire relazioni  di uguagliana, rispetto  ed empatia coi ragazzi che abitano lì.
Quest’ anno 2011 è dedicato anche alla preparazione dei vari momenti celebrativi e di memoria, che il prossimo anno segneranno i 10 anni dalla morte di Padre Luis. La sua memoria continua a vivere in tutti noi che lo abbiamo conosciuto. Il suo esempio si fa nostra  guida ogni giorno in Casa do Sol e vogliamo che la sua testimonianza diventi orientamento per la vita di tante altre persone.
Che come le donne al sepolcro ci sia concesso di  guardare oltre il vuoto, la delusione, l´incomprensibile, per riconoscere  i segni di Vita e di Resurrezione che ci sono attorno e noi e nel mondo e diventarne testimoni ogni giorno!
Buona Pasqua  da tutti noi di Casa do Sol! Il mio abbraccio e la mia gratitudine per ognuno di voi.
Con amicizia e tenerezza.

 Pina RABBIOSI