28 marzo 2008, Siberia – Novosibirsk EDUCARE E’ UNA PRIORITA’

Se devo parlare a riguardo dell’educare oggi non posso non dire che è un’urgenza.
Da più di 20 anni qui in Siberia la chiesa cattolica si prede cura dei cattolici ed è una presenza peculiare per la chiesa ortodossa. Educare è una sfida, un mistero, un dono.
Io posso dare la mia testimonianza. La scuola cattolica francescana “Natale del Signore”, in una zona periferica é meta oggi di immigrati dei paesi del sud (tagichi, usbiechi, casachi) in cerca di lavoro ed è un riferimento educativo. I bambini sono aiutati in quello sviluppo della persona che caratterizza ogni processo educativo sul piano fisico, intellettuale, affettivo e spirituale.
Si semina il buon seme… Certe volte il terreno è ancora ghiacciato. C’è bisogno del calore dell’educatore (mamme, papà, maestri, sacerdoti, suore)… soprattutto del calore del sole che è Dio per sciogliere il ghiaccio e poi preparare il terreno perché germogli. Umiltà, pazienza, amore sono doti necessarie per educare alla missione. La missione di essere uomini e donne per un mondo che può diventare un deserto arido. La missione di far fiorire il deserto.
Esempio di ogni pedagogo è il Pedagogo come di ogni samaritano è il Samaritano.
Gesù ha educato i suoi apostoli alla missione. Li ha educati donando tutto fino alla morte.
Si è incarnato assumendo la natura di servo. Ha lavato loro i piedi. E i discepoli lo hanno seguito fino alla fine, nonostante le fatiche, le delusioni e le loro infedeltà…
In questo si capisce che scopo dell’educatore è di indirizzare l’educando verso la pienezza della vita. La pienezza della verità. La pienezza della luce.
“Sono venuto perché abbiano la vita e questa in abbondanza” (Gv 10,10), “nella tua luce,vedremo la luce”(sal. 36).
Noi tutti dobbiamo ringraziare dei testimoni se abbiamo imparato qualcosa. E poi abbiamo imparato facendo e sbagliando e ricominciando. Chi costruisce la sua casa sulla sabbia… Ma chi la costruisce sulla roccia… Edificare la Chiesa come Paolo. Non si è risparmiato fatiche e rischio. Per me resta fondamentale l’incontro casuale con chi il Signore mi fa incontrare oggi.
Incontrare una persona, un popolo, una cultura, un problema, un risultato, una scoperta… un sorriso, un bacio, una carezza, un pugno, una doccia fredda, una tempesta, una temperatura a meno quaranta… E poi parlare a Dio degli uomini tuoi fratelli e far sentire agli uomini l’amore di Dio con la propria vita aperta su tutti gli orizzonti.
Un autore russo ha scritto che compito della scuola è “fare di un cuore egoista un cuore che ha compassione”. Imparare ad avere compassione come il Buon Samaritano
Credo che se parlo di qualcosa… mi ascoltano quel momento e poi via. Se vedono quello che faccio resta più impresso, non si dimentica. Se faccio con loro qualcosa capiscono.
Se parlo del pallone ai bambini mi ascoltano. Se vedono una partita alla televisione me ne parlano. Se giocano con me una partita… durante la quale cado… e segno un gol e faccio falli… capiscono.
La gente ascolta volentieri se chi racconta in prima persona ha vissuto quello che racconta.
Raccontare con il cuore. Come Gesù raccontava le sue parabole.
Pace e bene.
Corrado Trabucchi Siberiano

 fra Corrado TRABUCCHI