15 settembre 2008, Congo Un po’ di notizie dal nostro Congo

Carissimi Amici tutti
é ora di farmi sentire e venire da voi con notizie del nostro CONGO. Purtroppo a livello politico-Sociale abbiamo molta gente abituata a “mangiare” dal sacco dello stato, fanno quello che vogliono e prendono senza misura. Si dovrebbe chiamare “rubare” questo modo di fare ma loro hanno il coltello per il manico e attingono al fondo dello stato a loro piacimento.
A livello militare non si é ancora riusciti a costruire un esercito regolare e inquadrato. Ci sono ancora gruppi armati che continuano a saccheggiare, violentare, uccidere. C’é da aggiungere un buon gruppo di Rwandesi che sono ancora qui e anche loro fanno altrettanto. Veramente si fa fatica a vedere dei gesti concreti che ci fanno sperare in un futuro migliore. C’é una caccia spietata da parte delle multinazionali per appropriarsi delle miniere di ogni genere di materia preziosa, ora hanno trovato anche il petrolio.
Aggiungiamo la mancanza di strade e la crisi dei trasporti aerei. Tutti gli antonof, aerei russi, sono a terra e non hanno il permesso di volare a causa di continui incidenti. Molte zone restano isolate: sono 4 mesi che non riceviamo la posta.Viene un piccolo aereo una volta alla settimana ma é per gli organismi, ogni tanto ci danno un posto nell’aereo dato che il Vescovo é amico del padrone.
Qui a Ngene abbiamo vissuto un’esperienza strana: improvvisamente sono incominciate a bruciare le case senza nessun motivo
E’ vero che c’erano 40 gradi ma il fatto non si spiegava.
E’ chiaro che la gente ha pensato subito agli spiriti, sta di fatto che queste case sono bruciate. Una mattina ero nel quartiere dove erano bruciate dieci case, improvvisamente si vede fumo uscire da un’altra casa e in poco tempo ne sono bruciate altre sei.
C’è un piromane o un gruppo che si diverte a fare questo. Anche per noi padri non é chiaro il fenomeno. Ora la gente dorme fuori casa vicino alle loro poche cose che ha. In tutto sono bruciate centotrenta case. Intanto io continuo il progetto della costruzione di tre scuole.
Un liceo con undici classi, due scuole elementari, una di quattordici classi e l’altra di undici classi nuove e la riparazione di dodici classi costruite trenta anni fa. C’è da aggiungere i gabinetti, l’ufficio direttore e sala professori. Ho trentotto operai e spero per Pasqua di finire, ho una vecchia Toyota senza vetri ma funziona ancora anche se ogni tanto devo cercare qualche pezzo di ricambio.
Dopo questo lavoro manuale c’é anche quello spirituale, andare a trovare i cristiani nei quartieri o nelle comunità lontane che in tutto sono venticinque. I cristiani sono pochi dato che siamo tra mussulmani anche se, a parte qualcuno, ci stimano e ci vogliono bene.
Così ecco un’altra pagina di storia per voi che mi ricordate sempre,
Con affetto e un ricordo nella preghiera vostro P. Giuseppe

 

 padre Giuseppe RIZZI