Io mi trovo nella regione nord-ovest della repubblica centrafricana  nella città di Bouar che conta circa 50.000 abitanti. Ci sono 2 parrocchie, la cattedrale, essendo Bouar sede del vescovo e quella in cui lavoro io la Parrocchia N. D Fatima. Comprende una decina di quartieri suddivisi in 6 comunità ecclesiali di base in cui il programma è di fornirle di una cappella come centro della vita cristiana e catechesi e luogo di incontro dei vari gruppi. Una è in costruzione in questo momento. La parrocchia comprende nel suo territorio 25 cappelle dislocate in villaggi estesi su un territorio che va da 10 km fino a 150 dal centro. Siamo 2 padri per ora ad occuparcene, io sono il parroco. Aggiungo avremo la prima ordinazione sacerdotale del primo betarramita centrafricano. Le occupazioni che maggiormente ci prendono sono, come si sa nelle parrocchie, la catechesi ( ogni anno abbiamo circa duecento battesimi), l’animazione dei vari gruppi e la formazione dei responsabili in particolare i catechisti che sono anche i responsabili delle comunità di base delle varie cappelle. Qui a Bouar animo un centro giovanile: specie di oratorio da noi, con diverse attività ricreative culturali e formative su temi di attualità in particolare temi legati all’affettività, la famiglia l’AIDS ecc. Ci stiamo attrezzando per formare dei centri di ascolto per le problematiche legate ai temi dei giovani. Domani domenica per esempio abbiamo la giornata parrocchiale dei giovani con messa, incontro sul messaggio del papa per la giornata dei giovani, contestualizzato qui, pranzo insieme e pomeriggio ricreativo.

Oltre a queste attività prettamente pastorali seguiamo e sosteniamo 16 scuole elementari nei villaggi che non hanno scuole statali ed è insieme con i genitori dei bambini che abbiamo messo in piedi questa iniziativa. Oltre 1300 bambini possono accede all’istruzione. Ma siamo solo al 40 per cento sulla totalità dei ragazzi con un considerevole tassodi abbandono prima della conclusione del ciclo. Cinque scuole sono state costruite con l’apporto di amici e della gente di qui. Una è in costruzione altre in progetto se troviamo sostegno.

Accanto a questo impegno per l’alfabetizzazione e la scolarizzazione un’altra grossa fetta di lavoro è la formazione, il sostegno di oltre 130 associazioni contadine di Bouar e dei villaggi intorno. Qui è come caritas che sono impegnato, sono in effetti il coordinatore Caritas di Bouar. Quest’anno abbiamo fatto tre sessioni di formazione di una settimana ciascuna, alla gestione delle cooperative, alla pianificazione del lavoro agricolo e stiamo elaborando tre progetti in particolare per l’avvenire: La creazione di una banca delle sementi e lo stoccaggio prodotti agricoli per la vendita nei tempi di difficoltà. L’incremento e la commercializzazione della coltura della cipolla. Questi progetti sono in fase di studio circa le possibilità e la riuscita. Altro obiettivo è la fiera agricola, se la campagna prossima sarà buona. Il gruppo Caritas parrocchiale segue 80 bambini orfani sostenendo le famiglie adottive, parenti vicini o lontani. Accanto a queste attività stiamo creando  un centro assistenza malati di AIDS con assistenza a domicilio.

Detto in sintesi è questo il modo di portare avanti la missione qui, tanti temi non sono ancora possibili da abbordare, come quelli legati alla pace, alla presa di coscienza dei veri problemi del paese, quelli politici. Di certo quello che si vede chiaramente è lo sguardo di fiducia con cui si guarda a noi oggi, dopo che tante istituzioni hanno fallito il loro compito di offrire possibilità autentiche di vita alla gente.

Io verrò in Italia a fine giugno e come sempre sarò disponibile per incontri e altro sopratutto nella zona della Bassa Valtellina. Un saluto a tutti  e buon lavoro.

p. Beniamino