14 febbraio 2009, Antananarivo – Madagascar In nome di quale democrazia?

“Una settimana fa vi ho inviato una breve informazione sulla “grave, gravissima” situazione in cui si è trovato il Madagascar e tutti i malgasci. Vi ho parlato di possibile guerra civile e magari tribale.
Ebbene, ancora ieri sera, i Vescovi, in un comunicato ufficiale che incominciava dicendo: “sia che ascoltino sia che non ascoltino, tu parla” (Ezechiele) hanno detto che “c’è ancora da temere una guerra civile”. Non è bello dirlo, ma lo si sente nell’aria.
Penso che sia opportuno informarvi, fin che possibile, degli sviluppi della situazione.
Finora non sono capitati nuovi avvenimenti “gravi”, ma la situazione non si schiarisce assolutamente.
Sono arrivati osservatori dell’ONU, della Comunità Europea, delle Nazioni Africane… hanno visto… e… ci sono stati ripetute e ripetute dichiarazioni ufficiali, semi-ufficiali.
Tutti hanno invitano i diversi responsabili a “non provocare altri scontri e a calmare gli animi”.
Molti incominciano a chiedersi se vale poi la spesa di bruciarsi le ali per sostenere due “persone, che dovrebbero essere adulte e responsabili, e che invece continuano a creare motivi e centri di tensioni tra la gente; tutti sanno che i manifestanti più facinorosi sono “pagati”.
Apparentemente dunque la situazione sembra calma, ma ognuno continua a “portare legna al suo fuoco” … e non solo legna.
Handry, che si è autoproclamato capo della repubblica, ha nominato il primo ministro e ha voluto farlo insediare.
Ora continua a nominare nuovi suoi ministri e promette di insediarli la settimana prossima.
Intanto da una parte e dall’altra arrivano “mandati di arresto”… che poi nessuno esegue… giustamente, forse, per paura di nuovo spargimento di sangue, ma, forse, anche per altri motivi.
La commissione Ecumenica continua a cucire i poveri stracci strappati dell’unità nazionale, della saggezza ancestrale, della “fihavanana” (amicizia, collaborazione, equilibrio di rapporti) tradizionale, insiste  e richiama tanto anche alla fede e la preghiera.
Di fede e di preghiera e di “protezione e benedizione di Dio” ne parlano tutti
Ormai sanno di aver superato il limite di “frenata” e vanno avanti come, lasciatemelo dire “proprio come degli asini” ragliando che vogliono la “vera democrazia”.
E in nome della vera democrazia… ognuno fa quello che vuole!!
La situazione apparentemente è calma … ma il fuoco è acceso e la legna è pronta.
Intanto però si spengono tanti altri focolari … perché non c’è più da mangiare, non c’è sicurezza fuori casa e sul lavoro…
Qui a Ihosy tutto è calmo… ma si incomincia a sentire anche un po’ di “bruciato”…

 padre Attilio MOMBELLI