22 settembre 2008, Mogodé-Mokolo Cameroun La nuova parrocchia di Rhumzu

Qui, nell’Estremo Nord del Cameroun, usciamo da un periodo di va e vieni… Prima il gruppo di dodici giovani che ha trascorso da noi il mese di agosto. Poi la partenza di don Andrea che torna in diocesi. Quindi l’arrivo di Sandra di Colico e Laura di Regoledo, che resteranno con noi in missione per 2 anni. Con loro suor Anagloria e Suor Simona, inviate speciali di S. Giuseppe per tre settimane! Chissà che prossimamente avremo anche una presenza religiosa tra noi…
Il 24 Agosto, poi, è nata la parrocchia di Rhumzu. La stagione delle piogge procede bene: “Mon père, se continua così i mgazzini di Yaounde non basteranno per tutte le arachidi…” 

corrado

Una nuova parrocchia

La parrocchia di Mogodé si estende per più di 80 Km lungo una strada sterrata. E’ divisa in cinque grandi settori. Due di questi, i meglio avviati, i settori di Rhumzu e di Kossahai, il 24 agosto, si sono staccati e sono diventati parrocchia autonoma. Anche la nuova parrocchia sarà servita dai preti fidei donum della diocesi di Como.
Bernard Wusahale è uno dei primi cristiani tra i Kapsiki. Sposato, con numerosi figli: ogni tanto ne scopro uno… Fa anche del commercio grazie ad un camion. Con il guadagno paga la scuola dei figli. E’ diacono permanente a servizio della parrocchia di Sir. Nella sua vita a servizio del Vangelo ha cambiato più volte casa in diversi villaggi, a secondo delle necessità, per essere più vicino alla gente. I bisogni della Missione, l’urgenza dell’annuncio del Vangelo, vengono sempre prima delle nostre pantofole.
E’ sera. Sul campo della missione di Rhumzu c’è la finale del torneo di calcio. Parliamo un po’ insieme. Lo provoco. Lui reagisce… “Abbiamo lavorato duro: anche quando l’annuncio del Vangelo non dava i frutti sperati; anche quando avevamo tutti contro”. Presto don Andrea, che ha lavorato tanto nei settori di Kossahai e di Rhumzu, torna in Italia… “Ho collaborato con tutti i preti che sono passati da qui e ho capito una cosa: Se ti attacchi al prete, quando se ne va, cadi. Bisogna attaccarsi al Signore.”
Il 24 agosto abbiamo la nuova parrocchia di Rhumzu: “E’ strano che siano i catechisti i più caldi per questo… Si dice che gli Africani tengono tanto ai titoli onorifici. E’ vero. Cosa aggiunge ad una comunità l’essere parrocchia? L’importante è che il Vangelo arrivi a tutti…”
La festa è ben preparata. La partecipazione oltre ogni aspettativa. I circa 500 “pagnes” del S. Cuore che la gente ha comprato sono diventati tanti vestiti. Tutti uguali. Sul verdino. Li noti nella grande assemblea. Durante le danze li vedi dondolare insieme. Sono segni di un’appartenenza. Durante la Messa, il vescovo Philippe dà l’annuncio: “Dichiaro aperta la parrocchia S. Cuore di Gesù di Rhumzu” che, in kapsiki, più o meno, suona così: “Gesù che ama tutti con il suo cuore”. Philippe è alto, magro, sofferente per una malattia ai piedi, un “piccolo fratello di Gesù”, seguace di Charles de Foucault. Anche oggi ripete qualcosa che gli sta veramente a cuore: “Noi cattolici siamo una piccola minoranza. Ma la parrocchia è di tutti. Il parroco è di tutti. Noi siamo per tutti. Cristiani, musulmani, pagani. Non solo dei gruppi, non solo dei battezzati…” Un cuore grande spicca in cima al suo pastorale in legno. E’ un cuore grande quello che ci chiede il vescovo: come quello di Gesù.
Alla fine della Messa tocca al diacono Bernard portare la sua testimonianza: “La data di oggi è e resterà indimenticabile. Il nostro cuore è ricolmo di gioia: l’unione di questi due settori ha dato vita alla nuova parrocchia…”
La voce trema un po’. E’ l’emozione. Bernard continua: “All’inizio eravamo in quattro cattolici. Poco tempo dopo, qualcuno ha lasciato, lasciandomi solo davanti al destino. Nel 1968, Kalawa Jean Marie fu inviato a Kossahai come catechista. Credevo di dover restare solo, ma Dio mi ha suggerito di formare dei giovani catechisti che servissero il Vangelo nel proprio quartiere, nel proprio villaggio. Nel 1994, abbiamo fatto un’uscita apostolica a Sir, sulla montagna di Mabasse. Là mi sono incaricato di occuparmi di Rhumzu e Kossahai, senza averne alcun titolo. Allora sentii forte la responsabilità della missione che stava per iniziare in questa regione ancora poco evangelizzata. I preti e le suore mi avevano rassicurato che mi avrebbero aiutato in caso di difficoltà. Don Donato, considerando la grandezza del settore e la realizzazione della missione in ogni località, divise questo luogo in tre grandi parti: settore di Kossahai, di Rhumzu e di Mogodé. Il settore di Mogodé divenne parrocchia nel 1998. Gli altri due si sono uniti quest’anno per formare una nuova parrocchia…”
Alla comunione lo avvicino. Gli chiedo lo scritto della sua testimonianza. E’ preziosa. Lui è titubante. “Non ho scritto tutto. Avevo paura. Potevo scrivere che i protestanti hanno cercato più volte di tirarmi dalla loro parte? Potevo scrivere che i preti, dopo la persecuzione violenta a Mogodé, volevano abbandonare il villaggio e mi hanno lasciato solo?” No, non era il momento di dire tutto. Ma il Signore sa. E ringrazia per la caparbietà di Bernard. Sono certo.”