13 novembre 2008, Mokolo – Camerun Racconti dal Camerun

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Ciao a tutti,
la stagione delle piogge è finita. La gente è nei campi per terminare il raccolto, un po’ scarso a dir la verità. La pioggia è stata poca ed è finita prima del previsto. La soia non è molto bella, le patate sono piccole, i frutti scarsi…bisognerà fare un po’ di sacrifici. Ma la vita continua, tutto procede, la scuola pure. Il clima sta cambiando, il villaggio è in subbuglio per le elezioni. Noi stiamo tutti bene, siamo qualche giorno in Curia diocesana per un po’ di formazione, per poi ripartire nei villaggi!

Eccovi qualche scorcio d’Africa!!

ELEZIONI – CORRUZIONE

In questi giorni si sono svolte le elezioni nel comune di Mogodé. Due liste, due partiti, tutto normale si potrebbe dire, ma poi… Vedi ministri  che arrivano anche dalla capitale per potersi accaparrare anche questo piccolo angolo di mondo. Iniziano manifestazioni ovunque, danze per le strade, comizi, è arrivata perfino la tv. Un comune cosi piccolo ma che interessa ai potenti. E poi questi signori in giacca e cravatta, con macchine enormi cercano di raggiungere i villaggi più sperduti nella brousse, tutto per comprarsi i voti della gente. Sì, proprio così, qui la corruzione è all’ordine del giorno. I rappresentanti dei partiti sono passati casa per casa regalando soldi. I bambini per strada intonano ritornelli sul partito, ma probabilmente, anzi quasi sicuramente non ne conoscono il significato.

Sabato, vigilia delle elezioni, rientravo a casa e sulla strada una nuvola di polvere, una colonna di macchine che sfila tra i villaggi, sventolando la propria bandiera. La gente scende in strada perché si aspetta qualcosa: una maglietta, un pagne (stoffa per vestirsi), soldi, qualunque cosa va bene. Non tutti ricevano ugualmente. A Mogodé centro hanno distribuito i pagne per le donne, per chi era mussulmana nessun problema, le altre non hanno ricevuto niente. (Da ricordare che Mogodé è una roccaforte mussulmana!). Procedo sulla strada, arrivo davanti al mercato, strada bloccata. Un uomo con una maschera in testa regala biscotti a tutti, li lancia proprio, anche dentro la mia auto, e un altro sventola biglietti da 5000F in faccia alla gente. Chissà che fine avranno fatto tutti quei soldi… probabilmente sono finiti in tasca a qualcuno che ha pensato bene di berseli.

Per non dire l’altra settimana quando tornando nel villaggio incontriamo tanta gente in festa, che canta e danza, è il vino regalato del partito. Qui poco importa se sei di un partito o dell’altro… basta bere gratis!
Se solo usassero quei soldi che hanno sparso a destra e a manca per costruire un pozzo, sistemare una strada, per fare qualcosa per la popolazione… così sono soldi buttati via.

Oggi venendo in città abbiamo incontrato un corteo in mezzo alla strada, a prima vista sembra un funerale tradizionale, gente con lance, tamburi e bastoni che grida per strada. Non è un funerale come si direbbe, è la festa per il partito. E per quando si andrà avanti ancora a fare festa e a suonare i tamburi???

JOUNEE PORTE OUVERTE

Ogni settore della parrocchia sta proponendo in seguito alla messa domenicale un piccolo concorso. La gente che è stata nei centri di formazione propone i frutti del proprio lavoro: ricamo, cucito, artigianato, allevamento, cucina, agricoltura. Un po’ di tutto insomma. Vengono presentate tovaglie ricamate, berrette di lana, tovaglioli, tavolini in legno, sgabelli, mais, patate, carote cresciute bene, polli ben ingrassati, pesticidi naturali…

Dopo aver visto i frutti del lavoro, sentita un po’ di spiegazione sulla formazione, ecco infine una donna che presenta un quaderno. Lo mostra a tutti con fierezza e orgoglio. è una donna già anziana che con molta determinazione è riuscita ad apprendere il francese, scritto e orale. Ha bagnato il naso a tutti quelli che dicevano che non ce l’avrebbe fatta. Grande!

Una volta presentati i prodotti, una giuria dà il suo verdetto. è giunto il momento della premiazione. Chi avrà vinto? E soprattutto, cosa?

I vincitori ricevono un pacchettino avvolto nella plastica nera. Il sorriso stampato sulle labbra… Chiedo cosa c’è dentro il pacchetto. Sapone e fiammiferi. Qui vuol dire veramente qualcosa di prezioso! Penso che in Italia regali cosi non verrebbero presi in considerazione.

SCUOLA VITTE e RHUMZU

All’inizio di ottobre incontriamo i genitori degli allievi di un piccolo villaggio. Vogliono una scuola per i loro figli. Ma una scuola c’è già, scuola elementare pubblica con il ciclo completo, dalla prima alla sesta. Qual è il problema allora? La scuola c’è, ma non funziona. Per 450 bambini si ha un solo maestro. Questo è lo Stato? Questi sono i maestri che non vengono? Non è molto chiara la situazione, per avere una risposta bisogna prima di tutto sperare…

Cerchiamo di vedere i pro e i contro dell’aprire una nuova scuola. Una scuola privata cattolica costa, le tasse d’iscrizione sono molto più elevate. Ma i genitori vogliono la scuola! Il capo villaggio dice che se fosse il caso venderebbe anche i pantaloni. Beh, speriamo non sia necessario. Si decide di aprire solo le prime due classi delle elementari, ma non di costruire nuovi “edifici”; la prima sarà alloggiata nella chiesa e la seconda resterà sotto una tettoia costruita apposta. Quest’anno sono disposti a pagare le tasse d’iscrizione..ma l’anno prossimo sarà ancora cosi? La scuola pubblica costa la quinta parte. Staremo a vedere. Iniziamo cosi, senza troppi mezzi. Tanti tanti bambini nel villaggio; camminando per strada ne incontri a centinaia. Tanti che invece di partire per la scuola sono nei campi a lavorare o a curare le bestie.

E poi torno a Rhumzu, un giro nel cortile della scuola, sono tutti schierati come soldatini. è lunedi, in cortile si recita la preghiera e poi si canta l’inno nazionale prima di entrare in classe. Poi il direttore tiene un breve discorso e dice che chi non paga la retta verrà cacciato da scuola la settimana seguente. E per qualcuno di loro è stato proprio così. La settimana dopo li incontro sulla strada. E con loro migliaia di bambini che spuntano dai campi e di cui senti la voce in lontananza. Vogliamo una penna, dei soldi, un regalino. D’altronde questa è una strada turistica, uno dei luoghi più visitati da chi va in vacanza in Cameroun. A Rhumsiki, là dove ci sono i picchi vulcanici, è molto difficile che i bambini vadano a scuola. Stanno lì ai bordi della strada e aspettano il primo pick-up con dei bianchi a bordo, per assaltarli con mille richieste. Si guadagnano la giornata così, e allora ti dicono “chi me lo fa fare di andare a scuola e fare fatica?”.

Ecco è così… Si vive con la gente, si cammina con loro, si ascolta la loro vita, le loro gioie e i loro problemi!

Alla prossima! Un abbraccio
Laura