Dopo i problemi di connessione…
Buona Pasqua a tutti!
Qui abbiamo toccato i 40, ma di notte si riesce a dormire…
Per noi è stato tempo di visita alle comunità per le confessioni pasquali e per l’ultima preparazione dei catecumeni che hanno ricevuto il Battesimo la notte di Pasqua. Quest’anno sono una settantina.
Novità: è arrivata posta dall’Italia! Posta vera, dico, non virtuale. Ha impiegato anche meno di un mese… Wow!
ciao a tutti !
Tizhé Tizhé Corrado
Buona Pasqua a tutti!
Qui abbiamo toccato i 40, ma di notte si riesce a dormire…
Per noi è stato tempo di visita alle comunità per le confessioni pasquali e per l’ultima preparazione dei catecumeni che hanno ricevuto il Battesimo la notte di Pasqua. Quest’anno sono una settantina.
Novità: è arrivata posta dall’Italia! Posta vera, dico, non virtuale. Ha impiegato anche meno di un mese… Wow!
ciao a tutti !
Tizhé Tizhé Corrado
«Al vincitore darò una pietruzza bianca
sulla quale sta scritto un nome nuovo,
che nessuno conosce all’infuori di chi la riceve»
(Apocalisse 2,17)
sulla quale sta scritto un nome nuovo,
che nessuno conosce all’infuori di chi la riceve»
(Apocalisse 2,17)
Che nome date al vostro bambino?
E’ la domanda di rito del Battesimo. Il parroco, e la gente, lo conoscono già. Non fa niente, imperterriti: c’è scritto così… Quanto si è penato per trovare quel nome… per mettere tutti d’accordo… per non offendere nessuno… perché sia originale… Oggi, conoscendo già da tempo il sesso del nascituro, abbiamo rovinato la sorpresa, ma vuoi mettere la calma nel scegliere il nome «giusto»?
Dopo la Messa, il catechista ha radunato un gruppo di ragazzi e giovani. “Sono quelli che hanno terminato l’anno di avvicinamento al catecumenato, è l’anno della piccola medaglia”, mi dicono. E’ l’inizio della catechesi. Chi vive dentro la comunità verrà battezzato da adulto. Ma, all’inizio del suo “avvicinarsi” alla vita cristiana, alla vita della comunità, riceve una piccola medaglia (Noi la conosciamo come la “Medaglia miracolosa”) e, dopo un anno, il nome cristiano. E’ un momento particolarmente gradito perché finalmente si ha il nome di un santo e, soprattutto, un nome originale, un nome tuo.
Tra i Kapsiki il nome è dato alla nascita secondo uno schema fisso, seguendo l’ordine di nascita dalla madre. Prova a vedere qual è il tuo nome kapsiki!
Per i maschi: il primo nato si chiama Tizhé, il secondo Zera, Déli (hai capito? è il terzo), Vendw, Kwaji, Teri, Seni, Kwada, Yenge.
Per le femmine: Kwve, Massa, Kwarwmba, Kwanyé, Kwaji, Kwateri, Kwaseni, Kwada, Kwayenge.
A questo nome si può aggiungere il nome del padre, o, se poligamo, della madre.
Con fierezza, e tutti mi guardano con venerazione quando lo dico, posso dire di chiamarmi Tizhé-Tizhé Corrado: è come dire che io sono il primo nato, figlio di mio padre, anch’egli primo nato!
Dal decimo figlio in poi (ipotesi remotissima in Italia, Paese di Tizhé e di Kwve)… si ricomincia da capo aggiungendo “merà” (il figlio della vecchiaia): Tizhé-Merà è il primo figlio della vecchiaia, il decimo… e così via. Se avrai più di 19 figli, no problem: basta aggiungere “Va Shala” -Dono di Dio-, o Kwa Sluma Te -povero: Colui che non ha nome-. Nell’elenco rientrano anche tutti i nati morti… E’ un modo per dare prestigio alla madre che ha saputo partorire molti figli.
Ma non è finita qui. Siccome la mortalità infantile è ancora alta, si cerca di ingannare la morte che passa nascondendo il dono del figlio dietro nomi un po’… particolari. Come «Wuvé», bello vero? Significa semplicemente “merda”. Passa la morte e… mica se lo prende, no? O nomi come: Kwara (l’asino), o Kweléra (coléra), aggiunti al nome Mte (morte) o Gumu (niente).
Nessuno di noi si meraviglia (si fa per dire) se si sente chiamare: orsacchiotto! Anche qui gli animali posso ispirare il nome. Per esempio, lo scoiattolo (meke) rappresenta la furbizia -di solito associata al terzogenito-, la iena (dankayé) la… stupidità (ricordate le iene del Re Leone?) -di solito è associato al …genito (pericoloso specificarlo!!!)-.
C’è allora il nome cristiano, il nome kapsiki, il soprannome, ma… anche il nome musulmano. Quando si va in città per commerciare non è bene farsi notare subito come “montanari” e, allora, aggiungere anche un nome islamico non guasta.
Quasi un «Uno, nessuno, centomila»…
E’ la domanda di rito del Battesimo. Il parroco, e la gente, lo conoscono già. Non fa niente, imperterriti: c’è scritto così… Quanto si è penato per trovare quel nome… per mettere tutti d’accordo… per non offendere nessuno… perché sia originale… Oggi, conoscendo già da tempo il sesso del nascituro, abbiamo rovinato la sorpresa, ma vuoi mettere la calma nel scegliere il nome «giusto»?
Dopo la Messa, il catechista ha radunato un gruppo di ragazzi e giovani. “Sono quelli che hanno terminato l’anno di avvicinamento al catecumenato, è l’anno della piccola medaglia”, mi dicono. E’ l’inizio della catechesi. Chi vive dentro la comunità verrà battezzato da adulto. Ma, all’inizio del suo “avvicinarsi” alla vita cristiana, alla vita della comunità, riceve una piccola medaglia (Noi la conosciamo come la “Medaglia miracolosa”) e, dopo un anno, il nome cristiano. E’ un momento particolarmente gradito perché finalmente si ha il nome di un santo e, soprattutto, un nome originale, un nome tuo.
Tra i Kapsiki il nome è dato alla nascita secondo uno schema fisso, seguendo l’ordine di nascita dalla madre. Prova a vedere qual è il tuo nome kapsiki!
Per i maschi: il primo nato si chiama Tizhé, il secondo Zera, Déli (hai capito? è il terzo), Vendw, Kwaji, Teri, Seni, Kwada, Yenge.
Per le femmine: Kwve, Massa, Kwarwmba, Kwanyé, Kwaji, Kwateri, Kwaseni, Kwada, Kwayenge.
A questo nome si può aggiungere il nome del padre, o, se poligamo, della madre.
Con fierezza, e tutti mi guardano con venerazione quando lo dico, posso dire di chiamarmi Tizhé-Tizhé Corrado: è come dire che io sono il primo nato, figlio di mio padre, anch’egli primo nato!
Dal decimo figlio in poi (ipotesi remotissima in Italia, Paese di Tizhé e di Kwve)… si ricomincia da capo aggiungendo “merà” (il figlio della vecchiaia): Tizhé-Merà è il primo figlio della vecchiaia, il decimo… e così via. Se avrai più di 19 figli, no problem: basta aggiungere “Va Shala” -Dono di Dio-, o Kwa Sluma Te -povero: Colui che non ha nome-. Nell’elenco rientrano anche tutti i nati morti… E’ un modo per dare prestigio alla madre che ha saputo partorire molti figli.
Ma non è finita qui. Siccome la mortalità infantile è ancora alta, si cerca di ingannare la morte che passa nascondendo il dono del figlio dietro nomi un po’… particolari. Come «Wuvé», bello vero? Significa semplicemente “merda”. Passa la morte e… mica se lo prende, no? O nomi come: Kwara (l’asino), o Kweléra (coléra), aggiunti al nome Mte (morte) o Gumu (niente).
Nessuno di noi si meraviglia (si fa per dire) se si sente chiamare: orsacchiotto! Anche qui gli animali posso ispirare il nome. Per esempio, lo scoiattolo (meke) rappresenta la furbizia -di solito associata al terzogenito-, la iena (dankayé) la… stupidità (ricordate le iene del Re Leone?) -di solito è associato al …genito (pericoloso specificarlo!!!)-.
C’è allora il nome cristiano, il nome kapsiki, il soprannome, ma… anche il nome musulmano. Quando si va in città per commerciare non è bene farsi notare subito come “montanari” e, allora, aggiungere anche un nome islamico non guasta.
Quasi un «Uno, nessuno, centomila»…
N.B. Nota per pronunciare bene i nomi Kapsiki:
c = c di ciao
g = g di gatto
gh = r francese
ny = gn di gnomo
zh = Ji